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Cile. Nasce la Centrale Classista delle Lavoratrici e Lavoratori (CCTT): La primavera anticipata

Democrazia orizzontale, trasparenza, parità di genere, mistica di lotta e diritti sociali. Ragione e passione. Memoria e convinzione di vincere. Questo è stato il clima che ha abbracciato la fondazione della Centrale Classista delle Lavoratrice e Lavoratori del Cile, CCTT, questo primo di settembre nella sede sindacale dei lavoratori panificatori, situata nel Comune de La Reina nella capitale del paese andino.

Delegati di oltre 240 sindacati che rappresentano oltre 20 mila lavoratori associati a organizzazioni del lavoro di tutto il Cile, si sono dati appuntamento per votare i principi, statuto e piano di lotta della nuova multi-sindacale, erede diretta di Luis Emilio Recabarren e Clotario Blest, figure di fondo nella storia della maggioranza sociale che non ha altro che la sua forza lavoro per condurre una vita decorosa in Cile. Questa “merce speciale”, l’unica che produce valore: il lavoro umano.

Non è un caso che l’incontro inaugurale per scegliere la direzione nazionale transitoria sia stato chiuso intonando l’Internazionale e con il grido di “lavoratori al potere” [n.d.t.: slogan storico della Presidenza di Allende]. Fuori dal contesto? Anti storico? Estemporaneo? No. È di attualità incessante e necessaria come l’acqua nel territorio più capitalista del pianeta che sprofonda nell’iceberg australe.

L’amore per la classe sociale degli oppressi”

Il Presidente della prima direzione nazionale della CCTT è il leader della Confederación General de Trabajadores, Manuel Ahumada Lillo, nonchè uno dei sopravvissuti del golpe del 1973. “Qui si riunisce il gruppo sociale più selezionato tra i lavoratori organizzati che lottano contro il capitale e che non hanno mai rinunciato a esigere al padrone quello che loro spetta”, ha detto Manuel, ed ha aggiunto, “il primo passo che abbiamo dato, e in cui dobbiamo continuare ad impegnarci, è riunire tutte quelle forze disperse che lottavano ciascuna per proprio conto. Al di là delle nostre differenze, prima viene il lavoro d’impegno e amore verso la nostra classe lavoratrice.

-Oggi avete eletto una direzione nazionale provvisoria…

L’abbiamo detto con molta chiarezza. Questa direzione non è stata ancora votata da tutte le lavoratrici e lavoratori. Il processo di costituzione della CCTT culmina con l’elezione diretta, informata, segreta e universale di tutti i componenti delle basi sindacali. Per arrivare a questo, ci siamo dati un anno di tempo massimo da adesso.”

-E chi vi finanzia?

Noi stessi, con le quote sindacali. Sarà una Centrale autogestita, una delle condizioni necessarie per la nostra indipendenza e autonomia. Dietro di noi, per principio, non esistono fondazioni nazionali o straniere, né ONG, né partiti politici, e meno che mai lo Stato.”

-Cosa vi differenzia dal resto delle centrali sindacali esistenti?

Il fatto che le organizzazioni sindacali che ci compongono sono quelle che forniscono le caratteristiche allo strumento di lotta che abbiamo appena inaugurato. Non c’è una legge dello Stato che dica ai lavoratori come devono organizzarsi. Perciò il nostro comportamento puntualizza allo Stato i modi e i contenuti con cui vogliamo raggrupparci. Lo facciamo dandocene da soli il diritto, sovranamente, senza permesso di nessuno. Inoltre, anche la formula dell’elezione universale ci distanzia dalle altre centrali.”

-Alcune centrali hanno detto che nel 2020 realizzeranno elezioni universali…

Lo sappiamo. Come pure sappiamo che dietro quelle intenzioni ci sono le posizioni di partiti politici. Anche nella CCTT ci sono militanti di organizzazioni politiche, così come c’è una maggioranza che non milita in alcuna. Ma quello che ci unisce è il fatto che gli interessi profondi della classe lavoratrice sono al di sopra di qualsiasi gruppo d’interesse o di partito. Qui siamo tutti una cosa sola. Per questo invitiamo quelli che ancora non stanno con noi a farsi parte di questo processo. La CCTT è uno spazio di diritti e doveri e non funzionerà senza quelli che mancano. Offriamo la certezza incondizionata che nella neo fondata CCTT non si faranno negoziati sulle richieste dei sindacati alle spalle dei lavoratori. Solo sviluppando le nostre forze abbiamo imposto concretezza al grido storico “lavoratori al potere”.

-A proposito degli ultimi fatti relativi al mondo dei Diritti Umani, per il golpe di Stato di settembre del 1973, tu sei stato catturato dai militari.

Sono sopravvissuto a un campo di prigionieri politici. Ma non mi sono vittimizzato. Insieme a me ci sono gli undici ferrovieri fucilati con cui avevo fatto una riunione prima che fossero assassinati, il 6 ottobre 1973. Avevo 17 anni. L’ultimo giorno che ci riunimmo prendemmo un impegno: mantenere sempre in alto le bandiere della classe lavoratrice. Non fu un discorso politico. Fu una conversazione attraversata dall’amore per la classe degli oppressi. Ed è toccato a me l’onore che, in verità, doveva toccare a loro. Sì, è stato un momento doloroso della nostra vita, però non ci hanno fatto tacere. Hanno voluto seppellirci, e invece siamo qui: orgogliosi, con la schiena dritta, degni, appassionati, allegri, vivi.”

Ci unisce la speranza attiva, inclusiva e protagonista delle lavoratrici e lavoratori”

La Segreteria Generale della fiammante Centrale è stata affidata a una dirigente dell’industria del subappalto e in particolare del call center, Isolina Acosta. “La cosa più eccezionale di oggi è la volontà di tante e tanti di cambiare il paese. Ci unisce la speranza attiva, inclusiva e protagonista delle lavoratrici e lavoratori”, e ha aggiunto che “nei nostri fondamentali c’è la lotta contro l’imperialismo, il capitale, il fascismo, il patriarcato, per l’ecosocialismo, l’inclusione migrante, per i popoli originari e la loro resistenza. Noi viviamo sulla nostra pelle lo sfruttamento, la precarizzazione del lavoro, le pessime condizioni di vita. Questo ci spinge a trasformare la realtà.”

-Tu mi hai parlato una volta dell’idea di creare un polo sociale, al di là della stessa organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori…

L’enorme sfida di cambiare l’attuale stato delle cose, necessita di tutte le forze sociali possibili. In altro modo non potremo vincere. Immaginati che ancora esiste una forza lavoro di oltre sette milioni di persone che non sono organizzate.”

-E che accade con le entità sociali che per mille motivi non possono sindacalizzarsi, ma che pure lottano secondo i principi che voi abbracciate?

Non ci resta che far ricorso all’immaginazione e creare forme nuove, inedite, di organizzazione sindacale, indipendentemente dai modelli stretti in cui il sistema dominante vuole contenerci. Vedi, della legalità prendiamo quello che ci serve. Il resto lo inventiamo.”

Il futuro è pieno di battaglie”

Anche la Tesoreria della CCTT ha avuto l’impronta di una donna, una lavoratrice della Sanità, gli impiegati pubblici più precari e impoveriti dello Stato, Catalina Rojas. “Quello che è successo oggi è una pietra miliare storica per la classe lavoratrice. Abbiamo appena fatto un balzo verso la costruzione di una piattaforma che realmente difenda i nostri diritti”, ha sottolineato la funzionaria pubblica.

Le entità sindacali esistenti fin’ora, hanno finito per conciliare gli interessi dei lavoratori con gli interessi dei capitalisti, interessi impossibili da mettere d’accordo, a meno che conciliare non significhi il predominio del benessere della minoranza patronale a nostro discapito”, ha dichiarato Catalina.

-Tu sintetizzi due fattori potenti in questo momento: sei una femminista e una giovane lavoratrice.

Essere giovane è un valore che aiuta a combattere les vecchie cattive pratiche del sindicalismo conosciuto. Ed essere donna, una persona doppiamente sfruttata e oppressa, ci impone la sfida di emancipare il genere femminile che parte, la metà, dell’umanità e della classe lavoratrice.”

-Almeno sul piano della narrazione, anche altre centrali sindacali danno risalto al ruolo della donna nella società…

Noi siamo nate ed abbiamo fatto nascere una centrale di classe, certo non per raccogliere le briciole che cadono dalla tavola del capitale, ma per trasformare radicalmente la società. Contiamo su una piattaforma multisindacale che ha obiettivi di tempi brevi, medi e lunghi. Abbiamo, inoltre, metodi di organizzazione legati alla democrazia partecipativa non come bene in sé stesso, ma come una forma efficiente di antidoto contro la burocrazia sindacale.”

-Come giovane lavoratrice femminista di classe, e non giovane femminista liberale, che appello fai alle tante donne lavoratrici che condividono questa visione del mondo?

A lottare sul proprio posto di lavoro, di studio, nelle case. Il futuro è pieno di battaglie non unicamente economiche, ma soprattutto politiche, specialmente nel campo dei simboli, della cultura, della soggettività. È giusto sradicare i comportamenti e le relazioni patriarcali provenienti dallo Stato capitalista, come pure quelle esistenti nelle nostre stesse organizzazioni. E l’appello è anche per gli uomini. Il femminismo di classe contempla tutti i generi. Per raggiungere i nostri obiettivi abbiamo necessità di toglierci il modello dalla testa, creare vocazione di potere, credere ed avere fiducia nelle nostre forze.”

Il cinque settembre, la CCTT realizzerà una manifestazione pubblica nel teatro Camilo Henríquez, situato nel Circolo dei Giornalisti, alle 19.00, in calle Amunátegui 31, Santiago-centro.

La sera scende su Santiago del Chile. Il giornalista che chiude il presente testo controlla mentalmente il calendario. “Le cose che bisogna vedere”, si dice, “ancora siamo all’inizio di settembre e già sembra primavera”.

Pubblicato il 2 settembre, 2018 , in sindical

http://piensachile.com/2018/09/chile-nace-central-clasista-de-trabajadoras-y-trabajadores-la-primavera-anticipada/?utm_source=feedburner&utm_medium=email&utm_campaign=Suscripciones%3A+piensachile+%28piensaChile%29

Ulteriori informazioni: http://centralclasista.cl/

traduzione di Rosa Maria Coppolino

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