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“Noi dichiariamo la morte del Trattato di austerità”

Lo sapevate? Uno dei trattati fondamentali dell’Europa liberista è decaduto. Noi che ci battiamo per l’uscita dai trattati europei siamo lieti di informarvi che un trattato è uscito tutto da solo a causa della negligenza e dell’arroganza dei governi e della Commissione europea. Si tratta del TSCG.

Il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance (TSCG) è stato negoziato nel 2011-2012. È il risultato di un accordo politico tra due governi liberisti: in Francia, il governo di Nicolas Sarkozy e in Germania, quello di Angela Merkel. Ha trasposto in un trattato internazionale i metodi disastrosi utilizzati nella crisi del debito greco. All’epoca, sembrava spingersi così lontano nella logica dell’austerità che anche François Hollande, durante la campagna presidenziale del 2012, promise di rinegoziarlo e che la Francia non poteva firmarlo così com’era. Una volta eletto Presidente della Repubblica, non lo ha fatto. Già nel giugno 2012, ha firmato dove la signora Merkel glielo aveva indicato senza cambiare linea. Questo primo tradimento ha completato la trasformazione della social-democrazia francese nell’esecutore testamentario dell’Europa della destra tedesca.

Il TSCG è una chiave di volta dell’edificio europeo dell’austerità. Ha introdotto un’assurda “regola d’oro” di bilancio. Alla regola del 3% del cosiddetto Patto di stabilità, si aggiunge la regola del disavanzo strutturale massimo dello 0,5 per cento. Dalla sua adozione, è stato responsabile di molte sofferenze per i popoli d’Europa. Funziona come un laccio emostatico. Impedisce gli investimenti nei servizi pubblici, spinge per tagli ai bilanci sociali e lo smantellamento degli Stati. Forma un insieme con le direttive europee note come “Two-Pack” e “Six-Pack” e il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES). E questo pone i bilanci nazionali sotto la supervisione della Commissione Europea e della dottrina ordo-liberista. Consacra quindi l’Unione Europea come meccanismo antidemocratico al servizio dell’annientamento dello Stato sociale.

L’articolo 16 di questo TSCG ha dato ai suoi firmatari 5 anni per raggiungere un accordo definitivo tra i governi e trasferire il trattato nel diritto europeo. La data è quindi passata dal 1° gennaio 2018. Inoltre, nel novembre 2018 il Parlamento europeo, tramite la commissione per i problemi economici e monetari, ha respinto questa opzione. Il Consiglio Europeo non ha ancora preso posizione sulla proposta della Commissione del 6 dicembre 2017. Siamo quindi costretti a concludere che il TSCG non ha più alcuna ragione giuridica. Le scadenze per la trascrizione sono in ritardo. É tempo di registrare ciò che deve essere: il TSCG è morto. Questa incredibile notizia passa completamente inosservata. Lo stesso Presidente della Repubblica sembrava non esserne al corrente, quando Jean-Luc Mélenchon glielo aveva chiesto il 6 febbraio 2019.

Questa situazione apre un’opportunità storica che la Francia deve cogliere. É ora di impegnarsi in un rapporto di forza per far uscire i nostri Stati dalle catene liberiste e autoritarie dell’Unione Europea. In primo luogo, dobbiamo chiedere che sia ripristinata e garantita la sovranità degli Stati sui loro bilanci e sulle loro politiche economiche. L’austerità aggravata è stata applicata per quasi 10 anni in Europa. Questo metodo non ha ridotto il debito pubblico o privato. Proponiamo l’organizzazione di una conferenza europea sul debito che porti a soluzioni per la ristrutturazione, la rinegoziazione, la cancellazione parziale o il riacquisto del debito pubblico da parte della banca centrale. Bisogna cogliere la morte del TSCG per far saltare i catenacci dell’austerità europea.

Jean-Luc Mélenchon (leader di France Insoumise), Younous Omarjee (eurodeputato per la France Insoumise) e Emmanuel Maurel (deputato al Parlamento europeo, membro della Sinistra Repubblicana e Socialista), avvertono su un fatto politico importante: il Fiscal Compact (formalmente il Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell’Unione Economica e Monetaria) non è più valido. Nulla, a livello europeo, impedirebbe quindi alla Francia di uscire dall’austerità.

 * Traduzione a cura di Andrea Mencarelli (Potere al Popolo) del comunicato pubblicato su: https://www.marianne.net/debattons/tribunes/nous-declarons-la-mort-du-traite-de-l-austerite

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