Nei giorni scorsi, con grande discrezione, è stato in Italia padre Numa Molino. Docente di giornalismo e comunicazione sociale oltre che personalità di grande rilievo del mondo cattolico venezuelano e amico personale di Chavez, padre Numa Molina è stato invitato dall’Università di Roma “La Sapienza” dal professor Luciano Vasapollo, delegato del rettore per le relazioni con l’America Latina e i Caraibi.
Padre Numa ha partecipato ad alcune attività didattiche e di ricerca all’Università La Sapienza ed è stato ricevuto anche dal Rettore della Sapienza, Gaudio.
Durante la sua visita a Roma, il gesuita venezuelano ha potuto avere diversi incontri, tra cui quello con il presidente internazionale della Croce Rossa Francesco Rocca, aiutando anche a ristabilire un dialogo aperto tra l’organizzazione Croce Rossa e il governo di Caracas. Analogamente ha incontrato i dirigenti di Unicef Santodonato e Rizzera, per verificare le possibilità una concreta collaborazione.
Il professor Vasapollo ha rappresentato, come delegato del rettore, l’Università La Sapienza negli incontri con l’Unicef e Croce Rossa internazionale convocati “per favorire un dialogo che, ad un livello di elevato senso culturale, nella reciprocità e nel rispetto delle relazioni internazionali, possa contribuire alla fiducia reciproca tra tali organismi internazionali e le istituzioni di Caracas”. Gli incontri hanno agevolato l’accordo raggiunto proprio in questi giorni, che ha già consentito di sbloccare l’invio di aiuti umanitari, e in particolare di farmaci e presidi medico-chirurgici, che erano fermi da tempo a Panama e Brindisi.
In Vaticano, alla Casina Pio IV, padre Numa e l’economista dell’università romana, hanno incontrato anche il professor Stefano Zamagni, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali , un colloqui teso a favorire ancor più il ruolo della cultura e di alte rappresentanze accademiche nel dialogo per far fronte, nel rispetto istituzionale, a problemi político-economici e sociali critici.
“Lo schiudersi di canali di dialogo e collaborazione per l’invio di aiuti umanitari, però, se è certamente un fatto positivo perché la carenza di farmaci condanna a morte i più deboli, non deve diventare un alibi per perpetuare un tremendo e soffocante blocco economico e monetario finanziario, che ha l’unico scopo di strangolare il Venezuela piegando la sua capacità di autodeterminazione”, ha sottolineato Vasapollo che in maggio aveva guidato una delegazione a Cuba e in Venezuela per portare la solidarietà ai due paesi vittime dell’attacco imperialista. “Il blocco economico è una forma di guerra davvero criminale e l’università non si può voltare dall’altra parte e fare finta di niente ma deve porre la cultura come grande strumento del dialogo nel rispetto istituzionale e costituzionale, della pace, della giustizia contro ogni forma di guerra militare, economica e finanziaria che la logica del profitto impone come atroce distorsione delle relazioni internazionali che devono rompere l’uniteralismo imperialista, costruendo invece un mondo pluripolare e multicentrico”, ha spiegato Vasapollo.
Nel contesto di quella visita, si era concretizzato l’invito in Italia a padre Numa. La sua permanenza a Roma ha consentito anche altri importanti incontri sul tema della situazione venezuelana.
Mercoledi scorso c’è stato infatti un lungo colloquio privato di padre Numa, Luciano Vasapollo e il vaticanista Salvatore Izzo con il segretario di Stato Pietro Parolin alla prima loggia del Palazzo Apostolico seguito poi da incontro con il Pontefice in piazza San Pietro al termine dell’Udienza Generale.
Due momenti che hanno consentito di presentare a Papa Francesco un quadro aggiornato della situazione del Venezuela, paese sottoposto a un crudele blocco economico, le ci conseguenze sono pesantissime sulla popolazione, in particolare sulle fasce più deboli, ovvero i bambini e gli anziani, che rischiano di essere privati delle cure mediche.
In una intervista al giornale cattolico FarodiRoma, padre Numa ha così riassunto il suo viaggio nella Capitale e l’incontro con il Pontefice: “Sono impegnato in una missione non di partito, in rappresentanza del popolo venezuelano, cioè degli umili e non di un settore politico, ed è mio dovere di sacerdote dire quello che questo popolo non può dire perché la stampa occidentale, che è legata al potere imperialista, distorce e falsifica la verità. Con il professor Vasapollo, che ringrazio di vero cuore per il grande sforzo organizzativo e per la fraterna vicinanza al nostro popolo, abbiamo incontrato il segretario di Stato e brevemente il Papa per testimoniare che le informazioni sul Venezuela sono spesso false e il popolo povero, provato dal blocco economico ma non piegato, è offeso da queste falsità, soffre per le privazioni conseguenti alle sanzioni e per le infamie che vengono fatte circolare dall’esterno del paese, non per le difficoltà derivanti da una dittatura: nel nostro paese c’è invece una forte democrazia partecipativa“.
Sulle forze che agiscono dentro e fuori la crisi venezuelana, padre Numa ha inteso sottolineare come: “La dittatura è quella dell’impero che ci aggredisce con ogni mezzo perché non rinunciamo alla nostra indipendenza, sulla quale non cederemo. Abbiamo detto al Papa che l’Università La Sapienza si adopera per la pace, e anche di questo ringrazio in particolare il professor Vasapollo che con grande e nobile sforzo scientifico, umano, morale, e grande impegno politico culturale, insieme con altri docenti trasmette verità scientifiche libere sulle sofferenze dei Sud e del mio paese imposte dalla logica del profitto. Ringrazio il rettore Eugenio Gaudio che mi ha accolto, così come la Croce Rossa, l’UNICEF e la Pontificia Accademia delle Scienze Sociali”.
Sugli altri aspetti della crisi venezuelana, Padre Numa ci ha tenuto a precisare la FarodiRoma che: “Sto facendo il portavoce del popolo venezuelano e quindi del governo legittimamente eletto. E’ mio dover farlo come membro della Chiesa Cattolica e del Movimento ecclesiale opzione per i poveri. Il fatto che a invitarmi sia stato, in quanto delegato del rettore, il professor Vasapollo, a nome della più grande e più importante università di Europa, mette al primo posto il valore della cultura che si basa sul rispetto della vita e della dignità delle persone”.
Intervistato dal giornale cattolico, Luciano Vasapollo ha spiegato che “A Papa Francesco ho illustrato le tremende e criminali conseguenze del blocco economico sulla vita dei bambini e dei più deboli, ai quali vengono tolte con le medicine la possibilità di curarsi e quindi la speranza di vita. Tutto questo non è accettabile se si vuole costruire un dialogo vero di pace”. Allargando lo spettro dei teatri e delle ragioni delle tensioni internazionali, Vasapollo ha inteso chiarire che: “Che più che di aiuti umanitari c’è bisogno di giustizia e di assunzione di responsabilità da parte di chi per gli interessi del petrolio, del profitto e del dominio imperialista e delle multinazionali, provoca contro i popoli del Venezuela, di Cuba, dell’Iran, della Siria, dello Yemen, e di tanti altri, guerre militari, commerciali, finanziarie, economiche che uccidono bambini e tante povere persone che vogliono solo vivere in pace nel rispetto della loro indipendenza e autodeterminazione. Ben 7 miliardi di dollari sono bloccati nelle banche europee e questo impedisce gli approvvigionamenti anche sanitari ovvero l’invio dei medicinali e il pagamento delle terapie a livello internazionale. Ma sia chiaro ben vengano gli aiuti umanitari ma nel dialogo istituzionale e costituzionale e sempre si rispetti la sovranità che è un valore che non si negozia”.
Ma, come noto, dei negoziati sono in corso in Norvegia tra il governo venezuelano e quei settori dell’opposizione non golpisti, un negoziato in cui Guaidò vorrebbe inserirsi e che gli Usa vorrebbero far saltare. Ma su questi negoziati, che potrebbero essere un aspetto della soluzione politica in Venezuela, anche l’Unione Europea si rifiuta di dare un contributo fattivo, diversamente da altre istituzioni internazionali. “Che cosa fanno il governo italiano e l’Unione Europea per rispettare la sovranità del Venezuela espressa in 24 elezioni democratiche in meno di 20 anni, sempre certificate da osservatori internazionali super partes come la Fondazione Carter e personalità come Luis Zapatero e numerosi premi Nobel?” hanno chiosato nell’intervista sia il marxista Vasapollo che il cattolico padre Numa.
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