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L’Iran rilancia il dialogo ma l’Arabia Saudita risponde picche

Ieri, 22 settembre, era l’anniversario dell’inizio della sanguinosa “guerra per procura” tra Iran e Iraq combattutasi tra il 1980 e il 1988 con migliaia di morti in entrambi i paesi e nessun risultato sul terreno. Non è un mistero che potenze e interessi convergenti (Usa, Francia, Arabia Saudita) agirono per far scatenare l’Iraq contro la giovanissima Repubblica Islamica dell’Iran. Dal canto suo in quella guerra Israele giocò su più piani ma scelse di colpire il “nemico arabo” (l’Iraq) piuttosto che quello islamico (l’Iran) bombardando l’impianto nucleare iracheno di Osiraq.

Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha approfittato di questa ricorrenza emblematica per far sapere che il suo Paese presenterà questa settimana all’Onu un piano di pace per la regione del Golfo chiamato ‘Coalizione della speranza’, un’iniziativa che intende coinvolgere i paesi dell’area ed è destinato a garantire la sicurezza del Golfo persico, dello Stretto di Hormuz e del Mare di Oman.

Rouhani ha criticato duramente la presenza delle forze straniere nella regione che “col pretesto che si occupano della sicurezza ha solo portato insicurezza e disgrazie”. E’ chiarissimo il riferimento alla decisione degli Stati Uniti di inviare più truppe nella regione sia in Arabia Saudita che nelle altre petromonarchie del Golfo. “Noi non ci arrenderemo, ci difenderemo e fermeremo ogni tipo di aggressione sul nostro territorio”, ha detto ancora il presidente iraniano, invitando “le forze straniere ad allontanarsi dalla regione”.

Ma, al momento, la risposta dell’Arabia Saudita non pare affatto incoraggiante. Ha infatti accusato l’Iran di essere dietro agli attacchi ai suoi impianti petroliferi, promettendo di rispondere con “misure necessarie”. Il ministro degli esteri, Adel al-Jubeir, ha detto che le armi impiegate erano iraniane di di essere pronto a mostrare le prove emerse da un’inchiesta. A riferirlo è la Bbc, ricordando che l’Iran nega ogni coinvolgimento. Dal canto suo presidente iraniano ha dichiatato che “i nemici continuano a mentire e dichiarare che sono loro a garantire la sicurezza”. “Ma se stanno dicendo la verità – ha incalzato Rohani – perche’ hanno dovuto inviare nell’area una così grande quantità di armi pericolose?”.

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