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Golpe in Bolivia contro Evo Morales. La Rete dei Comunisti chiama alla mobilitazione

Con la rivolta della Polizia ed il pronunciamento dei militari contro il governo si annulla ancora una volta in America Latina il pronunciamento democratico delle elezioni vinte da Evo Morales come è stato fatto in Brasile con Lula e tentato in Venezuela dove la risposta di forza e popolare ha impedito all’imperialismo di vincere.

Se ce ne fosse ancora bisogno questo esito dimostra la natura di certe rivolte “popolari” così come sono spacciate dai nostri mezzi di comunicazione ed a cui una certa sinistra vuole credere, ovvero strumenti in mano alle oligarchie nazionali ed all’imperialismo occidentale, USA e UE, che già si è schierato unitariamente contro il Venezuela di Maduro.

Questo colpo al movimento popolare e socialista della Bolivia avviene in un paese dove c’è stata in questi quindici anni una crescita economica equilibrata e solida, non c’è una crisi sociale come negli altri paesi del continente, a partire da Cile e dall’Argentina ed arrivando all’Ecuador, e dove la difesa dell’ambiente è stata reale. Nonostante questo i militari hanno voluto mettersi al servizio delle classi dominanti che evidentemente hanno ancora troppo potere e non solo in Bolivia.

Infatti violente manifestazioni, partite dall’area di Santa Cruz dominata dall’oligarchia bianca e mestiza, teatro di aperto razzismo contro gli indios e la loro emancipazione, hanno costretto il presidente Evo Morales in un primo momento a convocare nuove elezioni pur di mettere fine agli scontri. Una reazione completamente diversa da quella di Pinera in Cile, dove di fronte alle proteste popolari è stata invece scatenata una brutale repressione militare e poliziesca.

Quello che sta avvenendo in Bolivia è uno snodo della durissima lotta di classe in corso in America Latina in un contesto in cui borghesie locali e imperialismo Usa stanno cercando di rovesciare l’ondata progressista degli scorsi anni ma hanno subito nelle scorse settimane duri colpi nella regione. Dopo aver fallito in Venezuela ed Argentina, dopo aver usato tutti i mezzi in Brasile, ora cercano di riappropriarsi di un paese strategico come la Bolivia  viste le sue enormi ricchezze di oro e litio ed il suo ruolo nella politica dell’America Latina.

La Rete dei Comunisti esprime quindi la più profonda solidarietà internazionalista al governo e al popolo boliviano, in difesa del diritto all’auto-determinazione e della democrazia socialista e la profonda convinzione che questa avventura promossa dall’imperialismo andrà incontro ad un’altra sconfitta perché la sua crisi è una crisi di carattere generale e non si potranno ripetere in quel continente i regimi militari degli anni ’80. La Rete dei Comunisti invita tutte le forze comuniste popolari e democratiche alla mobilitazione in difesa della Bolivia e di Evo Morales.

Roma 11 novembre 2019

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1 Commento


  • E Sem

    Passi concreti? Strategie? Ci stanno calpestando e umiliando in tutto il mondo, non possiamo solo indignarci e piangere i morti. Quando agli oppressi verrà data la possibilità di essere artefici del loro destino?

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