Prosegue la mobilitazione generale in una Francia che dal #5dècembre è sempre più paralizzata dagli scioperi nei vari settori (dal trasporto pubblico all’istruzione superiore), dalle azioni di bloccaggio nei siti industriali e logistici, dalle manifestazioni unitarie di sindacati, studenti, precari e #GiletsJaunes.
La rabbia sociale cresce e si estende, mentre le organizzazioni sindacali fanno appello a una #GrèveGénérale bis, ovvero a riscendere in piazza con un nuovo sciopero il prossimo martedì 10 dicembre, dopo neanche una settimana da quello che ha visto 1,5 milioni di persone manifestare in tutta la Francia di cui 250 mila a Parigi.
Durante l’Acte 56 di ieri, i Gilets Jaunes hanno attraversato le strade di Parigi insieme ai sindacati conflittuali, lavoratori e studenti dell’AG “interprofessionel et fronts des luttes”, in un grande corteo partito da Bercy fino a Porte de Versailles. La polizia ha caricato e gasato per impedire a più riprese agli spezzoni di unirsi; nonostante questi attacchi e numerose provocazioni, bloccando e circondando il corteo in diversi punti, i manifestanti sono riusciti ad arrivare fino a Porte de Versailles.
In contemporanea, la CGT e altre forze politiche erano in piazza a Montparnasse per protestare contro la precarietà e la riforma dell’assurance-chomage, oltre che quella delle pensioni di Macron.
Per questo pomeriggio è prevista una nuova manifestazione, che partirà dal quartiere popolare e meticcio di Barbès (18° arrondissement) alle ore 14, contro le violenze delle polizia, per l’anniversario dei fatti accaduti un anno fa nel liceo Saint-Exupéry di Mantes-la-Jolie, piccolo comune nel sud-ovest dell’Ile-de-France.
Quel 6 dicembre 2018, gli studenti che avevano bloccato il loro liceo per protestare contro la riforma del ParcorSup e la Loi ORE di Macron, furono arrestati in massa dagli agenti della polizia, i quali costrinsero 151 liceali (molti dei quali minorenni) ad inginocchiarsi con le mani sopra la testa nel cortile del loro stesso liceo.
Il video (https://www.youtube.com/watch?v=TnOwLMdYBDs) di quella “classe modello” – come venne definita da un poliziotto presente sul posto – divenne una delle più significative testimonianze della brutalità e della violenza della repressione poliziesca e giudiziaria del governo Macron e del ministro degli interni Castaner. Una scena propria delle peggiori dittature latinoamericane degli anni ’80 si replicava in un paese come la Francia, “patria della democrazia e dello stato di diritto”.
Al contrario, questa rappresentava pienamente il vero volto di Macron e del suo mondo: autoritario e repressivo nei confronti delle rivendicazioni sociali delle classi popolari, asservito agli interessi delle multinazionali e dei ricchi. Saremo in piazza per denunciare le violenze della polizia, la repressione e la deriva autoritaria del governo Macron: nè oblio, nè perdono!
#ToutLeMondeDetesteLaPolice
#NiOubliNiPardon
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