Elliott Abrams, condannato per crimini di guerra in America Centrale ed oggi rappresentante degli affari statunitensi per il Venezuela, ha detto ieri al Senato che Washington sta “lavorando duramente” per rovesciare Maduro entro la fine dell’anno.
“Ovviamente speriamo che lui (il Presidente del Venezuela, Nicolás Maduro) non supererà l’anno in corso, stiamo lavorando duramente per far sì che ciò accada“, ha sottolineato il funzionario davanti al Comitato per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti.
“Perché ciò accada“, ha aggiunto, “il popolo venezuelano deve respingere il risultato delle prossime elezioni parlamentari” previste per dicembre, alle quali, due giorni fa, alcuni partiti dell’opposizione, contrariamente ad altri, hanno deciso di non partecipare, sotto la pressione dell’amministrazione americana presieduta da Donald Trump.
Questi commenti dimostrano l’intolleranza degli Stati Uniti di fronte a un processo democratico, come le elezioni in un paese libero che resiste stoicamente da anni al blocco disumano dell’imperialismo.
Abrams ha anche affermato che gli Stati Uniti devono imporre ulteriori sanzioni e impedire la crescita delle relazioni tra Iran e Venezuela.
Lo schieramento militare americano vicino alle coste del Venezuela è una misura di Trump sotto pressione in patria per la cattiva gestione degli affari interni e internazionali.
In un altro momento della sua dichiarazione, Abrams ha affermato che Washington mantiene contatti con i membri della Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) per “ripristinare la democrazia” nella nazione sudamericana, in altri termini, gli USA cercano di corrompere esponenti delle Forze Armate venezuelane per favorire un colpo di Stato o una ribellione.
“Il Comando Sud ci sta provando, loro sono in contatto con i militari venezuelani in questo momento“, ha detto il funzionario.
Abrams ha inoltre indicato che il governo degli Stati Uniti continuerà a riconoscere il leader dell’opposizione Juan Guaidó come “presidente incaricato del Venezuela” anche dopo gennaio 2021, indipendentemente dai risultati delle elezioni parlamentari venezuelane di dicembre 2020.
A luglio, Abrams aveva annunciato il lancio di una strategia di comunicazione contro il governo di Nicolás Maduro volta non solo a raggiungere il suo obiettivo di rovesciare il “sovrano Chavista”, ma anche a distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale, data l’incapacità della amministrazione Trump di affrontare i problemi interni statunitensi, incluso lo sfavorevole panorama elettorale e la crisi sanitaria scatenata dallo scoppio del Covid-19.
Gli Stati Uniti stanno conducendo una “guerra totale” contro il Venezuela per imporre un governo nella Repubblica Bolivariana, guidato dal suo “fantoccio”, il leader golpista Guaidó. L’espressione più crudele di quella guerra, secondo le autorità venezuelane, è l’insieme di misure unilaterali coercitive, comprese le sanzioni economiche, commerciali e mediche per danneggiare la popolazione.
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