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La Russia accede ai “mari caldi”. Accordo per una base navale in Sudan

La Russia di Putin sta realizzando obiettivi che non erano riusciti all’Urss  neanche negli anni migliori: l’accesso ai “mari caldi” per la propria flotta.

Dopo aver consolidato in Siria le proprie basi navali nel Mediterraneo orientale  (e con qualche ambizione a fare altrettanto anche in Libia), Mosca ha infatti firmato un accordo con il Sudan per la creazione di una base navale nel Mar Rosso per la sua flotta. A riferirlo è l’Agi riprendendo un lancio dell’Afp .

Secondo il testo dell’accordo, di cui versione preliminare era stata pubblicata a novembre, la Russia stabilirà in Sudan “un centro di supporto logistico” dove potranno essere garantite “riparazioni, operazioni di rifornimento e riposo per gli equipaggi” della marina russa. La base navale è la prima per la Russia in territorio africano e  potrà accogliere al massimo 300 persone, tra militari e civili e quattro navi.

Inoltre la Russia avrà il diritto di trasportare “armi, munizioni ed equipaggiamenti” necessari per il funzionamento della base tramite porti e aeroporti del Sudan. La creazione della base risponde “all’obiettivo di mantenere la pace e la stabilità nella regione, ha natura difensiva e non è diretta contro altri Stati”.

L’accordo tra Russia e Sudan sarà in vigore per 25 anni con un rinnovo automatico di 10 anni se nessuna delle due parti ne chiederà la cessazione. Da maggio 2019 la Russia e il Sudan sono legati da un accordo di cooperazione militare di sette anni e nel gennaio 2019, in piena crisi politica in Sudan, Mosca ha ammesso che degli istruttori russi si trovavano lì “da un po’ di tempo” al fianco delle forze governative sudanesi.

Le navi della Marina russa che potranno stazionare nella base navale in Sudan, comprendono anche le navi da guerra dotate di un impianto nucleare. L’agenzia Nova riferisce che l’accordo tra i due Paesi è stato pubblicato sul portale web ufficiale di informazioni legali del governo russo e prevede che: “Non più di quattro navi della Marina russa, comprese le navi da guerra con un impianto nucleare, potranno trovarsi nel centro logistico contemporaneamente e saranno soggette al rispetto degli standard di sicurezza nucleare e ambientale”, si legge nel documento, citato dall’agenzia di stampa russa “Sputnik”.

In base all’accordo, le autorità di Mosca dovranno avvisare quelle di Khartum almeno 12 ore prima dell’ingresso delle sue navi nelle acque territoriali del Paese africano e tre ore prima della partenza dal centro logistico.

L’installazione di una base navale/militare della Russia nel Mar Rosso è un indicatore pesante dei nuovi assetti geopolitici che stanno emergendo. Per tutti i cinquanta anni della Guerra Fredda, l’obiettivo strategico degli Usa era stato quello di impedire l’accesso della flotta sovietica ai “mari caldi” (Oceano Indiano, Mar Rosso, Mediterraneo) e di contenerla in quelli del nord. Anche negli anni del controllo statunitense sulla Russia di Eltsin la situazione era rimasta tale, anzi. Che le cose siano cambiate, soprattutto negli ultimi dieci anni, appare ormai piuttosto evidente.

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