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Vaccinazione in Gran Bretagna, stress test neoliberista

La Gran Bretagna è il primo paese in cui è iniziata – l’8 dicembre – la vaccinazione di massa contro il Covid-19 con l’obiettivo di somministrarlo alle 25 milioni di persone più vulnerabili della popolazione.

La vaccinazione è facoltativa e non obbligatoria.

Questo lunedì è cominciata anche negli Stati Uniti, un Paese che ha superato i 300mila morti. Il terzo Paese ad approvare il vaccino Pfizer-BioNTech in Occidente è stato il Canada.

Di fatto, il Regno unito è il primo terreno di sperimentazione effettivo per verificare gli effetti collaterali del prodotto Pfizer-BioNTech (già manifestatesi nel caso degli iper-allergici. che saranno esclusi dalla vaccinazione), per le difficoltà logistiche legate alla necessità di trasporto e immagazzinamento a meno 70°, per la somministrazione vera e propria, differente da quella anti-influenzale.

Altre difficoltà riguardano il fatto che può essere “spostato” solo quattro volte quando è immagazzinato dentro la catena del freddo e che, una volta “decongelato”, va usato entro 5 giorni.

Come è scritto nell’inchiesta del New York Times che abbiamo qui tradotto: “è probabile che la Gran Bretagna ne autorizzi almeno altri due, uno prodotto da Moderna e un altro da AstraZeneca e dall’Università di Oxford. Ma quando e dove ciascuno di essi sarà disponibile non è chiaro”.

Quindi per ora non si danno concrete alternative, e la mancanza di materie prima per la produzione del vaccino potrebbero sensibilmente ridurre le dosi promesse per quest’anno.

Per il Sistema Sanitario Nazionale pubblico – nonostante la privatizzazione strisciante cui è andata incontro nel corso degli anni – e per i medici di base sarà uno “stress test” nonostante, per esempio fosse già in corso la somministrazione in massa del vaccino anti-influenzale. Tutti gli esperti segnalano l’esigenza di un ingente numero di operatori per la sua somministrazione.

Finora il governo britannico non ha certo brillato nell’affrontare l’epidemia: ci sono ancora circa 20mila casi giornalieri di contagio – più di 1 milione e 800 mila totali – e più di 64mila morti, soglia che l’Italia ha superato proprio in questi giorni.

Anche nel Regno Unito si sono riscontrate tutte quelle carenze verificatesi nei Paesi capitalistici in genere e che fanno supporre che non sia affatto scontato l’esito positivo nella campagna di vaccinazione.

Il successo non è certo garantito – scrivono Stephen Castle e Elian Peltier – dato il funzionamento a macchia di leopardo della logistica durante la crisi da Covid-19 in Gran Bretagna. Nelle prime fasi della pandemia gli ospedali erano cronicamente a corto di dispositivi di protezione di base come mascherine e guanti, mettendo i lavoratori a rischio di contagiarsi.

Da allora, il governo ha fatto fatica a stabilire un sistema di test e tracciamento, nonostante abbia messo a bilancio circa 16 miliardi di dollari (più di 13 miliardi di Euro, NdT) per il tanto criticato progetto.”

Verrebbe da dire che tutto il mondo è Paese, almeno nell’Occidente capitalista: operatori sanitari mandati al massacro, test insufficienti e carenza di trattamento…

La situazione attuale è tutto meno che sotto controllo: Londra, alcune parti dell’Essex e dello Hertfordshire saranno soggette da questo giovedì a misure più restrittive, anticipando la revisione complessiva dei “livelli” previsti poer il 16 dicembre, data “la crescita esponenzialedei contagi in queste zone. Si teme che il Sistema Sanitario Nazionale, già congestionato, venga sopraffatto.

A Londra la percentuale di contagiati è aumentata sensibilmente tra il 2 e l’8 dicembre: da 166 a 225 su 100.000 abitanti.

I consulenti scientifici del governo hanno mostrato le loro forti preoccupazioni sul fatto che un allentamento delle restrizioni, previsto per i 5 giorni di festa natalizi, potrebbe portare ad una “terza ondata”, ma il governo non vuole cambiare strategia, nonostante i 13 mila pazienti ricoverati il 10 dicembre (erano solo 500 all’inizio di settembre).

Era stata proprio la Gran Bretagna a parlare per prima, con pesante cinismo, della “necessaria convivenza con il virus” e le tragedie che avrebbe portato, il tutto avendo come obbiettivo una improbabile “immunità di gregge” da raggiungere senza i vaccini.

Allora fece scandalo, ma alla fine la tentazione eugenetica del capitale ha fatto scuola ed è diventata l’ideologia dominante tra i decisori politici neoliberisti.

Sahar Gilbert, ricercatrice al Programma di Sviluppo del Vaccino di Oxford, xdurante una trasmissione televisiva della BBC non è affatto scontato che la Gran Bretagna possa evitare il destino degli USA, che hanno registrato 3.000 morti al giorno dopo il Giorni del Ringraziamento, a novembre.

Come hanno avvertito gli esperti, un peggioramento della condizione epidemica implicherebbe un rallentamento nella vaccinazione di massa, ma la cosa non sembra scalfire i tories che, per voce del Ministro degli Esteri, hanno ribadito la necessità di una “finestra di libertà” per Natale, “per spendere un poco di tempo con i propri cari”, ha dichiarato a Sky News.

L’esatto contrario di ciò che è necessario per fermare la catena del contagio, quindi.

Anche in Gran Bretagna il “Partito del PIL” – compreso il “laburista” sindaco di Londra – ha preso voce contro le possibili restrizioni, che implicherebbero la chiusura di molte attività commerciali.

Non c’è alcun vaccino contro la stupidità umana, verrebbe da dire, ma la questione di fondo è che un sistema che ha esaltato la pandemia con le sue scelte scellerate non può certo risolverla, perché l’effetto retroattivo di alcune decisioni anche sulla possibilità di vaccinazione di massa è evidente, in specie con tutte le criticità e le incognite ad esso legate.

E questo ci deve mettere in guardia da rassicuranti narrazioni.

Buona lettura.

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Dopo la caotica risposta contro il Covid, il Regno Unito si prepara al lancio di una vaccinazione di massa

LONDRA – A Bristol uno stadio è stato trasformato in una clinica temporanea per le vaccinazioni, stessa cosa per un ippodromo fuori Londra. Anche le sale civiche, le biblioteche e i parcheggi in tutto il paese vengono rapidamente trasformati in centri di vaccinazione improvvisati, con il governo che chiede consiglio agli strateghi militari.

Mentre si prepara alla somministrazione di un vaccino contro il coronavirus a partire da martedì (l’8 dicembre NdT), la Gran Bretagna si trova davanti alla più grande sfida logistica mai affrontata dal servizio sanitario del paese, la vaccinazione di decine di milioni di persone contro il coronavirus nel giro di pochi mesi. Allo stesso tempo, le autorità preposte all’applicazione della legge sono alle prese con una serie di potenziali minacce alla sicurezza per la campagna di vaccinazione.

Le vaccinazioni dovrebbero iniziare martedì in alcuni ospedali selezionati in tutta la Gran Bretagna che hanno ricevuto i primi lotti di vaccini prodotti da Pfizer e BioNTech, che devono essere conservati a bassissime temperature. Ci si aspetta però che le cliniche temporanee che vengono allestite in fretta e furia giocheranno un ruolo importante nell’allargamento del programma di vaccinazione di massa.

Agli operatori sanitari in pensione viene chiesto di aiutare, mentre il Servizio Sanitario Nazionale sta reclutando decine di migliaia di operatori del pronto soccorso e altri soggetti per aiutare nella somministrazione, man mano che il vaccino diventa disponibile per più persone.

“Penso che tutte le persone che possono aiutare dovrebbero farsi avanti”, ha detto Sarah Wollaston, che lavorò come medico prima di essere eletta in Parlamento dove è rimasta fino a poco tempo fa. Ha appena completato parte di un corso di aggiornamento online, per ottenere la qualifica per poter somministrare il vaccino.

“In sé, vaccinare qualcuno è molto semplice”, ha detto. “La sfida è la logistica.”

Mentre gli esperti del settore e i funzionari sanitari sono alle prese con questo problema, le forze dell’ordine e i tecnici informatici della polizia affrontano una sfida altrettanto pressante per quanto riguarda le potenziali minacce alla sicurezza di un prodotto così richiesto.

“È la risorsa più preziosa al mondo in questo momento”, ha affermato Lisa Forte, partner di Red Goat, una società di sicurezza informatica. “Naturalmente, questo attirerà criminali informatici altamente qualificati, gruppi criminali e attori statali”.

Europol ha avvertito che i gruppi della criminalità organizzata potrebbero prendere di mira camion contenenti vaccini per furti e sequestri, la scorsa settimana l’Interpol ha messo in guardia contro un “assalto da parte di qualunque tipo di attività criminale legato al vaccino COVID-19”, che ha descritto come “oro liquido”.

Dalla fabbrica agli ospedali e ad altri siti, il vaccino Pfizer – poiché deve essere conservato a circa meno 70 gradi – è estremamente vulnerabile al sabotaggio, oltre che al furto.

“Con il vaccino, i due rischi maggiori sono il mantenimento della catena del freddo e l’intercettazione da parte di attori pubblici o privati”, ha detto Sarah Rathke, avvocato di Squire Patton Boggs, specializzato in contenziosi sulla logistica.

“Potrebbe essere la sfida più difficile della catena di approvvigionamento posta nella storia recente, con poco tempo per prepararsi”, ha aggiunto la signora Rathke.

Secondo gli esperti gli attacchi informatici possono rivelare tantissime informazioni sui vaccini che potrebbero essere sfruttate da stati e bande criminali.

La scorsa settimana IBM ha dichiarato di aver rilevato a settembre una serie di attacchi informatici contro aziende coinvolte nella distribuzione di vaccini contro il coronavirus in tutto il mondo. IBM ha detto che gli attacchi provenienti da soggetti la cui identità non può essere determinata, avevano l’obbiettivo di capire come i vaccini sarebbero stati conservati e consegnati.

“Sono state prese di mira aziende petrolchimiche perché sono essenziali nella produzione di ghiaccio secco utilizzato per conservare il vaccino”, ha affermato Claire Zaboeva, analista senior contro le minacce informatiche presso la IBM Security X-Force.

Mentre i paesi competono per essere i primi a somministrare il vaccino – ha aggiunto Zaboeva – alcuni stati o persino gruppi terroristici potrebbero tentare di complicare e interrompere le consegne. “Distruggere e rendere inutilizzabili moltissime dosi di vaccino, questo sì, sarebbe un attacco estremamente pericoloso” ha detto.

Mentre le agenzie di sicurezza si occupano di queste minacce, il servizio sanitario britannico dovrà confrontarsi con l’intrepido piano di gestire un programma di vaccinazione di massa che deve raggiungere la popolazione il più velocemente e il più ampiamente possibile, facendo meglio di qualunque altra misura sanitaria mai vista prima.

Un ente caritatevole, la St. John Ambulance, mira a formare fino a 30.000 tecnici per le vaccinazioni e altri professionisti per dare supporto nei centri di vaccinazione.

“Distribuire un vaccino a decine di milioni di persone sarà un compito enorme e tutto ciò mentre cerchiamo di salvare vite umane e, si spera, di rendere possibile un ritorno al nostro normale stile di vita alla fine”, ha affermato Ian Hudspeth, Presidente della conferenza per il benessere di comunità della associazione dei governi locali, che rappresenta i comuni inglesi.

Il successo non è certo garantito, dato il funzionamento a macchia di leopardo della logistica durante la crisi da covid19 in Gran Bretagna. Nelle prime fasi della pandemia gli ospedali erano cronicamente a corto di dispositivi di protezione di base come mascherine e guanti, mettendo i lavoratori a rischio di contagiarsi.

Da allora, il governo ha fatto fatica a stabilire un sistema di test e tracciamento, nonostante abbia messo a bilancio circa 16 miliardi di dollari (più di 13,161 miliardi di Euro) per il tanto criticato progetto.

Inoltre, i problemi di Pfizer nell’approvvigionamento di materie prime potrebbero costringerla a dimezzare il numero di dosi di vaccino promesse per la consegna entro quest’anno in Gran Bretagna, portandole a cinque milioni. E c’è un potenziale collo di bottiglia nella produzione di ghiaccio secco necessario per l’imballaggio e la spedizione del vaccino.

Eppure, gli esperti sono cautamente ottimisti sul fatto che la distribuzione del vaccino andrà meglio rispetto ai precedenti e infruttuosi sforzi del governo per affrontare la pandemia perché sarà gestita sotto l’egida del Servizio Sanitario Nazionale che ha una vasta esperienza nell’organizzazione di vaccinazioni di massa, come i vaccini antinfluenzali annuali.

“Non sarà senza problemi a causa delle sue dimensioni e della logistica – sarei stupito se, in sei mesi qualcosa, da qualche parte, non andasse storto”, ha detto Helen Buckingham, direttrice strategica e operativa presso il Nuffield Trust, un istituto di ricerca specializzato sulla sanità.

Ma il concetto di vaccinazione di massa è un concetto familiare, ha aggiunto, “e in generale le persone si stanno impegnando molto per farlo funzionare”.

I vaccini saranno fatti in tre diversi tipi di luoghi: ospedali; studi medici e cliniche; e centri di vaccinazione temporanei ancora in preparazione, compresi luoghi con drive-through, stadi ed edifici pubblici. I medici di famiglia, che sopporteranno gran parte del carico di lavoro, possono fare affidamento sulla loro esperienza in quanto somministrano almeno 15 milioni di vaccini antinfluenzali ogni anno.

Tuttavia, la vaccinazione contro il coronavirus sarà diversa per diversi motivi. Oltre al vaccino di Pfizer e BioNTech, è probabile che la Gran Bretagna ne autorizzi almeno altri due, uno prodotto da Moderna e un altro da AstraZeneca e dall’Università di Oxford. Ma quando e dove ciascuno di essi sarà disponibile non è chiaro.

Martin Marshall, presidente del consiglio del Royal College of General Practitioners (l’ordine dei medici di base), osserva che i requisiti di refrigerazione, in particolare per i vaccini Pfizer e Moderna, introducono una complicazione che i medici di solito non devono gestire con i vaccini antinfluenzali. Entrambi richiedono una seconda iniezione dopo diverse settimane, il che può diventare un incubo amministrativo.

“Siamo abbastanza abituati a gestire grandi programmi di vaccinazione, ma ovviamente nessuno si è mai trovato in una situazione in cui i vaccini non arrivano in siringhe pre-riempite” ha detto Marshall.

Gli studi medici e altre cliniche temporanee potrebbero entrare maggiormente in gioco, dicono gli esperti, se il vaccino AstraZeneca dovesse ottenere l’approvazione. Oltre a costare molto meno, può essere conservato a normali livelli di refrigerazione.

Poi ci sono preoccupazioni che l’inglese medio, per non parlare dei manifestanti no vax, sarà riluttante ad accettare i vaccini Pfizer e Moderna, che si basano su una tecnologia non lungamente sperimentata.

La priorità andrà alle persone a più alto rischio e ai cittadini più anziani, quindi sarà necessario anche un sistema per reperire le persone prescelte per gli appuntamenti in orari specifici, e poi rintracciarle di nuovo tre settimane dopo per il richiamo.

I primi piani per vaccinare i residenti delle case di riposo sono stati accantonati a causa del problema di suddividere in sicurezza i lotti da 975 dosi che Pfizer spedisce per poi trasportarli in quelle strutture. E non è chiaro quando e in quale quantità saranno disponibili altri vaccini.

Tutto ciò deve essere fatto in un momento in cui il settore sanitario è sottoposto a forti tensioni, il suo personale è allo stremo dopo mesi di incessante pressione e durante la stagione invernale in cui le persone sono generalmente più portate ad ammalarsi.

Tuttavia, Marshall è fiducioso che il lancio del vaccino possa avere successo.

“Penso che riusciremo a farlo funzionare se lavoriamo con il SSN e saremo flessibili”, ha detto. “ne va della forza del SSN, che è un sistema centralizzato, ben organizzato e gestito – e ne va anche dei nostri valori”.

Traduzione a cura di C.D.

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