Al di là dei connotati grotteschi legati a certi atteggiamenti e all’abbigliamento di alcuni protagonisti, ieri a Capitol Hill è andato in scena un vero e proprio tentativo di colpo di stato.
“Ci è sembrato – confida a “Faro di Roma” l’economista Luciano Vasapollo – di rivedere l’assalto al Parlamento di Caracas guidato l’anno scorso da Juan Guaidò: anche lì erano ‘quattro pagliacci’, ma l’intento era lo stesso: sovvertire un governo legittimo, come quello di Maduro, per sostituirlo con chi dopo aver perso le elezioni vuol fare la voce grossa.
In questo caso però non si è trattato solo di quattro pagliacci, ma sicuramente di qualcosa che è stato studiato a tavolino, pianificato perché, per esempio, si è assistito da parte delle forze dell’ordine ad una resistenza quasi inesistente: sembrava quasi che dicessero ‘entrate’ ai manifestanti.
E risulta agli atti che è stato chiesto al Pentagono l’intervento della Guardia Nazionale ma è stato negato l’intervento e per arrivare a dichiarare il coprifuoco ci sono volute tre ore, con 4 morti e i primi 52 arresti.
Quindi tutto farebbe pensare, ma non abbiamo prove, che c’è stato un tentativo di golpe motivato dai grandi interessi delle multinazionali, della borghesia, dei settori militari e che, ad un certo punto, probabilmente, le cose non sono andate come dovevano andare, per cui non si sono schierati i poteri forti nella loro complessità e l’emergenza è rientrata”.
“L’altra riflessione su ieri, però – continua Vasapollo – io proverei a formularla con un proverbio che riflette con semplicità alcuni elementi di realtà che non vengono fatti emergere nelle analisi di queste ore: ‘Chi di spada ferisce di spada perisce’.
Sì, perchè quello che è avvenuto ieri negli Stati Uniti è semplicemente la dimostrazione di qual è il senso della democrazia borghese occidentale, cioè di una democrazia che è fondata semplicemente sulla legge del più forte con l’affermazione del potere di classe, del potere del profitto.
Negli Stati Uniti in questo momento si stanno scontrando due concezioni della borghesia, due aree, non so quale sia più più buona, ovvero se ci sia del buono in una delle due: si scontrano due centri di interesse differenti, quello di Trump che si basa, diciamo così, sul populismo e che ritrova anche una serie di consensi nelle classi medie o nelle classi basse e bassissime, alimentandosi di ossigeno nel senso reazionario e di nazione, e che fa riferimento alle grandi multinazionali del petrolio, delle finanze e degli armamenti.
E l’altro centro di interessi, quello rappresentato da Biden, che rappresenta la concezione di una borghesia non direi più moderna ma diversa, incarnata in un’area più elevata, con anche dentellature nelle classi medie o nelle classi reazionarie”.
“Sappiamo storicamente – ragiona Vasapollo – che il potere democratico si è presentato su scala internazionale molto più coercitivo, più repressivo e più violento addirittura di quello repubblicano, basti ricordare le guerre del Vietnam e di Corea, intraprese senza riconoscere quelli che sono i processi di autodeterminazione.
Per questo diciamo oggi che ‘chi colpisce di spada perisce’, perché negli Stati Uniti è radicata l’idea che l’unica democrazia è quella occidentale e che la si esporta facendo anche uso della guerra di interventismo.
Ed è quello che tentano di fare fomentando i colpi di stato in America Latina. Vogliono affermare la propria leadership sul piano mondiale come hanno fatto per uscire dalla crisi del 1929 quando hanno usato la Seconda Guerra Mondiale.
Esportano democrazia con la guerra e in alcuni casi, come è accaduto nel ’45 in Europa e anche in Italia, si appropriano di quella che è stata la vittoria della resistenza partigiana, che era comunista, cristiana e repubblicana.
Una resistenza questa, antifascista e antirazzista, di cui si appropriano e che è simbolicamente espressa dalla scena più controversa del film di Benigni “La vita è bella” quando viene mostrato il carro armato statunitense libera dal nazismo quando a farlo è stato invece la resistenza eroica dell’Unione Sovietica, con 26 milioni di morti e il sacrificio delle resistenze popolari comuniste e cattoliche democratiche”.
Secondo Vasapollo, dunque, il cambio tra Trump e Biden non porterà in automatico a rapporti più giusti tra gli Usa e il resto del mondo perché nelle presidenze democratiche non sono mancati interventi illegittimi e criminali in Paesi sovrani: se Trump ha aiutato il golpe in Bolivia, Obama ha favorito quello in Honduras.
“Verrebbe da chiedersi allora – scherza il professore – perché tutto questo scandalo adesso che Trump non vuole mollare. Negli Stati Uniti il presidente legittimo è considerato come colui che si mostra sulla scena internazionale brandendo dei poteri. Ovviamente non è così. Il problema è quale democrazia noi auspichiamo: si sta dimostrando che l’unica via per l’umanità è un sistema che metta da parte la logica, la sovrastruttura, del diritto imperialista e capitalista e che marci con le democrazie popolari, quelle dell’autodeterminazione dei popoli”.
Per questo, conclude Vasapollo, “sono importanti le reazioni da parte della Cina e della Russia a difesa dell’ordine democratico negli Usa. Lo si evince dal bellissimo comunicato di ieri del presidente Maduro volto a difendere i cittadini statunitensi dal rischio di una dittatura”.
Nella foto e nel video: a nome della Rete in difesa dell’Umanità, Luciano Vasapollo parla davanti alla Casa Bianca alle giornate per la liberazione dei cinque eroi cubani nel giugno 2013.
* Da IlFarodiRoma
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Walter Gaggero
La ricostruzione dell’Osservatore romano mi sembra interessante
E’ il vicepresidente che in contrasto con Trump ha concesso la Guardia nazionale,