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Francia. Per il reintegro di Gaël Quirante, sindacalista licenziato dalla ministra del Lavoro

Gaël Quirante, segretario sindacale di SUD Poste 92 (dipartimento Hauts-de-Seine), è stato licenziato il 25 marzo 2018 dalla direzione de La Poste e la decisione del suo licenziamento è stata convalidata dall’ex ministra del lavoro, Muriel Pénicaud. SUD Poste 92 è la prima organizzazione sindacale a La Poste nel dipartimento Hauts-de-Seine, con il 52,02% dei voti ricevuti alle ultime elezioni delle rappresentanze di settore nel dicembre 2015.

Gaël è uno dei 150 postini che hanno scioperato per 15 mesi nel 2018-2019 contro i piani di “riorganizzazione” della direzione che prevedono licenziamenti di massa e un serrato attacco ai diritti dei lavoratori, in particolare sui turni e sull’orario di lavoro a scapito della salute dei lavoratori postali e a rischio dello stesso servizio pubblico. Uno sciopero vittorioso divenuto simbolo indiscusso della determinazione e della forza della lotta sindacale e sociale contro una delle più grandi aziende del Paese.

Il docu-film “Grevons” (disponibile gratuitamente qui) racconta le tappe di questa lotta e l’organizzazione messa in campo, in particolare attraverso la cosiddetta “caisse de grève”, una vera e propria cassa di resistenza che ha permesso di sostenere economicamente non solo le mobilitazioni ma soprattutto i lavoratori e le loro famiglie durante i mesi di sciopero. La solidarietà riconosciuta ai postini in lotta è stata enorme e ha toccato diversi settori sociali, dai lavoratori di altre aziende agli studenti universitari.

Da marzo 2007, La Poste ha chiesto ufficialmente per ben quattro volte il licenziamento di Gaël, ma l’Ispettorato del Lavoro, impegnato nel verificare le motivazioni dei licenziamenti dei rappresentanti sindacali, ha sistematicamente rifiutato questa richiesta: il suo licenziamento è stato rifiutato dall’Ispettorato del Lavoro nel 2010, dal ministro del Lavoro Xavier Bertrand nel 2011, poi dal Tribunale Amministrativo nel 2014.

La Corte d’Appello ha annullato quest’ultima decisione nel 2017, riavviando così l’intero procedimento. Infine, l’Ispettorato del lavoro ha di nuovo rifiutato il suo licenziamento.

La Poste, determinata a licenziare Gaël con l’intento di “punirne uno per educarne cento”, ha poi sottoposto la questione all’ex ministra del Lavoro Muriel Pénicaud (da luglio sostuita da Élisabeth Borne), la quale, in linea con l’impostazione politica del governo Macron di asservimento completo agli interessi delle multinazionali e alle richieste padronali, ha deciso di passare all’attacco convalidando il licenziamento di Gaël.

La relazione della contro-inchiesta a seguito dell’ennesimo ricorso, presentato da La Poste contro la decisione dell’Ispettorato del Lavoro, aveva confermato il rifiuto del licenziamento, motivando quanto segue:

– «Inoltre, tenuto conto del contesto in cui si sono svolti i fatti e del clima deleterio prevalente all’epoca dovuto in particolare alla durata eccessivamente lunga dello sciopero e al comportamento de La Poste, i fatti in questione non sono sufficientemente gravi da giustificare il licenziamento del sig. Quirante»;

– «Il dipendente è stato sottoposto a numerose sanzioni disciplinari, alcune delle quali appaiono particolarmente severe, sproporzionate o discriminatorie»;

– «La società ha discriminato il signor Quirante facendo pressione su altri agenti per ottenere una testimonianza contro di lui».

Muriel Pénicaud, che era già stata incriminata come CEO di Business France per 671 violazioni del Codice del lavoro, ha tuttavia scelto di ignorare questi aspetti e ha scelto di convalidare il licenziamento di Gaël. L’obiettivo è sempre stato chiaro: reprimere e punire chi ha “osato” lottare per i propri diritti organizzando sindacalmente i lavoratori e promuovendo scioperi determinati e azioni dirette contro la direzione de La Poste.

Nel gennaio 2019 una decisione della corte di Versailles ha dato a Gaël la possibilità di continuare ad agire come delegato sindacale nonostante il suo licenziamento e questo ha rappresentato un primo passo verso la sua reintegrazione. Oggi (14 gennaio) il Tribunale di Cergy si pronuncerà su questa reintegrazione: ottenerla sarebbe una vittoria per tutti i lavoratori postali e una pesante sconfitta per La Poste, che sta cercando di accelerare la riduzione dei posti di lavoro in tutta Francia.

Un presidio di solidarietà è stato convocato per questa mattina al fianco di Gaël, per sostenere la legittima reintegrazione e per continuare a lottare contro lo smantellamento del servizio pubblico, la regressione dei diritti dei lavoratori e la repressione sindacale attuati dalla direzione de La Poste. Perché se “toccano uno, toccano tutti”.

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