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Nuova guerra. Stop a Sputnik in Europa, niente meeting Biden-Putin

“Priorità ai vaccini prodotti sul territorio europeo. Non abbiamo assolutamente bisogno dello Sputnik V” ha dichiarato il Commissario Europeo Thierry Breton ai microfoni della televisione francese Tf1. Breton è l’incaricato al dossier per i vaccini ed ha precisato che “i russi hanno difficoltà a produrre il siero e noi li aiuteremo nel secondo semestre se ne avranno bisogno”.

Di un possibile impiego nell’Unione Europea del vaccino di produzione russa Sputnik V si era più volte parlato nelle ultime settimane. La stessa Merkel, oltre che Draghi, avevano aperto un varco ad un suo possibile utilizzo. In Italia l’Istituto Spallanzani di Roma sta per stipulare un primo accordo per una sperimentazione in forma scientifica del vaccino Sputnik, per quanto riguarda lo studio sulle varianti.

Non solo. E’ già previsto che l’Ema (agenzia del farmaco europea) debba fare delle ispezioni in Russia per valutare la produzione dello Sputnik V.

La valutazione dell’Ema sullo Sputnik però è prevista non prima di maggio. In alcuni paesi europei, alcuni esponenti politici  hanno sostenuto che la campagna di vaccinazione con il vaccino russo dovrebbe invece  cominciare il prima possibile senza aspettare l’Ema, come avvenuto già in alcuni paesi dell’Europa dell’est (Ungheria in primis ma non solo).

Fino ad ora sull’uso dello Sputnik è prevalsa la cautela, anche se sono andati avanti accordi di produzione o di sperimentazione  del vaccino russo in Europa. La cancelliera tedesca Merkel ha spiegato che il vaccino russo potrà essere usato in Germania esclusivamente dopo l’approvazione dell’Ema, a seguito della quale sarebbe meglio fare un acquisto comune europeo, come per gli altri vaccini, ma se l’acquisto da parte dell’Unione Europea non dovesse esserci, allora la Germania acquisterà le dosi da sola.

Ma a fronte di queste aperture e possibilità di differenziare gli approvvigionamenti di vaccini inserendovi anche lo Sputnik, è arrivata la gelata del commissario europeo Breton che ha stoppato il ricorso al vaccino russo nonostante questo sia ormai utilizzato da molti paesi nel mondo.

Per compensare una decisione che a molti appare decisamente incomprensibile  – se non per motivazioni squisitamente geopolitiche – Breton si è lasciato andare a previsioni piuttosto azzardate, affermando che l’Unione Europea potrebbe raggiungere l’immunità di gregge entro il 14 luglio, (che poi, guarda caso, è il giorno della festa nazionale in Francia, ndr). “Tra marzo e giugno, saranno consegnate tra 300 e 350 milioni di dosi di vaccino”, ha aggiunto Breton.

Insomma difficile non intravedere interessi più geopolitici che sanitari intorno a questo stop dello Sputnik. Forse un messaggio all’alleato statunitense impegnato a rilanciare a tutto campo una nuova guerra fredda contro la Russia.

Una escalation su cui si registra un altro episodio,  marginale ma significativo. Il ministero degli Esteri russo ha reso noto “con rincrescimento” che “gli americani non hanno sostenuto la proposta del presidente Putin di avere un colloquio con il presidente Biden il 19 o il 22 marzo nel forma di una videoconferenza aperta”.

Il presidente russo Putin aveva avanzato questa proposta di “distensione” dopo che Mosca ha annunciato il richiamo del proprio ambasciatore a Washington a seguito delle dichiarazioni fatte dal presidente americano che in un’intervista televisiva ha detto di pensare che Putin sia “un assassino”, tesi tra l’altro ribadita anche dalla speaker “democratica” della Camera Usa, Mancy Pelosi. Dunque non una maldestra esternazione di Biden ma una valutazione condivisa dell’attuale establishment statunitense “non trumpiano”.

Nel comunicato di Mosca si specifica che l’obiettivo della videoconferenza informale tra Putin e Biden sarebbe stato quello “di discutere una serie di problemi che si sono creati tra i due Paesi insieme al tema della stabilità strategica”.

Mosca considera i mancati colloqui “un’altra opportunità mancata di trovare una via d’uscita dall’attuale impasse delle relazioni tra Stati Uniti e Russia” ed afferma che “la responsabilità per questa situazione è interamente degli americani”.

Prima della dichiarazione del ministero degli Esteri, il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov aveva detto che Putin non ha altri colloqui pianificati con gli americani, con Washington che non ha espresso la sua disponibilità al loro svolgimento.

Insomma una nuova Guerra Fredda? Freddissima

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