Ecco come il Sole 24 Ore sintetizza l’esito incerto del Consiglio dei Ministri concluosi alle 20.40 di stasera
“Sulla riforma previdenziale, però, la strada è tutta in salita. E nemmeno il Cdm, che si è riunito alle 19 con un’ora di ritardo sul ruolino di marcia, è riuscito a sciogliere il nodo. Il Senatur non vuole infatti cedere e a nulla sono serviti gli incontri di oggi del premier: prima con Giulio Tremonti, poi al Colle con Giorgio Napolitano, e successivamente sempre con il ministro dell’Economia. Quindi l’impasse al Consiglio dei ministri preceduto da un summit tra Berlusconi, Tremonti e Bossi, dai toni tempestosi. Ma la trattativa continua anche dopo in una cena tra il premier, Tremonti, il Senatur e gli altri ministri della Lega. Obiettivo: trovare una difficile quadra. Con il Cavaliere che comincia a pensare a un piano B per uscire dal cul de sac: presentarsi mercoledì a Bruxelles con un “impegno serio” e un “calendario definito” delle misure che il governo intende prendere, per poi entrare in un secondo momento nei dettagli della riforma”.
Il Consiglio dei ministri si è riunito in seduta straordinaria stasera alle 18. Una riunione del Consiglio convocata sotto la pressione dell’Unione Europea per varare le “misure strutturali” entro tre giorni. La principale misura alla quale pensa il capo del Governo è quella sulle pensioni. Altra misura che potrebbe essere esaminata dal Consiglio dei ministri di questa sera è la cessione degli immobili pubblici. «Forse potremo ridurre il debito pubblico anche prima del 2013 ponendoli sul mercato», ha detto sempre ieri Berlusconi. La Lega, però, mette le mani avanti e per bocca dell capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, fa sapere di non essere disponibile a trattare sulle pensioni. Berlusconi è finito dunque nella morsa tra Merkel e Sarkozy in un incontro della mattina. E nella morsa del presidente della Commissione Europea Barroso e del presidente del Consiglio europeo Van Rompuy che hanno fatto pressione per l’attuazione rapida di interventi urgenti su bilancio e sviluppo. Interventi questi che non si limitano al taglio sulle pensioni ma che chiedono esplicitamente l’attuazione della lettera della Bce del 5 agosto anche in materia di contratti di lavoro, licenziamenti, privatizzazioni. Sull’ampiezza e la natura delle misure che l’Italia commissariata dalla Ue deve intraprendere, sia Van Rompuy che Barroso sono stati espliciti, assai più del siparietto tra Merkel e Sarkozy sul quale invece è stata distolta e concentrata l’attenzione dell’opinione pubblica.
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