Il grado in cui le esportazioni sono utilizzate da altri paesi per commerci successivi con l’estero può sembrare poco rilevante per i responsabili politici, in quanto il contributo del valore aggiunto interno al commercio non cambia, ma è comunque un utile indicatore della misura in cui le esportazioni sono integrate nelle reti produttive internazionali e utili per esplorare il legame tra commercio e investimenti. Ovvero è un dato che ci fa capire il valore prodotto da un paese.
La presenza di catene globali del valore rende però difficile misurare il trasferimento internazionale di plusvalore e quando vengono individuate differiscono dal grado di sfruttamento della forza lavoro multinazionale integrata in una catena del valore globale.
La sua attuale importanza è indiscutibile: l’UNCTAD stima che circa l’80% del commercio mondiale (in termini di esportazioni lorde) sia legato alle reti internazionali di produzione di TNC, sia nel commercio interno che nei meccanismi nazionali di esportazione (inclusi tra questi la produzione conto terzi, le licenze e il franchising) e attirando transazioni a condizioni di mercato che coinvolgano almeno una multinazionale (UNCTAD, World Investment Report 2013 p. 135).
L’inter-territorialità dei processi produttivi pone alcuni problemi contabili. Le esportazioni misurate nella bilancia dei pagamenti includono il valore aggiunto interno, cioè la parte delle esportazioni create nel paese che contribuisce al PIL. La somma del valore aggiunto estero e interno è pari alle esportazioni lorde.
Ma il valore aggiunto esterno deve essere rappresentato anche come percentuale delle esportazioni, poiché indica che parte delle esportazioni di un paese sono input prodotti in altri paesi. È la parte delle esportazioni nazionali che non si somma al PIL. Questa variabile è correlata ad una letteratura attiva sulla misurazione della specializzazione verticale, e il primo indicatore calcolato è il valore degli input importati nel totale delle esportazioni (lorde) di un Paese.
L’affinamento di questo indicatore di specializzazione verticale corregge il fatto che il valore delle importazioni (lorde) utilizzato dal paese A per produrre esportazioni (come ricavato dalle tabelle IO “standard”) potrebbe effettivamente incorporare il valore aggiunto nazionale del paese A che è stato utilizzato come input dal paese B, dal quale viene poi fornito il paese A, consentendo allo stesso tempo che il valore aggiunto estero del paese B incorpori il calcolo degli input del paese A.
[VEDERE HUMMELS D., ISHII J., YI KM (2001), La natura e la crescita della specializzazione verticale nel commercio mondiale Journal of International Economics 54 (1); 75-96; JOHNSON R.C., NOGUERA G. (2012), Contabilità per intermedi: condivisione della produzione e commercio del valore aggiunto, Journal of International Economics 86 (2), 224-236].
L’esistenza di catene globali rende la prospettiva incompatibile delle imprese, che è quella del business internazionale, con la prospettiva dello sviluppo nazionale. Che deriva dalla logica economica.
Nel caso delle aziende, le GVC (Global Value Chains) sono definite da filiere frammentate, con attività disperse a livello internazionale e attività coordinate da un’azienda leader (una multinazionale).
Ma dal punto di vista nazionale, le GVC spiegano come le esportazioni possono incorporare input importati, cioè come le esportazioni incorporano il valore aggiunto prodotto nel Paese e all’estero. Per le imprese, investimento e commercio sono forme complementari, ma alternative, di azione internazionale, ovvero un’impresa può accedere a mercati o risorse esterne attraverso la costituzione di una filiale o attraverso il commercio.
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Nella foto: la Place des Dumas e le catene spezzate di Parigi che che simboleggiano la libertà e l’abolizione della schiavitù (1848). L’opera ha un diametro di 4 metri e pesa circa 5 tonnellate. Il generale Dumas subì la schiavitù ad Haiti in quanto figlio illegittimo del marchese Alexandre Antoine Davy de la Pailleterie e della sua schiava personale Marie Césette, soprannominata Dumas.
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