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Mali. Manifestazioni in tutto il paese contro le sanzioni e le ingerenze europee

Migliaia di persone sono scese in strada in diverse città del Mali per protestare contro le sanzioni imposte dalla Comunità dei Paesi dell’Africa Occidentale (Cedeao) su istigazione della Ue e degli Usa.

Grandi manifestazioni sono avvenute nelle città meridionali di Koutiala, Bougouni e Kita, mentre nella capitale Bamako il concentramento è avvenuto nella centralissima piazza dell’Indipendenza.

 

Domenica scorsa nel vertice ad Accra, i leader della Cedeao hanno imposto nuove sanzioni al Mali dopo la decisione della giunta militare di Bamako di restare al potere per altri quattro anni e di rinviare le elezioni presidenziali inizialmente fissate al mese prossimo.

Le sanzioni prevedono la chiusura delle frontiere terrestri e aeree con altri paesi appartenenti al blocco regionale, il divieto di viaggio e il congelamento delle attività finanziarie di tutti i membri dell’autorità di transizione e delle rispettive famiglie.

In Mali la giunta guidata dal colonnello Assimi Goita inizialmente aveva accettato di tenere nuove elezioni alla fine febbraio, come richiesto dalla Cedeao, salvo poi annunciare il rinvio del voto al 2026.

L’Unione Europea, vera ispiratrice delle sanzioni, terrà prossimamente una riunione ministeriale con i cinque Paesi del Sahel e continuerà a lavorare sulle sanzioni da imporre contro chi “ostacola la transizione democratica in Mali”, ha annunciato l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell.

Il quale ha definito la situazione “preoccupante”, affermando contemporaneamente che “Manteniamo la nostra attività e la nostra missione di formazione delle forze armate e di sicurezza del Mali e la sospensione del sostegno al budget”.

Come noto in Mali c’è ancora un forte contingente militare francese (ma anche italiano, ndr) che però è diventato ormai “ospite non gradito“.

A livello diplomatico Borrell ha detto di aver convocato un incontro ministeriale tra Ue e i cinque ministri degli Affari esteri del Sahel e questa sarà seguita da una riunione della “coalizione Sahel convocata dalla Francia”, appiattendo completamente la Ue sugli interessi coloniali di Parigi nel paese centroafricano.

Ma in Africa le ingerenze europee appaiono sempre meno tollerate. La prestigiosa rivista Jeune Afrique, riporta che l’ex presidente della Costa D’Avorio Laurent Gbagbo (deposto militarmente dai soldati francesi), ma anche star del reggae come Alpha Blondy e diversi movimenti sociali africani, denunciano le sanzioni contro il Mali.

In una dichiarazione rilasciata l’11 gennaio, l’ex presidente ivoriano Laurent Gbagbo, coerente con il suo risoluto orientamento panafricanista, ha detto di stare “fermamente al fianco del fraterno popolo del Mali” e di trovare “eccessive e impertinenti le misure di ritorsione prese dall’ECOWAS“.

Figura rispettata della sinistra africana, l’ex capo di stato si dice anche pronto ad “accompagnare qualsiasi approccio per una soluzione pacifica della crisi in Mali“, riferisce Jeune Afrique.

Circola poi un video di Alpha Blondy, la star del reggae ivoriano, che ha reagito alle sanzioni imposte al Mali. “Vorrei rivolgermi a tutti i presidenti dell’ECOWAS. Queste sanzioni che avete adottato contro il Mali sono un’ammissione della vostra impotenza. I maliani non devono essere vittime della vostra incapacità di trovare una soluzione al problema jihadista del Mali“, ha detto Alpha Blondy, secondo Jeune Afrique.

Il quotidiano ivoriano Le Temps scrive che in questo caso “l’Eliseo si svela finalmente”! Secondo il giornale, “il metodo in questa materia non cambia. È lo stesso, soprattutto quando gli occidentali si sentono minacciati dalla volontà degli africani di prendere in mano il loro destino”.

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