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La rotta dei fascisti spagnoli e ucraini: Madrid–Barcellona–Kiev e ritorno

In queste prime settimane di guerra, i giornali mainstream catalani e spagnoli hanno presentato il governo Zelensky come un alfiere della libertà tout court, senza alcun cenno alle formazioni nazifasciste che lo affiancano nella propria avventura.

Un dettaglio sul quale cala un silenzio tanto imbarazzante quanto interessato, interrotto solo da alcune voci isolate quale quella di Público, la cui redazione ha scoperchiato i legami tra la destra radicale spagnola e i neofascisti ucraini.

Secondo l’inchiesta apparsa all’inizio del mese sulle pagine del quotidiano, la sezione spagnola di Svoboda (il partito dell’ultradestra ucraina) si addestra armi alla mano in una zona boscosa vicino Madrid.

Le immagini che Público ha estratto da varie pagine internet del gruppo sono eloquenti: davanti a una bandiera franchista e un simbolo delle SS, alcuni giovani in abiti militari esibiscono delle mitragliette. Altri scatti immortalano gli esponenti del gruppo mentre impugnano delle pistole.

Vedremo se la fiscalia spagnola investigherà le circostanze e i dettagli delle “riunioni” di Svoboda Spagna con lo stesso zelo che riserva agli antifascisti, ai militanti dell’izquierda abertzale e a quelli dell’esquerra independentista. Per ora di certo ci sono i legami del gruppo ucraino con l’organizzazione neonazista Hogar Social Madrid e con la Falange Española.

Nel febbraio del 2015, HSM organizzò un incontro con diversi membri di Svoboda stabilitisi in Spagna e con due esponenti di Pravy Sector. I rapporti tra il neofascismo ucraino e quello spagnolo erano già consolidati grazie alla storica relazione tra Ultras Sur, un gruppo di tifosi del Real Madrid, e White Boys Club, gli ultras della Dinamo Kiev, quest’ultimi arruolatisi in gran numero nel battaglione Azov e accorsi nel Donbass.

Secondo l’approfondita inchiesta collettiva Dai neocons ai neonazi. La destra radicale nello Stato spagnolo, edita l’anno scorso dalla Fondazione Rosa Luxemburg, diversi membri del famigerato battaglione assicurano di aver combattuto in Donbass a fianco di volontari provenienti dalla Spagna.

Anche così si spiegherebbe l’eccentrico video diffuso dal battaglione Santa Maria che, dopo aver combattuto in Donbass a fianco di Azov, si offriva di recarsi in Catalunya per reprimere l’indipendentismo e ricambiare il favore ai nazionalisti spagnoli.

Più recentemente, il leader dell’organizzazione neonazista ucraina Tradizione e Ordine, appare in un video diffuso in rete nel quale invita alla difesa di Mariupol mentre sfoggia un simbolo della Falange Española ben visibile sulla divisa militare.

A Madrid, Svoboda controlla l’associazione patriottica Volya, distintasi per la difesa di Roman Zozulya, il calciatore accusato dai tifosi antifascisti del Rayo Vallecano di sostenere i gruppi neonazisti ucraini. Zozulya si era fatto fotografare in posa a fianco di un ritratto di Stepan Bandera (il tristemente celebre collaborazionista ucraino dei nazisti) e assieme ad alcuni miliziani del battaglione Azov.

L’associazione Volya aveva firmato un appello in difesa del calciatore sottoscritto anche da Inform Napalm (una piattaforma che ha sostenuto la guerra contro le repubbliche del Donbass ) e da altre associazioni dell’emigrazione ucraina tra cui Khortytsya. Attiva a Tarragona (Catalunya), Khortytsya ha organizzato in queste prime settimane di guerra una raccolta di aiuti per l’Ucraina assai pubblicizzata dalla stampa locale.

Ebbene, secondo Som Antifeixistes (la rete antifascista catalana) Khortytsya mantiene ottime relazioni con il fascismo ucraino: in seguito a una semplice indagine sulla rete, Som Antfeixistes ha denunciato sia le foto dei membri dell’associazione in posa con alcuni paramilitari del battaglione Azov che le dichiarazioni di sostegno a Pravy Sector, accompagnate dall’invio di bandiere spagnole al partito neofascista ucraino.

Si potrebbe pensare che i tentacoli nazifascisti penetrati nell’emigrazione ucraina in Spagna siano un aneddoto, però l’associazione Volya di Madrid e Khortytsya di Tarragona formano una rete più che sospetta anche con Alikante Khito Yak Ne My, un’altra associazione che, secondo la denuncia di Som Antifeixistes, mantiene da anni rapporti con il battaglione Azov.

Una vera e propria rete di sostegno esterno al neofascismo ucraino che opera indisturbata nel territorio spagnolo e che si è già distinta per altre mobilitazioni come quella a favore di Nadia Savchenko.

Unica donna soldato ucraina a partecipare alla missione in Irak nel 2004, la Savchenko diventa in seguito pilota aereo da combattimento e nel 2014 si unisce al battaglione Aidar (una milizia nazifascista i cui crimini di guerra e le cui violazioni dei diritti umani sono state denunciate da Amnesty International) per combattere in Donbass.

Qui è coinvolta nell’omicidio di due giornalisti della televisione pubblica russa VGTRK e successivamente catturata dai soldati delle repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk. Processata e condannata per l’omicidio dei due giornalisti, viene graziata da Putin e può così ritornare in patria, dove intraprende una controversa carriera politica.

Ebbene, le associazioni ucraine sul territorio spagnolo che oggi raccolgono aiuti “umanitari” sono le stesse che chiedevano la liberazione della nazifascista Savchenko.

La domanda è scontata: a chi andranno gli aiuti raccolti in queste ultime settimane dai cittadini di Tarragona, così come di molte altre città spagnole? Perché la denuncia di Som Antifeixistes è passata quasi del tutto inosservata? E infine, cosa accadrà ai 16 ucraini che hanno lasciato Tarragona per andare al fronte e che sono stati descritti quasi come eroi dalla stampa locale? Al ritorno nello Stato spagnolo la polizia riserverà loro lo stesso trattamento con cui sono accolti i reduci antifascisti dal Kurdistan?

Ma in questi giorni non solo gli emigrati ucraini in Spagna sono diretti a Kiev. Secondo Jordi Borràs, fotografo e giornalista catalano autore di numerose inchieste sulla destra radicale, almeno un gruppo di neonazisti spagnoli avrebbe già lasciato Barcellona per unirsi alle milizie ucraine.

Una involontaria ed eloquente prova del focolaio neofascista, nel quale la destra radicale europea sembra poter recarsi indisturbata per addestrarsi militarmente e partecipare alle azioni di guerra, è stata fornita dalla televisione basca ETB, allineata alle posizioni del Partido Nacionalista Vasco [di destra, ndr] e apertamente filoucraina: l’emittente ha diffuso un’intervista a un giovane tarragonino impegnato a pattugliare con il fucile in braccio le strade di Kiev.

L’aspirante miliziano, nome di battaglia El Conquistador, si è appena arruolato nel battaglione Azov e, dopo un breve addestramento, è in attesa di essere inviato al fronte. Che cosa accadrà al momento dell’eventuale ritorno in patria del Conquistador e dei suoi camerati?

Si accerteranno le loro responsabilità e le unità in cui si sono arruolati? Si indagherà il loro coinvolgimento in eventuali crimini di guerra? La fiscalia spagnola, sotto il controllo del governo del PSOE, è già in grave ritardo.

Le foto e i video per chi voglia approfondire e fare un giro in una vera e propria galleria degli orrori:

https://www.publico.es/politica/guerra-rusia-ucrania-ultraderechistas-ucranianos-actuan-espana-participaron-entrenamientos-armas-simbologia-nazi.html

https://www.rosalux.eu/es/article/1927.de-los-neoc%C3%B3n-a-los-neonazis.html

https://www.publico.es/politica/unidad-espana-suma-inquietantes-aliados-internacionales.html

https://elmon.cat/mon/guerra-ucraina-russia-falange-video-milicia-ultra-ucrainesa-386880/

https://www.larazon.es/futbol/20191219/dlwafdqkffektnr6nnl7jlhnxy.html

https://twitter.com/smantifeixistes/status/1500911573006794752

https://catalunyadiari.com/tarragonadigital/baix-penedes/miguel-segur-calafell-exercit-ucraina-batallo-azov-2022

 

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