Alla fine solo quattro paesi su 20 hanno lasciato la sala del vertice del G 20 mentre parlava il ministro delle Finanze russo.
Durante i lavori in corso a Jakarta, quando il ministro delle Finanze di Mosca, Anton Siluanov, ha iniziato a parlare in videocollegamento, la governatrice della Fed statunitense, Yellen ha lasciato la riunione, insieme al presidente della Federal Reserve Jerome H. Powell. Lo stesso ha fatto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, i rappresentanti britannici, Chrystia Freeland, vice primo ministro del Canada, il ministro francese Le Maire, il ministro delle finanze ucraino Marchenko (ospite) e – secondo altre fonti – anche Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea. Ma quest’ultima non compare nella foto di gruppo degli esponenti che hanno lasciato la sala del vertice.
Sono invece rimasti alla riunione il ministro dell’Economia italiano Daniele Franco così come i ministri di Germania e Spagna. L’Italia, come membro della Troika che detiene la Presidenza del G20, ha una responsabilità istituzionale che la vincola. Il ministro Franco ha però chiesto e ottenuto che il ministro ucraino delle Finanze, Serhiy Marchenko, fosse presente alla riunione (ma non ha voluto restare quando ha preso la parola Siluanov).
I paesi membri del G 20 sono Argentina, Australia, Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Messico, Russia, Arabia Saudita, Sud Africa, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e l’Unione Europea. Mentre Singapore, Spagna e Paesi Bassi sono paesi ospiti. In questa sessione anche l’Ucraina è stata ammessa come paese ospite.
Il ministro delle finanze tedesco Christian Lindner ha sostenuto la volontà di Berlino di partecipare a tutte le sessioni, comprese quelle a cui partecipano i funzionari russi. “Non daremo alla Russia una piattaforma per diffondere la sua propaganda e le sue bugie”, ha affermato, assicurando che la Germania, che attualmente presiede il G7, la cui riunione è prevista per mercoledi’ pomeriggio a Washington, sta cercando di ottenere “una reazione comune, in caso di partecipazione di rappresentanti russi alle riunioni del G20” senza fornire però ulteriori dettagli.
Il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha esortato i colleghi del G20 a “non politicizzare” i lavori del Gruppo, perchè ciò potrebbe “pregiudicare la fiducia nel sistema monetario e finanziario globale”.
Ma le reazioni del vertice del G 20 alla “mossa” del blocco angloamericano (Usa, Gran Bretagna, Canada), fissano lo stato delle relazioni internazionali nel XXI Secolo.
Solo il 19% dei paesi del mondo ha seguito Usa e Ue sulla strada delle sanzioni contro la Russia. Il loro peso economico è ovviamente superiore (59%), ma il dato appare decisamente significativo dei cambiamenti in corso. Emblematico è che il rublo, dopo essere arrivato a perdere intorno al 70% nei confronti dell’euro, è di nuovo sui valori di prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
La presidente del Fmi Kristalina Georgieva, ha stimato in 5 miliardi di dollari al mese le necessità dell’economia dell’Ucraina. Incalzata sull’efficacia e l’utilità del G20, la direttrice del Fondo Monetario Internazionale ha detto che “la cooperazione deve continuare e continuerà” anche perché il mondo è talmente interdipendente e le sfide sono talmente ampie che nessun paese può affrontarle o trovare soluzioni da solo. La Georgieva ha ammesso che quando ci sono tensioni collaborare è “più difficile ma non impossibile”. Quindi ha messo in guardia sui rischi di una frammentazione geopolitica che rischierebbe di bruciare i risultati degli ultimi 75 anni.
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