Sono giovanissimi, indottrinati e pronti a tutto. Vengono descritti così i militanti delle reti di neonazisti ‘pedinati’ per oltre un anno sui social network e altre piattaforme digitali dai giornalisti delle testate Welt am Sonntag, Politico e Insider, tutte e tre appartenenti al gruppo editoriale tedesco Axel Springer.
Nella lunga inchiesta accessibile online, viene approfondita la storia di Lukas F., che a soli 16 si preparava a compiere un attacco terroristico.
Il minorenne studiava come fabbricare esplosivi e si faceva recapitare a casa dei genitori i pacchi Amazon contenenti un chilo di zolfo, 250 grammi di polvere di magnesio e altri agenti chimici utili per realizzare bombe. Poi filmava le esplosioni sul suo cellulare e si coordinava con gli altri giovani con cui aveva dato vita a una rete online per combattere “la guerra razziale”.
In un messaggio pubblicato nel dicembre 2020, Lukas F. chiariva di essere pronto a compiere azioni estreme: “Scommetto che una volta mi arrabbierò così tanto che metterò una bomba nel luogo successivo in cui Jewgela terrà il suo discorso”. Il nomignolo per l’ex cancelliera Angela Merkel è frutto di un gioco di parole dal significato antisemita.
Tra le sigle ritenute più pericolose c’è il gruppo Totenwaffen, i cui membri elogiano il terrorista di estrema destra che nel 2019 ha ucciso 51 persone in due moschee nella città neozelandese di Christchurch: “È una leggenda”, scrivono in chat. Tra i più venerati c’è anche Anders Breivik, il terrorista di estrema destra che ha ucciso 77 persone a Oslo e sull’isola di Utoya nel 2011. Uno dei militanti lo definisce un “santo”. Sono tutti ispirati dal libro “L’assedio”, scritto dal neonazista americano James Mason.
Utilizzando false identità, i giornalisti hanno avuto l’accesso a oltre venti gruppi di chat, hanno parlato con i loro membri e hanno archiviato oltre 98mila messaggi, tra cui fotografie e video. Nell’indagine sono state scoperte anche liste di persone da eliminare, con minacce di morte contro politici e giornalisti e istruzioni su come fabbricare bombe e utilizzare stampanti 3D per produrre parti di armi.
A soli 17 anni, Lukas oggi si trova in carcere perché ritenuto un soggetto pericoloso dalle autorità tedesche. Negli ultimi mesi, nello Stato tedesco di Brandeburgo, è nato un nuovo gruppo di adolescenti di estrema destra. La loro base è una casa abbandonata di cui si sono impossessati. Si salutano formando una L con le dita della mano destra e gridando: “Libera L”, Libertà per Lukas.
* da EuropaToday
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