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C’è un virus dentro il sistema “americano”. Il Congresso sblocca l’’empasse solo dopo quindici votazioni

Dopo molti decenni, ci sono volute quindici votazioni al Congresso USA per eleggerne il portavoce (l’equivalente del nostro presidente della Camera, ndr).  A due anni esatti dall’assalto a Capitol Hill da parte dei sostenitori di Trump e solo dopo quattordici tentativi andati a vuoto, con le telefonate di Trump per convincere gli irriducibili e un visibile imbarazzo di fronte al mondo, il congressista repubblicano Kevin McCarthy ce l’ha fatta ad essere eletto.

Mc Carthy, 57 anni,  rappresentante della California, è diventato il nuovo Speaker del Congresso americano con 216 voti sui 428 espressi. Ne bastavano 215. I sei congressisti repubblicani “ribelli” si sono limitati a votare presente, abbassando il quorum e consentendo a McCarthy la vittoria.

Alla vigilia della ennesima seduta conclusasi questa notte, Mc Carthy aveva raggiunto l’accordo con gli ultimi ribelli, guidati da Matt Gaetz che ha tenuto in scacco sia McCarthy che il partito repubblicano per quattro giorni.

Nella seduta conclusasi questa notte, i repubblicani ribelli si sono limitati a essere presenti. E hanno concluso la loro opera di interdizione senza votare per McCarthy, ma anche senza votargli contro. “intorno a Mc Carthy costruiamo una camicia di forza che non è disposto a eludere” ha dichiarato Gaetz. Uno dei lacci alla camicia di forza sono le modifiche al regolamento della Camera che danno maggiore potere al House Freedom Caucus, un gruppo di repubblicani ultra conservatori.

In qualità di Speaker, McCarthy ricoprirebbe un incarico che normalmente definisce l’agenda del Congresso ed è il secondo nella linea di successione alla presidenza dietro al vicepresidente Kamala Harris. Avrebbe così il potere di frustrare l’agenda legislativa di Biden e avviare indagini sulla famiglia e sull’amministrazione del presidente in vista delle elezioni presidenziali del 2024.

E così mentre nella società statunitense cresce la percezione sul rischio di una guerra civile interna, anche nelle principali istituzioni statunitensi emergono un logoramento e contraddizioni che sembravano impensabili, sia nella contrapposizione tra democratici e repubblicani, sia all’interno dei due partiti.

 

 

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