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Londra. Premier e ministro della difesa fanno due guerre diverse

La controffensiva di primavera” in Ucraina va così bene che pure a Londra – forse i più sfegatati fan anti-russi – cominciano a perdere colpi. E l’autocontrollo.

Sabato mattina, sul Sunday Telegraph, il nuovo ministro della difesa Grant Schapps, annunciava minaccioso di aver già messo a punto insieme ai vertici militari un piano tanto ambizioso quanto pericoloso anche solo a pensarlo.

Soprattutto nella parte occidentale del Paese, credo che l’opportunità sia quella di portare più assetti britannici in Ucraina: non solo la formazione [dei militari ucraini, fin qui formati nelle basi in Gran Bretagna, a 5.000 km dal fronte, ndr], ma anche BAE Systems (colosso industriale della Difesa britannica), ad esempio, sta spostando verso la produzione in loco.

Sono ansioso di vedere altre aziende britanniche fare la loro parte facendo la stessa cosa. Quindi penso che ci sarà un movimento per ottenere più formazione e produzione nel Paese”.

Dichiarare di voler addestrare uomini direttamente in Ucraina significa annunciare pubblicamente l’invio di truppe britanniche, per quanto con numeri limitati, in un paese in guerra; e quindi di fatto la partecipazione diretta alla guerra. Che dovrebbero fare infatti i “formatori” quando si verrannoa trovare sotto il “fuoco nemico”?

Ma anche invitare le industrie del complesso militare-industriale ad installare stabilimenti laggiù significa praticamente esporle a molto probabili bombardamenti di Mosca. Cui si dovrebbe poi reagire o facendo finta di nulla, oppure creando uno “scudo” per difenderle dagli attacchi. Di fatto, anche in questo caso, una partecipazione diretta alla guerra e un’escalation provocata dal principale partenr europeo della Nato.

La sortita è stata comunque di una tale idiozia da costringere il primo ministro Rishi Sunak a smentire tutto, riconducendo l’impegno ufficiale della Gran Bretagna entro I limiti del diplomaticamente accettabile.

Ciò che ha detto il ministro della Difesa è che un giorno in futuro potrebbe essere possibile per noi svolgere parte di quell’addestramento in Ucraina. Ma è qualcosa a lungo termine, non qui e ora”. In pratica a guerra finita, quando ciò che resterà dell’Ucraina verrà accettato nella Nato.

Per maggior sicurezza ha voluto precisare chenon ci sono soldati britannici che saranno inviati a combattere nel conflitto in corso. Non è quello che sta accadendo. Quello che facciamo è addestrare gli ucraini. Lo stiamo facendo qui nel Regno Unito. È qualcosa di cui tutti dovrebbero essere orgogliosi”.

Sanno tutti che la realtà è parecchio diversa, come un numero imprecisato di (ex?) militari inviati in Ucraina come “volontari” o contractor (le società britanniche che arruolano mercenari sono ben diciassette!). Parecchi di questi sono anche caduti, visto che in guerra prima si spara e poi si guardano i documenti del dirimpettaio.

Ma un conto è aggirare l’ufficialità delle posizioni con manovre sottobanco (tipo acquistare petrolio e gas russi attrabverso società di paesi terzi, insomma), tutt’altra è dichiarare ufficialmente guerra a un paese dotato molte testate nucleari.

Probabilmente anche a Londra, i “dottor Stranamore” stanno perdendo l’autocontrollo, mentre il fronte dei “realisti” procede a una rapida valutazione della situazione sul campo e all’eventuale disimpegno a medio termine.

Ma se la chiave per vincere una guerra è pur sempre “l’unicità del comando”, in Gran Bretagna diventa evidente che si stanno combattendo due guerre diverse…

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