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Palestina/1. Aggiornamenti dal fronte e dal mondo

Ulteriori aggiornamenti:

In mattinata c’è stato un attacco aereo israeliano sul valico di Rafah tra Egitto e Gaza, è il secondo raid in meno di 24 ore. Il problema è che il valico di Rafah è l’unico punto di uscita da Gaza per migliaia di palestinesi che vorrebbero uscire dalla Striscia per sottrarsi alla rappresaglia e ai bombardamenti israeliani. Il raid ha colpito il tratto di strada tra il lato egiziano e quello di Gaza del valico, lasciando “un buco che ostacola il transito verso e dalla parte egiziana”. Il valico di Rafah era stato appena riparato in seguito ad un attacco aereo israeliano ieri sera. L’Egitto ha chiuso il valico di Rafah ‘sine die’, riferiscono fonti del network saudita Al Arabiya. L’esercito israeliano ha intensificato nel frattempo i bombardamenti contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.

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Intanto è stato lanciato un ultimatum da Hamas agli abitanti israeliani di Ashkelon, nel sud di Israele, 40 km a nord della Striscia di Gaza: “Lasciate la città entro due ore. Vi abbiamo avvertiti”.  Nel primo pomeriggio sono stati lanciati razzi da Gaza verso il centro di Israele, compresa l’area metropolitana di Tel Aviv. In quell’aerea è compreso anche l’aeroporto Ben Gurion.

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Nel frattempo è arrivato il monito delle Nazioni Unite a Israele: l’assedio totale di Gaza è “proibito” dal diritto internazionale umanitario. L’assedio totale di Israele alla Striscia di Gaza è vietato dal diritto internazionale, ha dichiarato il responsabile delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk. “L’imposizione di assedi che mettono in pericolo la vita dei civili privandoli di beni essenziali per la loro sopravvivenza è vietata dal diritto internazionale umanitario”, ha sottolineato in un comunicato diffuso in mattinata.

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Il giornale israeliano The Times of Israel, citando Channel 13, riporta la presenza di 1.500 corpi di combattenti palestinesi sul territorio di Israele che si sarebbero infiltrati durante l’attacco di sabato. 

Secondo fonti militari di Tel Aviv il numero di ufficiali e soldati israeliani uccisi dall’inizio dell’operazione “Al-Aqsa Flood”, sabato scorso, è salito a 124. Molti altri rimangono dispersi o i loro nomi non sono ancora stati resi noti. Molti altri risultano dispersi o i loro nomi non sono ancora stati resi noti.

Migliaia di residenti di Gaza in fuga dai bombardamenti si rifugiano nelle scuole dell’UNRWA.Il bilancio delle vittime palestinesi dell’aggressione israeliana in corso sulla Striscia di Gaza è salito a 687, tra cui 140 bambini e 105 donne, ha dichiarato il ministero della Salute palestinese in un comunicato stampa diffuso lunedì sera. 3.726 persone sono rimaste ferite nei bombardamenti aerei e di artiglieria, il il 10% sono bambini, ha aggiunto il ministero.

È probabile che il numero delle vittime aumenti poiché l’esercito israeliano continua a bombardare l’enclave costiera densamente popolata.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che “i bombardamenti su Gaza sono appena cominciati” e che la risposta israeliana all’attacco di Hamas “cambierà il Medio Oriente”. Le organizzazioni palestinesi nella Striscia di Gaza minacciano di uccidere gli ostaggi israeliani se continueranno i bombardamenti.

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Ali Barakeh, membro della direzione di Hamas in esilio a Beirut, citato dal quotidiano “The Guardian” ha dichiarato che Hamas dispone di un arsenale di razzi che gli consentirà di continuare a lungo l’offensiva in corso. “Ci siamo preparati bene per questa guerra e per affrontare tutti gli scenari, anche lo scenario di un lungo conflitto”, ha detto Barakeh, aggiungendo che Hamas utilizzerà gli ostaggi per garantire il rilascio delle persone detenute nelle carceri israeliane e persino di alcuni palestinesi imprigionati nelle prigioni israeliane e negli Stati Uniti. Secondo Barakeh solo un piccolo numero di alti comandanti a Gaza era a conoscenza dell’incursione iniziata sabato mattina contro Israele e che anche i più stretti alleati del gruppo non erano stati informati in anticipo sui tempi.

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A Hebron, in Cisgiordania, un giovane palestinese è morto a causa delle ferite causate dai proiettili delle forze armate israeliane nel campo di Arroub. Il Ministero della Sanità ha riferito che Mohammad Majed Ibrahim Hammad, 20 anni, è morto per le ferite critiche riportate da proiettili dell’occupazione al petto. Hammad è stato ferito durante la repressione da parte delle forze di occupazione israeliane di una manifestazione svoltasi nel campo di Al-Arroub, per protestare contro l’aggressione a Gaza. Il corrispondente di WAFA ha riferito che i soldati di occupazione hanno sparato proiettili e lacrimogeni velenosi contro i partecipanti alla manifestazione, colpendo Hammad al petto, mentre un altro giovane è stato colpito al piede.

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I membri di Hezbollah uccisi dai bombardamenti israeliani nel sud del Libano sono 4 e non 1 come si credeva precedentemente. Israele si è detto pronto a rispondere a un eventuale attacco dal Libano. In precedenza, il Canale 12 di Israele aveva riferito che sei soldati israeliani erano stati feriti in un attacco armato nella zona di confine nel sud del Libano.
L’attacco è stato rivendicato dalle Brigate Al-Quds, l’ala militare della Jihad islamica. L’esercito israeliano ha poi annunciato che uno dei sei soldati feriti versa in gravi condizioni. L’esercito israeliano ha affermato che i combattenti si erano infiltrati attraverso il confine dal lato libanese e ha dichiarato che le sue forze hanno ucciso due di loro, mentre un terzo è fuggito in Libano.

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I leader di Arabia Saudita, Giordania ed Egitto hanno discusso in una telefonata dell’escalation militare a Gaza e in Israele e Riad ha sottolineato di essere “al fianco del popolo palestinese”. Il tema dei colloqui, secondo quanto riferisce Arab News citando l’agenzia di stampa saudita, è stato il peggioramento di una situazione che minaccia la vita dei civili e la sicurezza e la stabilità della regione. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, il re giordano Abdullah II e il presidente egiziano Abdel Fattah El-Sisi hanno concordato sulla “necessità di intensificare gli sforzi internazionali e regionali per fermare l’escalation a Gaza e dintorni e impedirne l’espansione nella regione”. 

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Times of Israel riferisce che domenica a New York diverse centinaia di dimostranti pro-palestinesi si sono radunati a Times Square, sventolando bandiere palestinesi e scandendo “La resistenza è giustificata”, “Globalizzate l’intifada” e “Distruggete lo Stato sionista dei coloni”.

In Italia manifestazioni per la solidarietà con la resistenza del popolo palestinese sono già state convocate per i prossimi giorni in diverse città come Milano, Bologna, Napoli, Torino, Roma

Fonti: Pagine Esteri, Palestine Chronicle, Wafa, Times of Israel. Nova, Agi

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1 Commento


  • Mauro

    Ho visto i bombardamenti russi e quelli israeliani su Gaza…ma che razza di bombe usano i sionisti?

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