Il presidente russo Vladimir Putin ed il leader nordcoreano Kim Jong-un hanno firmato mercoledì a Pyongyang un “accordo di partenariato strategico” che include un patto di “difesa reciproca in caso di aggressione“, secondo quanto dichiarato dal dirigente russo dopo l’incontro.
L’accordo porterà l’interazione tra i due Paesi “a un nuovo livello” e tocca tutti gli aspetti, dal commercio alla sicurezza, ed ipoteticamente anche la cooperazione tecnico-militare.
L’intesa raggiunta cambia l’equilibrio delle forze nel quadrante Indo-Pacifico, in un contesto in cui Washington aveva cercato di legare maggiormente al blocco occidentale alcuni paesi attraverso accordi “a geometria variabile” che includevano nella strategia statunitense Corea del Sud, Giappone e Filippine, sostenendo il campo “indipendentista” a Taiwan e cercando di cooptare l’India di Modi dentro i suoi progetti attraverso il QUAD.
Si rafforza nella bilancia di potenza l’asse euro-asiatico, facendo in questo caso perno su un legame storico tra l’allora l’URSS e la Corea del Nord, che si era affievolito con la fine del modo bipolare ma che ora si sta di nuovo consolidando, visto il clima da “Nuova Guerra Fredda” che gli USA vorrebbero imporre.
Come ha sottolineato il quotidiano francese Le Monde: “Il concetto di “asse del male”, nato sotto la presidenza di George W.Bush, è tornato esso stesso nei circoli di riflessione di Washington”, includendovi la Cina e l’Iran.
Lo “spettro” di un tale tipo di accordo, era stato escluso dalla stampa sud-coreana alla vigilia dell’incontro: “gli esperti sono scettici rispetto la clausola di intervento automatico, che era presente nel Trattato del 1961 di Amicizia, Cooperazione e Assistenza Reciproca ma che è stato rimosso nel trattato del 2000” scriveva The Korea Herald il 18 giugno.
In questa mancata previsione gli faceva eco The Korean Times dello stesso giorno per cui: “gli esperti affermano che una partnership strategica allargata che la Russia ha menzionato è più vicina ad un accordo politico, e sono molto remote le possibilità che i due mettano nero su bianco una trattato del livello di alleanza che includa un intervento militare automatico”.
Insomma, anche questa volta gli esperti coreani filo-occidentali avevano fatto cilecca.
Si tratterebbe di un accordo simile, ma con un peso politico assai più rilevante, di quello firmato con la Mongolia nel 2019.
Più ficcante l’analisi del cinese Global Times che sottolinea alla vigilia dell’incontro come l’avvicinamento dei due paesi sia una “scelta razionale” di fronte alla “strategia di lungo periodo degli USA e dei suoi alleati di isolare e sopprimere i due paesi”, questo “li spinge automaticamente a lavorare insieme”.
Il GT è attento a collocare la visita di Putin che dopo Pyongyang visiterà il Vietnam, una scelta che ha fatto infuriare Washington, secondo quanto riporta la Reuters.
Tornando all’approdo di Putin in Corea del Nord, nella sua prima visita nel Paese vicino in 24 anni, il presidente russo ha approfittato dell’apparizione al termine del faccia a faccia con Kim per chiedere una revisione del sistema di restrizioni imposte dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite alla Corea del Nord. “Continueremo a opporci alla pratica dello strangolamento attraverso le sanzioni come strumento che l’Occidente è abituato a usare per mantenere la propria egemonia“, ha dichiarato.
L’incontro formale tra le due delegazioni è iniziato mercoledì mattina (ora locale) a Pyongyang.
“Apprezziamo molto il vostro costante e incrollabile sostegno alla politica russa, compresa quella ucraina“, ha detto il leader russo al nordcoreano all’inizio dell’incontro faccia a faccia. “Mi riferisco alla nostra lotta contro la politica egemonica imposta per decenni, la politica imperialista degli Stati Uniti e dei suoi satelliti contro la Federazione Russa“, ha aggiunto Putin.
Kim, dal suo lato, ha detto che le relazioni tra Corea del Nord e Russia stanno entrando in un periodo di “nuova grande prosperità” e ha espresso “pieno sostegno e solidarietà al governo, all’esercito e al popolo russo nell’attuazione dell’operazione militare speciale in Ucraina”.
Il leader russo è stato esplicito nel voler costruire un sistema di relazioni economiche svincolato dal controllo occidentale.
Prima di atterrare, Putin aveva infatti assicurato che intende creare con il suo vicino un sistema di scambi proprio con cui aggirare il nodo sempre più soffocante delle sanzioni. “Svilupperemo meccanismi alternativi di commercio e accordi reciproci non controllati dall’Occidente, ci opporremo congiuntamente a restrizioni unilaterali illegittime”, ha proposto in un articolo apparso martedì sui media statali nordcoreani tra cui Rodong Sinmum.
Si apre quindi una nuova era tra i rapporti tra le due potenze nucleari che la propaganda occidentale ha spesso dipinto come paesi paria, ma che ora saranno al centro della riconfigurazione della cornice di sicurezza asiatica.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
Mara
Più che nuova guerra fredda io penso che sia diventata già calda purtroppo visto la quantità massiccia di armi non più obsolete ma di ultima generazione che Usa e paesi europei stanno dando all’Ucraina e visto gli attacchi sul suolo russo con armi Nato a guida dei servizi segreti occidentali. Di fronte a ciò c’è da aspettarsi una reazione simmetrica della Russia , non può essere altrimenti.
Maurizio
ma zelensky lo hanno trovato per accopparlo