Il fronte di guerra si va estendendo dalle pianure dell’Ucraina ai deserti della Siria. La improvvisa e “travolgente” offensiva dei ribelli jihadisti in Siria vede coinvolte milizie jihadiste provenienti da diversi paesi centroasiatici e di altre nazionalità, inclusi i ceceni del gruppo salafita Ajnad al Kavkaz, che risultava già attivo nella guerra civile siriana, ma poi si era trasferito sul fronte ucraino contro la Russia ed ora è rientrato nel nord della Siria.
Un giornalista militare russo Oleg Blokhin scriveva già il 15 ottobre scorso, che gli oppositori della Russia avrebbero potuto cercare di aprire un secondo fronte in Siria, approfittando del fatto che Mosca è fortemente concentrata sul distretto militare ucraino avanzando l’ipotesi che sul campo, da tempo era entrata anche l’Ucraina. È noto che gli jihadisti dell’HTS sono in contatto con Kiev, in particolare con la Direzione principale dell’Intelligence del Ministero della Difesa ucraino.
Secondo Blokhin: “Nella provincia di Idlib si sta formando una piramide a due piani di influenza americana. La direzione principale dell’intelligence dell’Ucraina (GUR) è sempre più in stretta operatività con il gruppo HTS che controlla questa enclave. I militari inviati da Kiev stanno addestrando i terroristi a controllare gli UAV da combattimento, preparandoli per azioni congiunte contro l’Esercito siriano e le forze russe situate nel paese”.
Parlando della Siria come punto di congiunzione tra le guerre in Ucraina e in Medio Oriente, il sito specializzato Analisi Difesa scrive che proprio ai ceceni e forse agli uomini dell’intelligence militare ucraina (GUR), la cui presenza tra i ribelli siriani viene da tempo segnalata da fonti russe, ucraine, turche e curde, si devono alcune modalità tattiche adottate dai ribelli che hanno espanso il più possibile la loro presenza sul territorio impiegando droni-kamikaze e utilizzando social e media per tentare di dimostrare la rapida conquista di diverse località.
Da tempo ormai uomini del GUR sono stati segnalati (anche per ammissione della stessa intelligence ucraina) in diverse aree di contrasto alla Russia, dal Sudan al Mali, dalla Siria alla Georgia.
A partire da giugno ci sarebbero stati diversi attacchi contro posti di blocco, postazioni, pattuglie e colonne russe. A fine luglio, le forze speciali ucraine avrebbero attaccato i russi presso l’aeroporto di Kuweires a est di Aleppo. I filmati sono stati pubblicati dal giornale ucraino Kyiv Post. Negli stessi giorni l’agenzia russa Novosti ha riferito dell’arrivo di 250 istruttori delle forze armate ucraine nella provincia siriana di Idlib, per addestrare miliziani dell’HTS.
In base a quanto rivelato a fine agosto dalla rivista curda Lekolin, il 18 giugno 2024 il leader di HTS Heysem Omeri avrebbe incontrato a Idlib una delegazione ucraina, per concludere un accordo per la fornitura di 75 droni da utilizzare sul territorio siriano contro obiettivi militari russi.
Altre fonti come Middle East Eye, piuttosto ostile ad Assad, tendono invece a ridimensionare queste notizie. MEE cita infatti Anton Mardasov, studioso del think tank Middle East Institute, il quale afferma che le voci secondo cui l’intelligence ucraina sarebbe coinvolta nell’offensiva dei ribelli assomigliano ai resoconti secondo cui Kiev avrebbe aiutato i ribelli tuareg in Mali a sconfiggere i contractors della compagnia russa Wagner.
Entrambe le storie, ha affermato, sono state ingigantite.
Non sembra essere di questo avviso l’ambasciatore russo all’ONU, Vassily Nebenzia, il quale ha accusato l’Ucraina di sostenere militarmente i combattenti del gruppo islamico Hayat Tahrir al-Sham. “Vogliamo attirare l’attenzione in particolare sulle tracce identificabili che riconducono alla Direzione Principale dell’intelligence ucraina (GUR) nell’organizzazione delle ostilità e nella fornitura di armi ai combattenti nel nord-ovest della Siria”, ha detto Nebenzia al Consiglio di Sicurezza.
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