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Guerra in Ucraina. E’ presto per essere ottimisti sulla sua conclusione

I colloqui tra Usa e Ucraina in Arabia Saudita si sono conclusi con una dichiarazione congiunta che vorrebbe aprire la strada alla prima tregua nei combattimenti tra Ucraina e Russia dall’inizio della guerra di tre anni fa.

Il primo contatto bilaterale ad alto livello tra Kyev e Washington dopo il pesante scontro in diretta tv del 28 febbraio scorso fra Zelensky e Trump alla Casa Bianca ha fretta di seminare ottimismo, forse troppo prematuramente.

Le delegazioni hanno concordato una tregua di 30 giorni “immediata, ad interim che possa essere estesa con un accordo delle parti e che è soggetta all’accettazione e all’attuazione da parte della Federazione russa”, mentre gli Stati Uniti si sono impegnati a interrompere “immediatamente” la sospensione degli aiuti militari e della condivisione di informazioni di intelligence con Kyev decisa da Trump dopo lo scontro con Zelensky.

In realtà ancora prima della pubblicazione della dichiarazione finale USA-Ucraina, la CNN aveva riferito che “gli Stati Uniti stanno ancora condividendo informazioni di intelligence con l’Ucraina che possono aiutare le loro unità a difendersi, ma hanno ridotto il flusso di informazioni che può essere utilizzato in operazioni offensive”.

Nessun accordo invece è stato raggiunto tra Ucraina e Stati Uniti sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine, che le parti tuttavia si sono impegnate a definire “il prima possibile”.

La parola spetta ora alla Russia e a Vladimir Putin. Stati Uniti e Ucraina hanno fatto “un passo positivo” ai colloqui di Gedda, ora gli americani “porteranno questa offerta” ai russi e “la palla è nelle loro mani”, ha dichiarato il segretario di Stato americano Marco Rubio. “L’Ucraina è pronta a smettere di sparare e iniziare a parlare”, ha detto Rubio, aggiungendo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato chiaro sul fatto che vuole fermare rapidamente la guerra.

Alla domanda sulla scadenza per l’inclusione di un accordo di tregua, Rubio ha detto che Washington spera di farlo “il prima possibile”.

Durante i colloqui, la delegazione ucraina ha proposto di attuare una tregua parziale in cielo e in mare, mentre la parte statunitense voleva “cercare di fare di più”, ha detto al Kyiv Independent una fonte vicina all’Ufficio presidenziale.

Nella dichiarazione congiunta si precisa che gli “Stati Uniti comunicheranno alla Russia che la reciprocità della Russia (alla disponibilità di Kiev a una tregua, ndr) è la chiave per raggiungere la pace“.

Se per Kiev la priorità è sbloccare l’invio di armi e ripristinare la condivisione di informazioni, un grande interrogativo riguarda concessioni a cui gli Usa potrebbero costringere Kiev sul lungo periodo” commenta l’Ispi sulla sua newsletter. “Fonti diplomatiche parlano di accettazione di un ridimensionamento delle forze armate e neutralità strategica, che implicherebbe una rinuncia definitiva alla Nato e al dispiegamento di forze di interposizione straniere sulla linea del fronte, che equivarrebbe ad abdicare ad ogni garanzia di sicurezza contro attacchi futuri”.

Una fonte del sito di notizie statunitense Axios riferisce che giovedì è atteso a Mosca il super negoziatore di Trump, Steve Witkoff, formalmente inviato speciale per il Medio Oriente ma che si è inserito nel dossier russo con una missione a sorpresa a Mosca il mese scorso, grazie agli uffici di Kirill Dmitriev, direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti e ora anche inviato del Cremlino per gli investimenti all’estero. Witkoff, secondo Axios, incontrerà nuovamente Vladimir Putin, dopo il lungo colloquio di metà febbraio che aveva reso possibile la scarcerazione dell’americano Marc Fogel e in seguito la telefonata fra Putin e Trump.

Ma su questa modalità negoziale, in Russia aumenta lo scetticismo. Secondo uno dei commentari della Ria Novosti – Kirill Strelnikov – “Non ci saranno accordi con “squadre”, “rappresentanti” e “inviati”. Un possibile accordo non può che essere tra Putin e Trump: i suoi termini sono stati delineati dal presidente russo il 14 giugno 2024 in un discorso alla leadership del ministero degli Esteri, e nessuna acrobazia vertiginosa li cambierà”.

Contemporaneamente però il direttore del Foreign Intelligence Service (SVR) russo Sergey Naryshkin e il capo della CIA John Ratcliffe hanno concordato contatti regolari per ridurre le tensioni tra Mosca e Washington. Durante la loro conversazione telefonica, le parti hanno raggiunto un accordo “sul mantenimento di contatti regolari tra l’SVR e i direttori della CIA con l’obiettivo di facilitare la stabilità e la sicurezza internazionale e ridurre il confronto nelle relazioni tra Mosca e Washington”.

Infine in una intervista rilasciata a due blogger statunitensi, il ministro degli esteri russo Lavrov ha affermato che “L’Europa e il Regno Unito vogliono che il conflitto sull’Ucraina continui, vogliono alzare la posta in gioco e stanno preparando qualcosa per spingere Washington ad agire in modo aggressivo contro la Russia; la presenza di truppe della NATO sul territorio ucraino sotto qualsiasi bandiera, a qualsiasi titolo, comprese le forze di pace, sarà una minaccia per la Russia; Mosca non accetterà in nessun caso la presenza di paesi della NATO sul territorio ucraino”.

Relativamente ai rapporti con gli Stati Uniti Lavrov ha sottolineato che: “Gli interessi della Russia e degli Stati Uniti non saranno mai identici, non possono coincidere nemmeno del 50 per cento; la posizione di Trump è che, qualunque siano le nostre differenze, non dovremmo permettere che si trasformino in guerra, e se ci sono interessi convergenti, non dovremmo perdere l’occasione di trasformarla in qualcosa di pratico e utile; gli Stati Uniti hanno ripetutamente espresso interesse a riprendere il dialogo con la Russia sulla stabilità strategica”.

Sulla conclusione della guerra in Ucraina è dunque ancora presto per essere ottimisti, soprattutto perché i pompieri incendiari nell’Unione Europea (come si evince anche dal grafico dell’ISPI) sembrano disposti a tenere alta la tensione per poter imporre la propria presenza ad un tavolo negoziale che al momento li vede esclusi.

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1 Commento


  • Mara

    Direi che questo accordo di tregua fatto ieri a Gedda è una presa per i fondelli della Russia. Perché questa dovrebbe accettare questo accordo se conviene solo a Zelenski in quantiosta perdendo, perché dovrebbe accettare questo accordo se non sono state accettate le sue richieste, se non sono state date garanzie di sicurezza. Quandonqueste teste dell’occidente cominceranno a fare proposte serie

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