L’unità perversa del ministro Bullrich con Jorge Macri, ha generato centinaia di poliziotti armati come se stessero andando in guerra, attaccando indiscriminatamente nonni e nonne che chiedono un aumento dei loro salari da miseria. E per inciso, hanno anche preso di mira la stampa.
L’idea dell’apparato repressivo del governo fascista di Milei e del ministro dell’Economia, Caputo, è quella di instillare il terrore nella popolazione. Per dimostrare in un macabro spettacolo di pallottole contro il corpo e spray al peperoncino a volontà, che “la stessa cosa accadrà a coloro che escono a protestare come ai pensionati”.
Ma si sbagliavano di nuovo, questi vecchi e donne coraggiosi non si tirano indietro, per la vergogna delle migliaia e migliaia che dovrebbero accompagnarli, o per indicare quei politici che un giorno vanno, scattano una foto e non si presentano più.
Loro, i nonni e le nonne, non perdono un mercoledì, sanno che stanno andando verso una guerra impari, come quella dei palestinesi con i sionisti, ma non mollano.
Coloro che fanno e passano oltre le lotte sono coloro che “si uccidono” per apparire in questa o quella posizione sulla lista elettorale. Vivono in un altro paese, non sanno nulla della fame o della repressione.
Il vero paese è nelle strade, nei quartieri, dove i compagni non hanno nulla da mangiare se non un piatto al giorno, o nei lavori dove si accumulano i licenziati.
Nel paese di Milei e Caputo, di Pettovello e Bullrich, proprio come il genocida Netanyahu, l’unica cosa a cui pensano i nemici del popolo è sorvegliare la società, disciplinare con i bastoni, calpestare la stampa che cerca di far sì che questi atti brutali non passino inosservati.
Questa è l’Argentina di oggi, saccheggiata, venduta, colonizzata dagli Stati Uniti. Stati Uniti e Israele. Ma ogni mercoledì davanti a quell’edificio dove abbondano gnocchi e camaleonti, che si fa chiamare “Parlamento”, un gruppo di reduci fa capire che ci sono ancora riserve morali e il coraggio di avere speranza.
*direttore di Resumen Latinoamericano


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Maurizio
Viva El Pueblo Argentinos