Migliaia di persone, precari, studenti, “milleuristi” sono tornati nella piazza in cui erano stati caricati domenica e sgomberati questa mattina all’alba. A centinaia stanno partecipando ad una nuova assemblea in piazza alla Puerta del Sol di Madrid. I simpatizzanti e gli attivisti della piattaforma “Democrazia reale adesso!” e gli altri gruppi e movimenti sociali già mobilitatisi domenica, non vogliono muoversi da lì. “Vogliamo rimanere qui?” ha chiesto un attivista al megafono e la gente ha risposto cantando “Non abbiamo una casa ma abbiamo la piazza. Siamo molti ma non stiamo al di sopra di nessuno!”.
Il manifesto letto in assemblea dichiara “Rappresentiamo i disoccupati, i milleuristi, casalinghe, immigrati, cittadini in generale”. Riteniamo che la classe politica viva lontano dai cittadini, dunque abbiamo diritto ad indignarci!”. La piattaforma “Democrazia Reale”afferma inoltre che un’altra Alle politica è possibile e di essere contraria al bipartitismo.
Intorno alle 20.00 centinaia e centinaia di persone si sono nuovamente concentrate su questi temi alla Puerta del Sol circondate da una ventina di furgoni della polizia che non hanno mai abbandonato la piazza. Si segnalano intanto concentramenti analoghi a Barcellona, Valencia, Siviglia, Alicante, La Coruna, Vigo, Santiago e Palma de Majorca. Già domenica migliaia di persone convocata da “Democrazia Reale Adesso!”, erano scese in piazza in più di 50 città spagnole.
Intorno alle 22.00 l’assemblea popolare alla Puerta del Sol ha deciso di accamparso nuovamente per questa notte in gruppi di 19 persone distanti tra loro. E’ un espediente per aggirare la legge approvata nel 2002 che prevede come non autorizzati gli assembramenti di almeno 20 persone. La proposta è quella ri rimanere accampati nella piazza fino al 22 maggio. Per aggiornamenti e informazioni vai su:
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da “il manifesto” del 18 maggio 2011
Daniele Adornato
Democracia Real Ya! il movimento fa tremare i palazzi
Una generazione Sin casa, sin trabajo… Sin miedo (Senza casa, senza lavoro… Senza paura), come recitava uno striscione, irrompe sulla scena politica spagnola proprio alla vigilia delle prossime elezioni amministrative del 22 maggio. Domenica scorsa, convocati dalla piattaforma digitale Democracia Real Ya! (Dry) sotto lo slogan «Non siamo merce nelle mani di politici e banchieri», migliaia di cittadini (130 mila secondo le stime degli organizzatori) sono scesi in piazza in 60 città spagnole.
A Madrid la manifestazione ha avuto una coda agitata, con 18 arresti e cassonetti bruciati. Successivamente, si è trasformata in una acampada, un sit-in permanente nella centralissima Plaza del Sol, sgomberato con la forza alle 5 della mattina di ieri. I 18 sono stati messi in libertà senza misure cautelari ma con denunce a carico per disordine pubblico e attentato contro l’autorità. I manifestanti, che accusano le forze dell’ordine di violenza ingiustificata, hanno messo in rete video per dimostrarlo, mentre le autorità ribattono che si trattava di occupazione non autorizzata di suolo pubblico. Alle critiche del Partido Popular, rispondono di utilizzare metodi non violenti e che «la vera violenza è guadagnare 500 euro al mese».
Dry è composta da «Lavoratori/trici, disoccupati/e, giovani, studenti/esse, pensionati/e», organizzati in maniera «orizzontale, assemblearia e aperta», stanchi di pagare il prezzo di quella crisi che hanno provocato i «poteri economici e politici», stanchi di precarietà, di mancanza di lavoro e per una prospettiva abitativa degna. Criticano il sistema bipartitico e la corruzione della e nella politica, ma non chiedono né il voto nullo, né in bianco, né l’astensione, rivendicando la loro indipendenza da ogni partito e sindacato. Anche se gran parte degli striscioni erano rivolti contro Zapatero, il nemico del movimento 15-M (dalla data della prima manifestazione, convocata domenica 15 maggio) è tutto il sistema politico attuale, colpevole di rubare il futuro a un’intera generazione: la metà dei giovani spagnoli non ha lavoro; il tasso di disoccupazione, sopra il 20 %, è il secondo più alto di tutta la Ue.
È un movimento che scende in strada e che ha una sua piazza virtuale: sul sito di Dry si possono trovare decine di proposte su temi come la trasparenza politica, la lotta alla disoccupazione, la qualità dei servizi pubblici, il diritto alla casa, la lotta allo strapotere delle banche.
I vari partiti, alla vigilia della tornata elettorale, guardano con attenzione a questa Spagna senza futuro di sfrattati, disoccupati, precari. Il coordinatore di Izquierda Unida, Cayo Lara, ha affermato di appoggiare questo movimento di «ribellione e indignazione perché ne siamo parte, però senza opportunismo né protagonismo: non ne vogliamo assumere la leadership». Il Partido Popular lo guarda dagli antipodi sperando che la nuova protesta possa inficiare negativamente il voto socialista. Il Psoe, da parte sua, dice di rispettare la protesta, ma certo teme gli effetti sulle elezioni, già segnate, di domenica prossima. Per il movimento 15-M la sfida è non finire nel nulla, in una bola de nieve, visto che in questi anni non sono mancate le manifestazioni per rivendicare il diritto a una casa e a un lavoro degno.
Per ieri notte è stato convocato su internet un nuovo tentativo di acampada sempre a Plaza del Sol. A Barcellona i manifestanti si riuniscono nella lora base in Plaça Catalunya. Ma non solo: sit in per la notte pre elettorale sono stati convocati, per il momento, in altre 21 città del Paese. Democracia Real Ya!, nata appena tre mesi fa, è stata la miccia che ha provocato un incendio spontaneo che sembra camminare da solo, visto che come hanno affermato i portavoce dell’organizzazione «Dry appoggia ma non sta organizzando queste ultime proteste».
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