I tecnocrati hanno scelto di imprimere i loro diktat ma di evitare di andare in giro per le strade. Il rischio è che qualcuno li riconosca e non gli faccia sconti. Hanno usato infatti il sistemadella teleconferenza ieri sera il ministro delle finanze greco Venizelos e i rappresentanti della «troika», Paul Thomsen del Fondo Monetario Internazionale, Matthias Mors della Commissione Europea e Claous Mazuch, dell’Ue, durante la quale – come riferiscono oggi i giornali – è stato raggiunto un accordo di massima riguardo le misure da adottare per “far uscire la Grecia dalla crisi” (sic!). Si tratta, come le hanno definite i giornali greci, di «misure shock» che si concretizzeranno con l’arrivo della «troika» ad Atene previsto, secondo il comunicato della Commissione Ue, per la settimana prossima. Le nuove misure antisociali che la Grecia dovrà adottare riguardano per un terzo le entrate e per due terzi i tagli delle spese, quali è facile immaginarle : l’abbassamento del tetto minimo dell’imponibile fiscale (da 8.000 a 4.000 euro), l’equiparazione del prezzo del gasolio da riscaldamento con quello per i veicoli, la riduzione degli stipendi e delle pensioni, i licenziamenti nel settore pubblico, l’abolizione dei sussidi e degli incentivi. Intanto il ministro delle Finanze, ha smentito le voci circa un eventuale referendum sulla permanenza o meno del Paese nell’eurozona, ha detto che «la partecipazione della Grecia nell’eurozona costituisce un’irrinunciabile e fondamentale scelta nazionale che il popolo greco protegge con i propri sacrifici perchè sa quanto è preziosa».
Il sindacato degli impiegati pubblici greci Adedy oggi ha convocato uno sciopero di 24 ore per il 6 ottobre per protestare contro le nuove misure di austerity varate dal governo, che starebbero minando l’economia e colpendo solo le fasce più deboli. “Daremo vita a uno sciopero di 24 ore il 6 ottobre”, conferma inatnto Ilias Iliopoulos, segretario generale di Adedy, il sindacato dei lavoratori pubblici. “Il governo ha due possibilità. Cambiare queste politiche e liberare il Paese dalla ghigliottina, o chiedere un nuovo mandato. La gente non ce la fa più”. Adedy ha chiesto al sindacato del settore privato Gsee di unirsi allo sciopero, il primo dopo la tregua estiva, e ha detto che ci sarà un’altra giornata di sciopero entro la fine di ottobre.
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