ACCORDO INTERCONFEDERALE:
LEONARDI (USB), RATIFICA CHIUDE IL CERCHIO DELL’ATTACCO ALLE TUTELE DEL LAVORO
LAVORATORI TOLGANO DELEGA AI SINDACATI COLLABORAZIONISTI
Osserva Pierpaolo Leonardi, dell’Esecutivo nazionale USB: “L’accordo interconfederale del 28 giugno prevede, al punto 7, che “i contratti collettivi aziendali possono definire (.) specifiche intese modificative delle regolamentazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro”. Le materie oggetto di tale possibile deroga sono state chiarite al punto 3 dell’accordo, prevedendo come “la contrattazione collettiva aziendale si esercita per le materie delegate in tutto in parte dal contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria o dalla legge”. Prosegue Leonardi: “Conseguentemente il legislatore, stante la delega datagli dalle parti sociali, con l’art. 8 del decreto 138 del 13 agosto 2011 ha previsto che le suddette ‘specifiche intese’ aziendali o territoriali possano derogare pressoché tutti gli istituti di tutela dei lavoratori: mansioni, classificazioni, inquadramenti, contratti a termine, part-time, lavoro somministrato, orario, contratti a progetto, contratti a termine e licenziamenti”. “Con la ratifica odierna il cerchio si chiude – denuncia il dirigente USB – e cade l’ultimo possibile baluardo contrattuale contro il diritto del lavoro in deroga. I lavoratori, cioè, non possono più opporre l’esistenza di norme di legge di maggior tutela a causa dell’art. 8 del decreto, e da oggi non potranno neppure invocare l’esistenza di norme contrattuali di maggior tutela. La USB continua nella battaglia per la cancellazione dell’accordo del 28 giugno e dell’articolo 8 della manovra ed invita tutte le lavoratrici ed i lavoratori a togliere la delega ai sindacati collaborazionisti, per impedire a questi di ottenere la maggioranza della rappresentanza e negoziare accordi in perdita”, conclude Leonardi.
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da Il Sole 24 Ore
Confindustria e sindacati firmano l’accordo del 28 giugno su contratti e rappresentanza
Confindustria e sindacati hanno firmato in via definitiva l’accordo interconfederale del 28 giugno scorso su contratti e rappresentanza. La sigla è avvenuta in mattinata, al termine di un incontro tra la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e i leader di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, nella foresteria degli industriali a via Veneto.
Confindustria: confermata la volotnà di dare applicazione all’accordo
È stata confermata, sottolinea un comunicato di Confindustria, «la comune volontà di dare applicazione all’Accordo Interconfederale del 28 giugno e manifestato l’impegno a far sì che le rispettive strutture, a tutti i livelli, si attengano a quanto ivi concordato che le materie delle relazioni industriali e della contrattazione sono affidate all’autonoma determinazione delle parti». La firma in questo modo, ‘”neutralizza” di fatto gli effetti dell’articolo 8 della manovra economica varata dal Governo con cui si prevedeva la possibilitá di deroghe nei contratti aziendali rispetto al contratto nazionale.
Apprezzamento di Sacconi
Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha espresso l’apprezzamento del Governo per la definitiva conferma dell’accordo del 28 giugno sulla contrattazione aziendale e apprezza la responsabilità di tutte le organizzazioni firmatarie. «L’accordo – ricorda Sacconi – definisce i criteri di rappresentatività delle organizzazioni sindacali sulla base delle deleghe dei lavoratori verificate dall’Inps. Il governo ha già avviato una più ampia verifica per offrire anche ad altre categorie gli strumenti per l’adozione di un analogo criterio. Su questa base l’accordo definisce le maggioranze che rendono le intese applicabili a tutti. La legge vi aggiunge la sua “forza” per dare certezza agli accordi e si limita a definire le materie che liberamente e responsabilmente le parti possono regolare. Il sistema di relazioni industriali italiano si evolve così compiutamente verso la dimensione di prossimità come auspicano tutte le autorità sovranazionali».
Bersani: segnale positivo per affrontare la crisi
«L’accordo tra imprenditori e Cgil, Cisl e Uil – ha commentato Pier Luigi Bersani, segretario del Pd – è stato in questi mesi l’unico segnale positivo, di fiducia, sul quale puntare per avviare una nuova fase di concertazione e di ricostruzione del paese. Quell’accordo, come abbiamo sempre detto, va salvaguardato e conservato, perchè rappresenta l’esempio dello spirito giusto con il quale l’Italia può affrontare e superare la crisi».
Camusso: avanti iniziative per cancellare l’articolo 8
Nonostante la firma definitiva dell’accordo del 28 giugno la Cgil intende comunque andare avanti per arrivare alla cancellazione dell’articolo 8 della manovra che consente le deroghe dei contratti aziendali e territoriali ai contratti nazionali e alle leggi in materia di lavoro: «Le iniziative giuridico-legali non sono affatto concluse», assicura il leader della confederazione Susanna Camusso. «La settimana prossima convocheremo il direttivo e decideremo come fare la consultazione. La cancellazione dell’articolo 8 è un obiettivo fondamentale. L’ipotesi su cui ci stiamo muovendo è quella del ricorso alla Corte Costituzionale».
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Una bussola per le parti sociali
analisi di Giorgio Pogliotti
Anche la Cgil ha sciolto le riserve e l’accordo del 28 giugno è diventato pienamente operativo. Per apporre la propria firma Susanna Camusso aveva sollecitato l’incontro chiarificatore tra i soggetti promotori dell’intesa che questa mattina ha ribadito che «le materie della contrattazione sono affidate all’autonoma determinazione delle parti», con l’impegno sottoscritto da Confindustria e sindacati a rendere vincolante quanto concordato tra le proprie strutture, a tutti i livelli.
L’obiettivo della Cgil era quello di disinnescare l’effetto dell’articolo 8 della manovra economica che consente alle parti sociali di derogare su una serie di norme, compreso l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sui licenziamenti, anche se non c’è alcun riferimento esplicito su questo punto.
La bussola per sindacati e Confindustria è l’accordo del 28 giugno che introduce importanti novità nelle relazioni industriali: vengono introdotti meccanismi certi di certificazione della rappresentanza sulla base del mix tra iscritti e voti alle elezioni delle Rsu. Per poter negoziare anche nel privato è necessario che il dato di rappresentatività superi la soglia del 5% del totale dei lavoratori della categoria cui si applica il contratto nazionale.
Si stabilisce, inoltre, l’efficacia erga omnes (all’interno del’impresa) dei contratti aziendali che vincolano tutti i sindacati firmatari dell’accordo interconfederale, se approvati dalla maggioranza dei componenti delle rappresentanze sindacali. Si apre la strada alle intese modificative a livello aziendale dei contratti nazionali, per meglio aderire alle specifiche esigenze produttive su materie quali le prestazioni lavorative, gli orari, l’organizzazione del lavoro. Al tempo stesso si ribadisce che il contratto nazionale resta la fonte primaria, e stabilirà i limiti e le procedure di queste intese. Si chiarisce, infine, che le clausole di tregua per assicurare l’esigibilità degli accordi hanno effetto vincolante per i sindacati firmatari dell’accordo e le associazioni operanti all’interno dell’azienda. Con questa strumentazione si dà un contributo al superamento di quel clima di incertezza nelle relazioni industriali che rappresenta uno degli ostacoli per gli investimenti.
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