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Firenze: vietato lo sciopero dei trasporti. Non è di moda…

Oggi niente sciopero del trasporto pubblico a Firenze. Lo ha deciso la “Commissione di garanzia” (garanzia per chi?) che dopo giorni di inviti a revocare la protesta contro la privatizzazione dell’azienda pubblica fiorentina lunedì da Roma ha emesso un verdetto chiaro: niente sciopero. Il motivo addotto è che la protesta dei lavoratori, annunciata da più di un mese per l’11 gennaio, coincide con una ‘importante manifestazione’ in città. Nella fattispecie ‘Pitti Uomo’, kermesse sulla moda che si svolge da oggi fino al 13 nella Fortezza da Basso. Secondo la legge 146 non si può scioperare in concomitanza con manifestazioni di importanza rilevante, e secondola Commissione (anti) sciopero il business è più rilevante dei diritti dei lavoratori delle due aziende del trasporto di Firenze e dell’hinterland – l’Ataf degli autobus e la Gest per i tram – e anche evidentemente di quei centinaia di migliaia di utenti che il 22 dicembre si sono visti scippare un bene pubblico così importante regalato ai privati da 28 consiglieri del PD e 1 di Sel.

Nei giorni scorsi le Rsu, sostenute da un comitato contro la privatizzazione e da alcuni sindacati avevano provato a replicare ai pressanti inviti alla revoca da parte della commissione e alle contumelie di Cgil e Cisl.

“E’ assurdo – spiegava Alessandro Nannini, coordinatore della Rsu Ataf – negare il diritto di sciopero per Pitti. La Commissione nelle motivazioni parla dei possibili disagi che arrecheremmo a 30 mila persone. (…) Secondo questo criterio non potremmo più scioperare in presenza, per dire, di una partita di calcio”. Sulla stessa linea anche Amerigo Leoni, segretario della Faisa. Dopo una riunione le Rsu delle due aziende avevano mandato una lettera alla Commissione di Roma, respingendo al mittente la provocazione: “Nella richiesta di revoca dello sciopero si adduce come motivazione la violazione del divieto di concomitanza con manifestazioni di rilevante importanza, in riferimento allo svolgimento di Pitti ma in alcun modo tale divieto può intendersi riferito ad una manifestazione di carattere meramente commerciale quale Pitti è, dovendo in questo caso necessariamente prevalere la libertà di esercizio del diritto di sciopero”.

E invece no, ha detto la Commissione. Niente sciopero. Se lo avessero confermato sicuramente i lavoratori fiorentini sarebbero stati precettati da parte delle Prefettura. Così lunedì sera le Rsu e i dipendenti, riuniti in assemblea all’interno della mensa aziendale di Via dei Mille, hanno deciso la revoca formale dello sciopero, ma la messa in atto di una forma di sciopero bianco che si terrà non solo oggi ma anche giovedì e venerdì. Tre giornate a passo di lumaca e rispettando alla lettera tutte le normative e i regolamenti. Un po’ come hanno fatto poche settimane fa i lavoratori delle aziende del trasporto pubblico della Capitale. Con il risultato che il traffico di Firenze verrà comunque bloccato, passeranno molti meno autobus e tram di quelli previsti visto che molti secondo i regolamenti non possono circolare per vari motivi. Non se ne curano il sito dell’Ataf e alcuni media locali che recitano soddisfatti: “Domani trasporto regolare”.

“Ci negano il diritto a scioperare; un precedente gravissimo. A questo punto dobbiamo essere compatti, provare a farci sentire lo stesso” è il messaggio che i lavoratori vogliono comunque lanciare. Forse organizzando un sit in davanti all’ingresso della Fortezza da Basso. Intanto Firenze verrà tappezzata da migliaia di adesivi che ritraggono il sindaco privatizzatore Matteo Renzi con le sembianze di un neonato intento a giocare con un autobus. E la scritta: “L’Ataf non è un balocco. Non si vende”. 

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