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Roma: operai Alcoa arrabbiati, scontri davanti a Ministero

Sono a Roma da questa mattina alcune centinaia di lavoratori dell’Alcoa di Portovesme, da tempo ormai impegnati in un interminabile braccio di ferro con l’azienda, con l’Enel e con i diversi governi che si sono finora succeduti a Roma per difendere il loro posto di lavoro. A rischio ci sono circa 900 dipendenti del colosso dell’alluminio.
Prima hanno sfilato in corteo per le vie del centro bloccando il traffico e poi si sono seduti davanti al Ministero dello Sviluppo Economico, ed hanno a lungo sbattuto ritmicamente a terra i caschi da lavoro, attirando l’attenzione dei passanti con i loro fischietti. Al loro arrivo gli operai hanno anche usato alcuni fumogeni e petardi, ma non ci sono stati incidenti con la Polizia schierata in assetto antisommossa.
All’interno del dicastero in Via Molise è in corso l’ennesimo tavolo sulla vertenza aziendale tra il ministro Passera, il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci, le organizzazioni sindacali concertative e la Cub.
Gli operai, più di trecento partiti dal Sulcis, protestano contro la multinazionale statunitense dell’alluminio che vuole bloccare la produzione agli inizi di aprile e cedere gli impianti. I sindacati chiedono all’Enel di abbassare i costi delle forniture elettriche, troppo alti e ben superiori ai prezzi di mercato, in modo da rendere l’azienda appetibile per i potenziali compratori. Mentre i lavoratori sono ancora a Roma in via Molise nello stabilimento del Sulcis i sindacati hanno proclamato 4 ore di sciopero.
Visto il prolungarsi dell’incontro, la mancanza di notizia e la gravità della situazione in tarda mattina un gruppo di lavoratori ha cercato di forzare il blocco dei Carabinieri in assetto antisommossa schierati all’ingresso del ministero. Il tentantivo di irruzione è stato impedito, e i militari hanno risposto con violente cariche per disperdere i manifestanti che però hanno cominciato a lanciare oggetti sugli agenti e in alcuni casi hanno anche usato le aste delle bandiere. Poco prima alcuni operai avevano bruciato le loro schede elettorali e una bandiera italiana proprio davanti all’ingresso del ministero di Via Molise. 
La Polizia è intervenuta di nuovo per bloccare il tentativo da parte dei lavoratori di bloccare il traffico automobilistico in Via Veneto, e ne sono nati nuovi tafferugli.

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