I lavoratori si sono recati davanti ai cancelli, presidiandoli pacificamente per oltre tre ore. Si è così avuta la conferma che l’impianto è tornato a funzionare, seppure a regime parziale, attraverso l’utilizzo di una cinquantina di nuovi operai della cooperativa Bergamasca, nonostante in prefettura fosse emerso con chiarezza l’iillegittimità di una simile operazione da parte di Italtrans (l anuova titolare dell’appalto lasciato vacante da Alma) che non solo ha l’obbligo di assumere gli operai che già lavoravano a Basiano, ma che non è nemmeno in grado di sostituirli con dei propri dipendenti, bensì deve rivolgersi a personale esterno, subappaltato alla cooperativa Bergamasca, già sua socia in affari (tanto poco chiari, quanto redditizi) per mantenere gli impegni presi col gigante.
A presidiare i cancelli una trentina di carabinieri che, successivamente, sono entrati nel magazzino per “controllare” l’identità degli operai che ci stavano lavorando e quindi la loro legittimità ad essere lì. Gli avvocati intanto hanno depositato un ricorso ai sensi dell’art. 700 (procedura d’urgenza) contro il licenziamento degli 87 lavoratori di Alma e, più precisamente, contro la loro mancata assunzione da parte di Italtrans
E’ giunta notizia che i 13 operai di Bergamasca (tutti iscritti al SI.Cobas) che avevano scioperato in solidarietà coi licenziati di Lama, sono stati licenziati per comportamento scorretto, e cioè per aver intralciato i piani della cooperativa e il suo tentativo, attraverso il famoso pullman dei crumiri che aveva provocato le pesanti cariche, e i successivi arresti, da parte dei carabinieri. L’accusa specifica è quella di aver attaccato fisicamente i propri colleghi. Le immagini e i testimoni si incaricheranno di dimostrare la falsità di queste affermazioni, essendo che i crumiri si sono avvicinati ai cancelli solo dopo la mattanza dei carabinieri, scavalcando i corpi dei feriti, e che il loro pullman è sempre rimasto ad almeno 70 metri dai cancelli.
Dopo i licenziamenti in Esselunga, ora tocca ai militanti sindacali di Bergamsca a subire la stessa sorte. La battaglia si fa sempre più aspra
Di fronte al fatto che le questioni (favorevoli ai lavoratori) emerse al tavolo in prefettura rischiano di avere un puro valoro formale e astratto, di fronte all’incedere dei piani padronali (questi sì concreti) che, in barba a qualsiasi copertura legale che non hanno ottenuto due giorni fa, mettono in atto l’unica legge che sono disposti a rispettare: quella del profitto.
Gli operai licenziati e il SI.Cobas hanno così deciso di recarsi nuovamente in prefettura in modo da mantenere alta la pressione e accelerare lo sviluppo della vertenza sindacale in modo da ripristinare una condizione di diritto minima: il ritiro di tutti i licenziamenti, sia da parte di Alma (rispetto delle norme contrattuali in tema di cambio d’appalto) che di Bergamasca (in nome del diritto di sciopero che, nessun regolamento interno di quale sia cooperativa, può mettere in questione
I lavoratori di Esselunga untanto incassano il quinto successo, dopo il reintegro di Attia, licenziato a marzo per le sue dichiarazioni critiche nei confronti della direzione del consorzio Safra. Una volta di più si è evidenziata la pretestuosità e la discriminazione anti-sindacale di quei licenziamenti che hanno prodotto già nove mesi di presidio davanti ai cancelli di Pioltello. Allo stesso tempo crolla il castello della legalità in quanto le verità emerse e le decisioni del tribunale continuano a non sortire alcun effetto pratico, grazie alla solita CIG truffaldina, contro la quale, comunqiue, è stato avviato un ulteriore procedimento giudiziario contro Safra
E’ stato siglato l’accordo fra gli operai delle cooperative alla Sda di Carpiano. Dopo cinque giorni di sciopero continuativi condotti in contemporanea alle vicende di Basiano, i lavoratori hanno approvato oggi l’accordo raggiunto con le cooperative UCSA e SAC.. Complessivamente l’accoordo prevede aumenti progressivi che a regime (1° gennaio 2013) porteranno aumenti salariali di circa 165€ al mese, cui se ne aggiungerano altri 75 a partire da gennaio 2014. Senz’altro si potrebbe dire: “sempre troppo pochi”. Ma il ragionamento degli operai si è basato, intelligentemente, sul senso della dinamica intrapresa da novembre 2011, dai miglioramenti conseguiti, dal rafforzamento sindacale e politico del consiglio dei delegati e di tutti i lavoratori, mantenendo aperta la possibilità per ulteriori passi da programmare e perseguire nel 2013
A Piacenza dopo le vittorie conseguite prima all’Unieuro e la ben più ostica GLS, mentre si va allargando e consolidando il movimento nelle cooperative emiliane che ha ormai raggiunto Bologna, in piena vertenza Ikea (piacenza) e Upim (Pontenure), le strutture di base del SI.Cobas, le comunità e le associazioni degli immigrati, le forze del movimento solidale con la lotta delle cooperative, hanno deciso di lanciare una mobilitazione per sabato pomeriggio a Piacenza, per unificare le forze, dare un’ulteriore spallata all’arroganza padronale e soprattutto, cominciare ad esercitare un punto di vista unitario e più complessivo, contro il sistema del caporalato e losfruttamento degli operai immigrati nella logistica e contro le costanti omertà e coperture fornite dalle burocrazie sindacali (in particolare di CISL e UIL) grazie ai loro continui e truffaldini accordi in deroga al CCNL.
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