Menu

Taranto. Una corrispondenza dall’Ilva.

0ggi si vive in fabbrica un clima di attesa, si aspetta il verdetto del riesame, per sapere se il sequestro prosegue e le operazioni di fermo degli impianti vanno avanti, oppure se siamo di fronte ad una nuova decisione – il riesame dovrebbe esprimersi entro mercoledì. Gli operai intanto in fabbrica si preparano a rispondere a queste decisioni, se il riesame conferma il sequestro, si respira aria di rivolta. Lo Slai cobas Ilva con la parola d’ordine “operai in fabbrica, padroni in galera” è dentro questa realtà e si sta organizzando per giovedì per rispondere a ogni situazione. 

Intanto un altro filone d’inchiesta quello per corruzione, ha reso pubblico, quello che noi in prima persona già sappiamo e denunciamo, ma per il quale non abbiamo avuto finora prove documentarie e testimonianze, anche quelli che in tutti gli ambienti ci hanno informato poi non si sono voluti esporre. Lo Slai cobas è una delle principali vittime di questa attività di corruzione, perchè nel processo Nuova Siet-ILVA da noi  intentato e vinto con slai cobas e 150 operai come parte civile,con condanna di Riva a quattro anni – condanna che lo avrebbe già portato in galera molto prima – la corte di appello ha annullato la sentenza e fatto in modo che questo verdetto arrivasse il più tardi possibile, con la conseguenza che quando abbiamo rivinto in Cassazione, con nuova condanna a Riva questa non era eseguibile per intervenuta prescrizione. Il passaggio alla Corte di appello e la sentenza sono il frutto dell’attività di corruzione del dirigente Archinà verso il giudice, lo sappiamo con certezza ma eravamo i soli a dirlo pubblicamente.La corruzione riguarda inoltre politici, giudici, funzionari, sindacalisti….Un primo elenco di nomi lo produrremo, confortati da questa inchiesta molto presto.

Ci sono novità anche sul fronte sindacale, alcuni delegati operai ex fiom con centinaia di operai al seguito, avevano aderito alla Cisl dopo aver partecipato ad assemblee con lo Slai cobas, perchè volevano una copertura sindacale per agire, che attualmente lo slai cobas non poteva garantire, promettendo che il passaggio sarebbe venuto in occasione delle elezioni rsu, noi naturalmente non abbiamo condiviso questa scelta e l’abbiamo criticata anche pubblicamente- alcuni di questi  hanno partecipato alla contestazione di giovedì scorso e in particolare Rizzo – uno dei più noti insieme a Ranieri che il 12 luglio dopo un periodo di iscrizione allo Slai cobas – fortemente contrastato in azienda da padrone e capi con persecuzione sistematica – ha seguito la scelta di Rizzo. Ebbene ieri la Cisl ha sospeso Rizzo dal sindacato, per aver partecipato alla contestazione.. quindi questa strada entrista di copertura è giunta al termine. Ora si potrà comprendere che c’è un solo modo per proseguire l’attività in fabbrica che è quella che avevano già seguito all’inizio – costruire il cobas e battersi per il suo riconoscimento sino alla battaglia per le rsu. Si riunito oggi in una lunga riunione il comitato provinciale dello Slai cobas per valutare la situazione ed esaminare il da farsi. La riunione ha definito il piano di azione immediato in fabbrica, sui posti di lavoro e in città e ha visto anche aspetti critici e autocritici  in relazione alla manifestazione di giovedì scorso, che sono tradotti in documenti e volantini che il Cobas diffonderà in fabbrica e in città e che verranno via, via esposti anche in internet. Lo Slai cobas parteciperà con operai e militanti all’attività del “Comitato lavoratori e cittadini liberi e pensanti” che ha portato avanti la contestazione di giovedì 2 agosto, accettando le regole interne del comitato per sostenere con forza la linea di classe- contrastando le posizioni  interclassiste e puramente ambientaliste presenti  nel comitato stesso. Intanto è immediatamente partita la campagna contro le denunce Lo Slai Cobas per il sindacato di classe esprime massima solidarietà ai 41 cittadini e operai denunciati.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *