Lo sciopero, informa l’Unione Sindacale di Basem è indetto per il rinnovo del Contratto Nazionale, scaduto da oltre 5 anni; contro lo smantellamento del Trasporto Pubblico Locale, con le pesanti ricadute su dipendenti e cittadini; contro il sistematico smantellamento delle normative, dei diritti e dell’occupazione e contro gli accordi sulla flessibilità; contro una politica dei redditi, sostenuta dalla concertazione sindacale, che anno dopo anno ha prodotto una perdita del potere d’acquisto degli stipendi di almeno il 17,9%; per una politica salariale che metta fine all’impoverimento dei lavoratori; per un rilancio complessivo del Trasporto Pubblico Locale, affinché le risorse siano utilizzate per il miglioramento del servizio e non per ripianare i debiti creati dalle aziende attraverso una cattiva gestione; per sconfiggere la concertazione sindacale che, al massimo rallenta gli effetti rovinosi delle scelte neoliberiste senza impedire l’arretramento dei livelli di tutela dei lavoratori.
Già nei giorni scorsi a Roma alcune decine di autisti e altri lavoratori dell’azienda Tpl Scarl – quella che gestisce alcune decine di linee periferiche nella capitale – sono andati a manifestare in Piazza Santi Apostoli per rivendicare il diritto allo stipendio, esponendo uno striscione che recitava “Gli autisti del tpl romano. Lo stipendio è un diritto non una speranza”. “Dopo due mesi di mancato pagamento, i lavoratori si vedono ulteriormente presi in giro dalle aziende del consorzio che erogano un anticipo di circa 300 euro – ha denunciato il sindacato – Non è possibile che le aziende private scarichino il rischio d’impresa sulle spalle dei lavoratori e delle loro famiglie e che le amministrazioni locali non si facciano carico del problema. In primis il sindaco e l’assessore ai Trasporti di Roma Capitale, in quanto committente e responsabile in solido dell’appalto a delle società private che non rispettano il contratto di servizio stipulato con lo stesso Comune”.
Il comunicato dell’Usb:
EMERGENZA TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
Lunedì 8 aprile USB proclama 4 ore di sciopero nazionale
Con un contratto nazionale di categoria scaduto da ormai 5 anni, nella completa assenza di un piano di mobilità nazionale, senza alcuna prospettiva di indirizzo verso una Mobilità Urbana Sostenibile e nel palese disprezzo delle normative sulla sicurezza si continuano a bruciare milioni e milioni di euro di gettito economico nel “pozzo nero” del debito causato dalla mal gestione delle aziende e dalla degenerazione del nepotismo della casta politico/sindacale.
Circa cinque miliardi di euro previsti per l’anno in corso, di cui il 60% già elargiti alle regioni, (finalizzati per direttive europee alle azioni di sensibilizzazione a livello locale, regionale e nazionale alla promozione di una cultura di mobilità urbana, per migliorare il modo di muoversi all’interno delle città; per la promozione dei principi del risparmio energetico ed economico, la salvaguardia della salute e della forma fisica, la riduzione delle emissioni dannose per l’ambiente servendosi di modi di trasporto differenti puntando all’integrazione dei criteri delle politiche di implementazione dei Piani di Mobilità sostenibile sul territorio), rischiano di essere utilizzati per tamponare smisurati debiti e mutui contratti dalle aziende con le banche senza alcun investimento sul servizio e lasciando migliaia di lavoratori nell’incertezza del proprio stipendio.
In questa cornice il servizio di Trasporto Pubblico Locale, giuridicamente definito “essenziale” tanto da essere preservato da severe e repressive normative anti-sciopero, sta deperendo nella completa indifferenza delle istituzioni che si pongono il solo obbiettivo di fare economie definendo costi standard, mettendo in discussione corse e linee definite a bassa frequentazione (senza porsi la domanda o la soluzione del perché queste corse o linee sono a bassa frequentazione) e prevedendo esuberi di personale destinato alla messa in mobilità.
E’ necessario un rilancio dell’iniziativa, un nuovo protagonismo per sconfiggere definitivamente la politica della concertazione rimettendo al centro gli interessi dei lavoratori ed avviare una inversione di tendenza nelle scelte politiche sui servizi pubblici affinché si dedichino risorse per sostenere e rilanciare il trasporto pubblico, si assicuri la copertura integrale del reale fabbisogno per il suo rilancio e per il rinnovo del CCNL ormai scaduto da oltre 5 anni.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa