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Bologna. Il degrado antieconomico difeso dalla polizia

Non c’è che dire, sono stati tutti eroici dal primo all’ultimo dei partecipanti. 
Sotto un sole cocente di una Bologna che iniziava a svuotarsi per i primi giorni di mare circa 200 persone armate di acqua e santa pazienza hanno sfilato per le vie della Bolognina, storico quartiere operaio, inseguite dai ‘robocop’ della Polizia messi a difesa del degrado e dell’illegalità.

Una giornata che ha visto, ancora una volta, le ingestibili contraddizioni che queste istituzioni hanno creato, le paure reazionarie che giunta e demanio regionale hanno nei confronti delle idee e delle proposte che il sindacato AS.I.A USB di Bologna ha fatto in 4 mesi di occupazione e che continua a fare ad una platea istituzionale che nasconde la testa sotto la sabbia ed ascolta solo la speculazione ed il profitto capitalistico dei grandi costruttori.

Naturalmente non potevano che essere attori non protagonisti i playmobil di una delle questure più reazionarie d’italia, quelle forze dell’ “ordine che oggi hanno impedito che il corteo entrasse dentro la Caserma, utilizzando un ingente dispiegamento di personale sia dentro l’area sia di fronte alle entrate.

Unico investimento che la Giunta del Sindaco “Cinno” ha messo in campo sono stati i mattoni freschi messi per impedire che venisse realizzata una giornata di lotta, e per murare le finestre e le porte degli stabili, e i buchi che fanno assomigliare il muro che circonda la caserma ad un colabrodo.

Assurdo perchè la “valorizzazione” delle aree demaniali, comunali e regionali, è portata avanti proprio per coprire il debito pubblico. Ma sappiamo che neanche i futuri progetti di alienazione (la Società di Gestione del Risparmio istituita per mettere sul mercato questi beni), dietro cui il comune di Bologna si è nascosto per negare la possibilità di riutilizzo degli stabili, andranno a buon fine.

In ogni caso quello che oggi gli occupanti di casa, sfrattati, studenti, precari, attivisti di centri sociali e di organizzazioni politiche tra cui la “Rete dei Comunisti” di Bologna, hanno portato in quartiere è stata un’idea diversa di diritto alla città, una città che deve dare risposta ai bisogni delle persone che rimangono schiacciate dalla crisi.

Il corteo ha “circondato” la Caserma Sani, dimostrando che è impossibile tenere chiusa un’area inutilizzata mentre in città ci sono centinaia di persone senza casa. Per questo abbiamo riaperto gli ingressi che diverse persone usano per entrare nella Caserma, entrate che da anni vengono riaperte ogni volta che il Demanio le ha chiuse. Non può esistere un paese in cui c’è gente senza casa, e case senza gente.

AS.I.A USB continua da sempre nella sua battaglia, fino alla vittoria continuando a ripetere che l’unica soluzione per la Caserma Sani, così come per tutte le altre aree in vendita e sfitte, è che il patrimonio pubblico non venga venduto, che venga riutilizzato, messo a disposizione di chi vive la precarietà. L’unica soluzione razionale per la caserma Sani è abitarla, costruire al suo interno un pezzo di città solidale e che parli il linguaggio dei diritti, del reddito, dell’abitare.

Nei prossimi giorni la lotta per il diritto all’abitare non si ferma. Continuerà il 18 giugno, con un’iniziativa sotto la sede dell’Unep in vicolo Monticelli, e continuerà il 20 giugno per difendere una famiglia dallo sfratto per morosità che stanno subendo.

Se robocop e struzzi credono di fermare il diritto all’abitare e ad una casa per intere famiglie non possono che, prima o poi, sbattere il muso contro un muro di ragioni.

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