Vediamoci il 12 gennaio tutt* a Firenze
Prepariamo la settimana di lotta dal 15 al 22 gennaio
Il decreto milleproroghe, oltre ad aumentare il prelievo dalle tasche di ogni abitante attraverso aumenti d’imposta e delle tariffe, ha varato anche il rinvio degli sfratti per finita locazione (mettendo una toppa al decreto che andava in scadenza proprio con la fine di Dicembre). Una sospensione di sei mesi per quelle famiglie che rientrano nei requisiti delle cosiddette categorie protette. Parliamo di nuclei con un reddito lordo annuo di 21mila euro con figli a carico, ultrasessantacinquenni, diversamente abili con invalidità superiore al 66% o malati terminali.
Quante famiglie vengono salvate da questo provvedimento? Forse un migliaio, a fronte di oltre 260mila sfratti per morosità già esecutivi. Un inutile intervento di pelosa salvaguardia, funzionale a coprire l’assenza del previsto decreto sulla casa annunciato dal ministro Lupi in pompa magna ad Ottobre. Anche gli appelli dei sindaci e dell’Anci sono rimasti lettera morta, la dottrina Lupi quindi sta per produrre altra emergenza e ulteriore precarietà abitativa.
Altro che ripresa dunque, qui milioni di persone non sapranno come affrontare i prossimi mesi e la crisi sembra destinata ad appesantire ancora di più la già difficile esistenza di tant*. La settimana di mobilitazione dal 15 al 22 gennaio, lanciata da “Abitare nella crisi” nella due giorni di Torino e Cosenza, assume ora una più rilevante importanza e l’appuntamento per prepararla proposto a Firenze il 12 Gennaio va organizzato con cura.
L’ipotesi predominante nella definizione dei decreti legge del governo Letta sta nell’utilizzo delle risorse economiche da destinare alle banche, così da rimettere in moto finanziamenti utili alle grandi opere, ai grandi eventi, all’erogazione di mutui, al sostegno delle imprese. Un’idea tutta interna all’attuale modello di sviluppo e che produrrà ulteriore consumo di suolo e grande precarietà. Le sortite di Renzi e le attenzioni di Landini ci raccontano uno scenario dove le condizioni di reddito e la difesa dei diritti vengono messi in secondo piano rispetto all’affermazione di nuovi poteri e nuovi potentati, con le lobbies che combattono tra loro per spuntare qualche soldo e garantirsi rendite di posizione e poltrone.
Anche sul fronte dei migranti abbiamo ascoltato tante parole e assistito a colpi di teatro. Ora dobbiamo muoverci per impedire che questi giochi vengano fatti sulla pelle di chi arriva in Italia e fa i conti con un’accoglienza dai tratti criminali. Questo non è più accettabile e il protagonismo dei rifugiati e dei migranti sta saldandosi sempre più con le lotte con la precarietà e per il reddito, intrecciando vecchi e nuovi diritti.
Nella settimana di mobilitazione dal 15 al 22 gennaio si possono connettere le lotte. Dal diritto alla casa al trasporto pubblico, alla salute, allo studio, al reddito, alla difesa dell’ambiente e del patrimonio pubblico, all’accoglienza e alla libertà di movimento. Un diritto all’abitare dunque declinato dentro una diversa qualità della vita e un diverso modello di sviluppo, in aperto contrasto con le direttive europee e i diktat imposti ed eseguiti dal governo Letta, sostenuto in primis dal Partito Democratico.
Il corteo nazionale sul trasporto pubblico e contro le privatizzazioni che il 20 gennaio attraverserà Roma segnala una sofferenza e un disagio profondi, sentimenti che riempiono le giornate di molt*, come diviene sempre più insopportabile la condizione di precarietà che pesa sulle nostre vite. Trasformiamo questa giornata nel giorno della rabbia metropolitana e dei territori, liberiamo le energie che quotidianamente impieghiamo nei picchetti antisfratto e della logistica, negli scioperi e nell’invasione di aree in difesa del suolo contro grandi opere ed eventi, nel blocco della produzione e nel rifiuto del ricatto del lavoro precario, nella richiesta di assunzioni e di reddito garantito, nel riconoscimento dei diritti di cittadinanza, allo studio, alla salute, alla dignità.
Le reti e i movimenti che hanno costruito la sollevazione del 18 e del 19 Ottobre si assumono la responsabilità di rilanciare, nello spirito dell’assedio e dell’acampada di Porta Pia, una mobilitazione generale che deve saper valorizzare le differenze e tutte le energie disponibili verso l’esondazione di primavera, in occasione del vertice sulla disoccupazione giovanile annunciato dal presidente del consiglio Letta e previsto per aprile 2014.
Fonte: http://www.abitarenellacrisi.org
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