Cosa fanno dei parlamentari di un paese democratico quando nel territorio in cui sono stati eletti si trascina da quasi un anno una vertenza sindacale durissima, con blocchi stradali e cariche della polizia?
Chiedono che si apra un tavolo di trattativa, direte voi…. Macché, chiedono al ministro dell’interno di mandare più polizia a chiudere definitivamente la faccenda!
In maniera rigorosamente bipartisan, in difesa aperta degli interessi della Granarolo e senza soffermarsi più di tanto sull’elemento scatenante il conflitto: le “false cooperative” che trattano come schiavi decine di facchini, per lo più reclutati tra migranti, senza potere contrattuale.
Anzi con un accenno “complottista” contro il sostegno che alcuni centri sociali stanno dando alla lotta.
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“Il Governo intervenga per porre fine ai blocchi dei facchini che paralizzano i magazzini della Granarolo a Cadriano di Bologna e la stessa attività del colosso del latte”. E’ la richiesta che arriva da una pattuglia di senatori sotto forma di interrogazione urgente ai ministri dell’Interno, della Giustizia e delle Politiche sociali. E’ stata depositata ieri a Palazzo Madama, anche in vista dell’incontro di oggi tra il prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano, il Si.Cobas la sigla che sostiene le lotte dei facchini assieme a centri sociali e collettivi.
I parlamentari chiedono se il Governo abbia un’idea di quel che sta succedendo a Bologna da “10 mesi”; ma soprattutto si chiede ai tre ministeri “se e come intendano procedere, attraverso le strutture preposte dei propri dicasteri, al fine di assicurare la necessaria e adeguata tutela delle imprese e dei lavoratori coinvolti e, in particolare, garantire l’operatività delle sedi di produzione, la libertà di movimento e le inderogabili garanzie di sicurezza per le imprese, i lavoratori e i cittadini coinvolti”.
La firme in calce sono quelle dei democratici Rita Ghedini, Maria Teresa Bertuzzi, Sergio Lo Giudice, Leana Pignedoli, Giancarlo Sangalli, Francesca Puglisi e Daniele Valentini a cui sono aggiungono Anna Maria Bernini (Fi), Luigi Marino (Per l”Italia), dell”ex 5 stelle Adele Gambaro. I 10 senatori ripercorrono dall’inizio a oggi tutte le tappe della vertenza Granarolo (l’interrogazione è lunga cinque pagine) dalla crisi dichiarata nel dicembre 2013 da Sgb all’incontro di oggi: vengono elencati, uno per uno, tutti i blocchi, gli scioperi e i boicottaggi a danno di Granarolo.
Negli ultimi 10 mesi – si legge nell’interrogazione – Granarolo ha subito innumerevoli blocchi di mezzi e persone. In particolare, il fermo delle consegne dal mattino, causato dai picchetti, ha prodotto un danno che si stima circa pari a 200.000-300.000 euro ogni quattro ore. Parallelamente, Granarolo è anche al centro di una diffusa campagna di boicottaggio, con attività di subvertising e irruzione nei supermercati, che si è riprodotta in molte città, colpendo così pure nell’immagine di questa azienda”.
Eppure, sottolineano i senatori, Granarolo, oltre ad essere estranea alla crisi di Sgb, “è certamente fra le aziende che hanno contribuito a contenere la crisi produttiva ed occupazionale sul territorio nazionale e il sistema cooperativo complessivamente inteso, e rimane uno dei soggetti imprenditoriali maggiormente vocati a contrastare la perdita di posti di lavoro. Conseguentemente, è evidente che il danno che subisce Granarolo si ripercuote sull’intero sistema Paese”.
Granarolo, si ricorda, conta in Italia 2.100 addetti, mille allevatori, 60.000 vacche, ”muove” 20.000 quintali di latte al giorno; insomma, ha la “responsabilità del reddito di circa 10.000 famiglie di lavoratori”. E se gli attacchi si concentrano su Granarolo, i senatori puntano il dito contro “il fenomeno del dumping contrattuale, messo in atto da soggetti che abusano della forma cooperativa (cosiddette coop spurie), violando gli accordi contrattuali di lavoro e le norme in materia di lavoro, e abusando delle norme fiscali di settore, con gravi conseguenze per la tutela dei lavoratori e pregiudizio per la competitività delle imprese”. Segnalati al Governo anche i siti dei centri sociali “pieni di affermazioni gravi, riferite ai dirigenti di Legacoop, Granarolo e Ctl”.
Alla luce del protrarsi della protesta davanti ai cancelli dei magazzini della Granarolo di Cadriano, Confcooperative Emilia Romagna esprime la massima solidarietà ai vertici del collosso del latte. “Fermo restando il pieno diritto di chiunque a manifestare le proprie opinioni – dichiara il direttore regionale di Confcooperative, Pierlorenzo Rossi – va però condannata con decisione ogni forma di violenza come pure va salvaguardato il diritto dell’azienda a svolgere la normale attività, nel pieno rispetto dei lavoratori e dei soci”. Per Rossi, “l’assedio che da mesi paralizza Granarolo appare strumentale. Confcooperative opera da sempre contro le tante false cooperative attive nel settore logistico – conclude in una nota il direttore di Confcooperative Emilia Romagna – e Granarolo applica da sempre i contratti nazionali e gli integrativi aziendali garantendo a tutti i propri addetti le condizioni migliori”.
Fonte: viaemilianet.it
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Nella documentazione presentata dai parlamentari c’è anche una nota sui centri sociali cittadini come Hobo e Crash che stanno spalleggiando i sindacati nelle iniziative. L’allarme lanciato è anzitutto volto ad evitare che la «lotta sindacale» si possa trasformare in una «guerriglia urbana dei centri sociali», ha spiegato il senatore del Partito democratico, Sergio Lo Giudice.
Secondo il senatore Lo Giudice, le forme di boicottaggio all’azienda Granarolo incoraggiate dal sindacato Si Cobas, danneggiano non solo l’azienda ma anche i lavoratori. In questo conflitto infatti, sempre secondo il senatore del Partito democratico, Lo Giudice, si starebbe assistendo ad una «strumentalizzazione dei lavoratori deboli da parte dei sindacati».
I dieci parlamentari hanno dunque chiesto ai tre ministeri «se e come intendono procedere, al fine di assicurare la necessaria ed adeguata tutela delle imprese e dei lavoratori coinvolti, e in particolare garantire l’operatività delle sedi di produzione, di libertà di movimento e di inderogabili garanzie di sicurezza per le imprese, i lavoratori e i cittadini coinvolti».
La preoccupazione maggiore dei senatori è il danno economico che l’intera regione potrebbe continuare a subire a causa dei blocchi ai cancelli perpetuati dai lavoratori. Il danno stimato dai picchetti, secondo i firmatari dell’interrogazione, sarebbe di circa duecento mila – trecento mila euro ogni quattro ore. Ancora a difesa dei facchini, il gruppo dei parlamentari chiede al Ministero di far luce sul fenomeno del «dumping contrattuale messo in atto da soggetti che abusano della forma cooperativa violando gli accordi di lavoro».
Sebbene firmataria, la senatrice Adele Gambaro del gruppo misto ha dichiarato di non conoscere il testo del documento ed essere pronta a presentare nei prossimi giorni un ulteriore dossier con il sostegno del suo gruppo parlamentare.
da http://lastefani.it
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jaani
voi gente di governo parlando solo contro i lavoratori sfruttati e licenziati di Granarolo che hanno fatto sciopero per ottenere il loro diritto di lavoro e di salario e Granarolo licenziati i lavoratori senza alcun motivo valido e legale, perché si desidera proteggere sfruttatore e agenzie corrotto cooperative. se si è al governo che non è significa che si protegge solo quelli in cui sei interessato e che stanno tutti conoscono bene. bisogna aiutare quelle persone che sono sfruttate e dopo respinto dal potere di Granarolo. si prega di pensare troppo prima di dire a nessuno colpevole. se Granarolo trasmissione che ha respinto i lavoratori a lavorare. tutto finito. questo è un fatto. Se no dove legge in italia.