Chissà se il senatore Esposito, il giornalista Numa, l’ex procuratore capo Caselli, l’attuale procura di Torino, il sindaco Fassino e tutta la coorte di “attenti al terrorismo No Tav” si sono mai accorti di star facendo un favore miliardario alle mafie…
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Ieri ha avuto una grossa diffusione la notizia di un rapporto sulla corruzione pubblicato dall’Unione Europea. I media nazionali hanno dato ampio risalto alla parte riguardante la situazione italiana. C’è però un paragrafo, su cui non si sono concentrati i media mainstream, che ha attirato la nostra attenzione, perché ci riguarda, e da vicino.
Sulle pendici del Musinè da anni campeggia una scritta a caratteri cubitali: TAV=MAFIA. Non è solo uno slogan se è vero che anche il cantiere per il tunnel geognostico di Chiomonte ha visto al suo interno ditte con spericolati contatti con la malavita organizzata e persino aziende prive del certificato anti-mafia (sospese “prontamente”, ma solo dopo le denunce dei no tav). Questi legami fra grandi opere e malaffare vengono ora messi nero su bianco anche in un documento della UE, dove si parla specificamente di Torino-Lione e di alta velocità in generale. Non che avessimo bisogno che l’UE venisse a mostrarci problematiche che conosciamo bene e che da anni denunciamo anche in sedi, come quella europea, dove si fanno orecchie da mercante, però già che si è redatto questo rapporto ne pubblichiamo uno stralcio:
Grandi opere di costruzione come quelle per la ricostruzione a l’Aquila dopo il terremoto del 2009, per l’Expo Milano 2015 o per la futura linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione sono viste, nella sfera pubblica, come particolarmente esposte al rischio di distrazione di fondi pubblici e infiltrazioni criminali. L’alta velocità è tra le opere infrastrutturali più costose e criticate per gli elevati costi unitari rispetto a opere simili. Secondo gli studi, l’alta velocità in Italia è costata 47,3 milioni di euro al chilometro nel tratto Roma-Napoli, 74 milioni di euro tra Torino e Novara, 79,5 milioni di euro tra Novara e Milano e 96,4 milioni di euro tra Bologna e Firenze, contro gli appena 10,2 milioni di euro al chilometro della Parigi-Lione, i 9,8 milioni di euro della Madrid-Siviglia e i 9,3 milioni di euro della Tokyo- Osaka. In totale il costo medio dell’alta velocità in Italia è stimato a 61 milioni di euro al chilometro75. Queste differenze di costo, di per sé poco probanti, possono rivelarsi però una spia, da verificare alla luce di altri indicatori, di un’eventuale cattiva gestione o di irregolarità delle gare per gli appalti pubblici.Ma mentre l’Europa ci riprende pubblicamente per aver lasciato “nodi irrisolti” i nostri ministri spostano l’attenzione e non perdono occasione per attaccare la Valle di Susa e chi, con noi, resiste in questo paese malavitoso:
Mafia: Alfano, non risultano infiltrazioni No Tav e No Muos
Roma, 3 feb. (Adnkronos) – ”Allo stato non emergono infiltrazioni da parte della criminalità organizzata nel movimento No Tav o in altri movimenti che si oppongono ad opere pubbliche temendo conseguenze sotto il profilo ambientale, come i No Muos di Niscemi”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, rispondendo alla domanda di uno dei membri della commissione parlamentare Antimafia, nel corso della sua audizione a Palazzo San Macuto.
(03 febbraio 2014 ore 18.33)
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p.s. Caro (si fa per dire) ministro, è ovvio che non ci possano essere “infiltrazioni mafiose” in chi si oppone alle grandi opere inutili o ai megaradae statunitense. La mafia guadagna con quelle opere, mica con l’opposizione a farle!!
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