I lavoratori dell’ex Autoparco sui tetti per protestare contro la privatizzazione della CRI e contro le provocazioni dell’Amministrazione.
Dopo la protesta dei lavoratori del CEM della scorsa settimana, scesi dalle impalcature della sede di via Ramazzini in attesa degli esiti dell’incontro di domani pomeriggio alla Regione Lazio, è oggi la volta dei lavoratori dell’ex autoparco CRI. Una quarantina di lavoratori questa mattina sono saliti sui tetti della sede di via Pacinotti per protestare contro la privatizzazione della CRI e contro le provocazioni di un’Amministrazione che, forte dell’applicazione del decreto 178/12 che sopprime l’ente pubblico, spadroneggia violando norme e contratti ancora di riferimento per i dipendenti pubblici.
“E’ inaccettabile- dichiara Massimiliano Gesmini della USB CRI- che i lavoratori turnisti dell’autoparco si siano visti stravolgere l’orario di servizio dall’oggi al domani senza neanche alcun confronto con le RSU e con le OO.SS. Questo è solo l’ultimo atto in ordine di tempo di una provocazione continua operata nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici CRI che non fa altro che inasprire ulteriormente un clima già teso a causa del processo di privatizzazione in atto.“
“Non accetteremo supinamente questo stato di cose- conclude Gesmini- e porteremo ovunque la protesta dei lavoratori e delle lavoratrici CRI, a partire dalla manifestazione del 14 marzo organizzata da USB per respingere ogni processo di privatizzazione e di spending review”.
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