La Confederazione USB viste le ipotesi di ulteriori riaperture di fabbriche e imprese sostenuta con forza da associazioni Confindustria Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e vista disponibilità ad accettate tale ipotesi da parte di alcune forze politiche al Governo, chiede un incontro urgente per rappresentare la propria totale contrarietà a tale ipotesi.
La salvaguardia della salute di lavoratori e cittadini non può essere ulteriormente messa in pericolo per meri calcoli economici per di più assolutamente sbagliati e miopi perché è ormai evidente a tutti che una ripresa del contagio, che inevitabilmente avverrebbe, produrrebbe anche un ulteriore e più lungo stop delle attività produttive.
USB annuncia iniziative di protesta e sciopero in assenza di immediato confronto e in presenza riapertura aziende.
Ma qual è la situazione dei controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in condizioni “normali” cioè non in presenza di una emergenza pandemica come quella attuale?
Secondo il rapporto dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) per il 2019, in materia di salute e sicurezza sui posti di lavoro ben 15.859 aziende sulle 18.446 controllate sono risultate irregolari. L’86%! Praticamente quasi tutte.
Questo significa che già in condizioni “normali” i “prenditori” se ne fregano della sicurezza e della salute dei dipendenti. Perché? Perché costa. A volte poco, a volte tremendamente. L’aspiratore per le fibre che svolazzano nell’aria? Costa. Mascherine e tute da cambiare ogni due e tre? Costano. La formazione dei dipendenti? Costa. E così via. L’86% di aziende valuta questi costi come superflui e semplicemente non spende. È la nostra salute a essere superflua. Per loro.
L’arroganza con cui la Confindustria sta chiedendo la riapertura delle fabbriche mentre tutti gli indicatori sanitari sostengano che sia troppo presto, conferma come occorra battersi con ogni mezzo affinché non si torni alla normalità, perché già la normalità, come abbiamo visto, era il problema.
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Qui sotto potete leggere le “raccomandazioni” dell’Istituto Superiore della Sanità su come si dovrebbe vivere, per evitare al massimo il contagio, sia nelle abitazioni che nei posti di lavoro. Il consiglio è di leggerlo e chiedersi: ma nel mio posto di lavoro, viene rispettata almeno una di queste raccomandazioni?
Rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità
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