Mentre i sindacati complici tacevano e trattavano gli esuberi in albergo (l’incontro azienda-sindacati si è tenuto il 21 novembre 2013, presso l’Hotel Metropole a Roma), USB Commercio denunciava la gravità della crisi e la subalternità di queste organizzazioni sindacali che ormai hanno come esclusivo interesse la sopravvivenza dei propri apparati burocratici e per arrivare allo scopo svendono diritti e salario dei lavoratori al pari dei padroni.
Ma chi paga la crisi e le incapacità manageriali dei dirigenti Coop? Come si giustifica, mentre si approvano sacrifici ai lavoratori, il ricorso in alcuni periodi al lavoro interinale e l’impossibilità dei lavoratori di usufruire di ferie e permessi quando ne hanno la necessità? Come si giustifica la nuova apertura di Formia con relative nuove assunzioni? Ma soprattutto, come può essere accettato (dai sindacati complici) questo grande sacrificio collettivo nel mentre che gli alti dirigenti aziendali, responsabili di questo scempio, in grande sintonia con l’AD di FS Moretti e con le sue ultime dichiarazioni, non contribuiscono neanche con mezzo centesimo delle loro buste paga? Come si fa a mettere in mobilità lavoratori da 600/800/1000 euro al mese, nel mentre c’è chi nella stessa azienda guadagna anche dieci volte tanto e non dà alcun segnale concreto di solidarietà?
Queste sono le domande che porremo alla Regione, evidenziando all’amministrazione come Unicoop Tirreno drena il territorio del Lazio facendo profitti ma in cambio non rende alcun valore aggiunto ai lavoratori e ai cittadini.
Siamo curiosi di conoscere, in merito, il pensiero del nuovo Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che prima della nomina di governo ha guidato Legacoop dal 2002 e Adc, l’alleanza nata tra cooperative rosse e bianche dal 2013. Il mondo nel quale ha operato Poletti rappresenta al meglio la degenerazione di un sistema in cui l’originario spirito di solidarietà e mutualità è stato sacrificato alla logica del mercato, della competizione e del profitto, alla pari delle imprese di capitale. Insomma, Poletti ha portato l’idea di sfruttamento in salsa cooperativa al governo del paese ed il primo risultato è stato il “Job Act”, nel quale ad essere oggetto di un furto colossale è il futuro di milioni di giovani italiani destinati ad una precarietà infinita.
USB respinge al mittente questa logica e si prepara a rilanciare le mobilitazioni dei lavoratori Coop per il salario e l’occupazione, a partire dallo sciopero e dalla manifestazione del prossimo venerdì 28 marzo, con appuntamento alle ore 10,00 davanti alla Fermata San Paolo della Metro B, dove partirà il corteo fino alla Regione Lazio in via Cristoforo Colombo.
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