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Veneto. Altre critiche nette al “testo unico” sulla rappresentanza

Anch’io sottoscrivo l’appello di Luc Thibault delegato USB e del sindacato USB.

Voglio aggiungere che e’ veramente singolare che il sindacalista della CGIL Di Maria si autoproclami difensore dei lavoratori a differenza del sindacato USB, tutto intento a suo parere, a difendere interessi di bottega.  Io lavoro alla Stefani come operaio, e non mi sembra che li’ i sindacati confederali, (Cgil,Cisl e Uil),ci tutelino come dovrebbero.

Siamo in contratto di solidarieta’, che di solidarieta’ a ben poco!

A fronte di lavoratori che hanno l’orario ridotto, di altri che hanno solo due giorni di rientro al mese, altri svolgono lo straordinario! Cosa di per se illegale!

A molti lavoratori viene comunicato a voce dal capo reparto quando sono a casa, e vengono chiamati telefonicamente per il rientro. IL sindacato tutto questo lo sa ma si gira dall’altra parte.

Vorrei aggiungere, che con gli accordi del 31 maggio e del 10 gennaio, il sindacato confederale tenta di far fuori i sindacati di base, specialmente il sindacato USB, che ha avuto un cosi’ grande successo alle ultime elezioni RSU dell’ILVA di Taranto.

Vogliono far fuori il sindacato USB con l’aiuto di quei padroni, tipo il Paron Riva, che proprio a Taranto a finanziato la palazzina dove ha sede la Fiom!

Dov’erano in questi quaranta anni in cui Riva ha inquinato e fa ammalare centinaia di lavoratori, bambini e abitanti di Taranto di cancro?

Dormivano?

Di questi esempi ce ne sono a bizzeffe, potrei continuare all’infinito! Adesso con l’aiuto di confindustria, i sindacati complici espropriano i lavoratori del diritto di eleggersi i propri rappresentanti.

Questo lo si vede benissimo alla Greta, dove all’USB, che conta una cinquantina di iscritti, viene impedito di sedere ai tavoli di trattativa, mentre non viene impedito ai sindacati complici che hanno un numero di iscritti pari alle dita di una mano.

Come se non bastasse, sono previste sanzioni e tribunali speciali (arbitrato), per i sindacati e lavoratori che si mettessero in testa di scioperare contro questi accordi capestro.

Tutto cio denota il panico per il forte malcontento che serpeggia fra i lavoratori rispetto la casta dei sindacati confederali.

Hanno inoltre paura, specialmente la CGIL che sta perdendo grossi pezzi di iscritti a favore del sindacato di base, della crescita del sindacato stesso.

Solo cosi’ si possono spiegare gli accordi di stampo fascista del 31 maggio 2011 e del 10 gennaio 2014.

Si illudono se pensano di fermarci cosi’!

 Galvanin Roberto

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