Riprende sotto la sferza della crisi la pratica conflittuale dell’occupazione. Sei distinte palazzine sono state occupate questa mattina in diverse zone di Roma dalle diverse organizzazioni del movimento di lotta per la casa attive nella capitale.
In una di queste, quella di via Piero Corti (nella zona di Ponte di Nona) occupata dai Blocchi precari metropolitani, la polizia è arrivata in forze con l’apparente intenzione di intervenire per sgomberare (ore 15.30).
I Blocchi hanno occupato anche uno stabile in via Michele De Marco, nella zona di Torre Spaccata. Stessa situazione in via Baldassarre Castiglione alla Montagnola (soltanto qui partecipano circa trecento nuclei familiari), un grande palazzo di uffici di proprietà dell’Inarcassa, già occupato negli anni passati e sgomberato circa tre anni fa. “Siamo determinati a rimanere qui, non si tratta e non si esce”, dicono dall’occupazione.
Un altro stabile è stato occupato in via Andrea Cesalpino, nella zona di Porta Pia. Ma il “Godot” è stato sgomberato quasi subito nonostante la resistenza degli occupanti.
Una palazzina è stata occupata in via del Commercio 24, all’Ostiense. Qui “nasce oggi il nuovo progetto Neetbloc dentro il nuovo spazio occupato in via del Gazometro 24. Più di un anno fa abbiamo occupato l’ex Acea di via Ostiense dando vita al progetto di Alexis e recuperando, mattone su mattone, giorno dopo giorno, uno stabile abbandonato, come nessun costruttore mafioso potrebbe mai fare. Oggi siamo sempre di più ed apriamo un nuovo spazio abitativo che ha l’ambizione di essere un punto di riferimento per precari e neet, capace di aprire uno squarcio nel dibattito pubblico sempre più sterile”.
Una nota dell’Alexis occupato – che ha aderito alla settimana di ‘sollevazione’ dei Movimenti per il diritto all’abitare, che culminerà nella manifestazione di sabato a Roma – spiega il progetto. “Siamo gli invisibili, quelli che non rientrano nelle statistiche ufficiali- si legge nel comunicato- e che non possono accedere ad alcun ammortizzatore sociale; ci chiamano neet e secondo l’informazione ufficiale siamo quelli che non studiano, non lavorano, non partecipano a percorsi formativi e sono mantenuti dai loro genitori. Ma sulla figura del fannullone spaparanzato sul divano e dell’inetto felice, media e politici costruiscono una favola che non ci appartiene perché sappiamo bene che dietro questa parola si nasconde il mondo del lavoro in nero, della disoccupazione, degli affitti esorbitanti e della conseguente impossibilità di studiare e vivere nel pieno delle nostre esigenze. Sul feticcio della disoccupazione giovanile, da loro stessi creata, e sulla figura del neet la governance neoliberista costruisce proprio quelle politiche che acuiscono la distanza tra chi vive di grandi profitti e chi di miseria sociale. In questo quadro rientrano la youth guarantee, il jobs act renziano e il nuovo piano casa targato Lupi”. “Noi decidiamo di cominciare a distruggere questa narrazione tossica- prosegue la nota- Se fino ad oggi avete creduto che saremmo rimasti in silenzio, adesso potete avere la certezza del contrario. La nostra storia cominciamo a scriverla e raccontarla noi. Invitiamo tutti a partecipare all’assemblea che si terrà alle 17 in via del Gazometro 24- conclude Alexis occupato- durante cui presenteremo il progetto Neetbloc, e apriremo una lista per un nuovo progetto di occupazione”.
“Questa è un’iniziativa complessiva- commentano i Movimenti- contro il piano casa di Renzi che va cancellato perché non trova risposte. Nemmeno nelle operazioni di social housing che sono in mano a privati, in questo caso cooperative, e rivolte solo a soggetti solvibili. In più dagli uffici dei Municipi hanno cominciato a non rilasciare più le residenze agli occupanti, perché è arrivata la circolare dal ministero, e a Parma addirittura sono cominciati i distacchi delle utenze”.
Il comunicato di Sherkhan:
Rivendichiamo reddito, casa e dignità
Oggi, 7 aprile 2014, giornata di lotta cittadina contro le politiche di austerità dettate dalla trojka e subite dai lavoratori: siamo qui a manifestare davanti a uno spazio di proprietà comunale chiuso ormai da immemore tempo, una volta destinato a panificio.
Sono ormai sotto gli occhi di tutti le drammatiche conseguenze della crisi economica; pensiamo, dunque, che sia doveroso restituire questo stabile al quartiere sotto forma di forno sociale gestito dai disoccupati e dalle disoccupate che siano espressione del territorio.
Per questo chiediamo un incontro con il presidente del municipio Giammarco Palmieri al fine di instaurare un tavolo con potere decisionale tra il comitato dei disoccupati e la controparte istituzionale riguardo le sorti del suddetto bene comune.
LAVORO O NON LAVORO: SALARIO GARANTITO.
Comitato: Sherkhan cerca Casa, Ass.Dhuumcatu
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