Nel primo pomeriggio i reparti antisommossa della Polizia e dei Carabinieri hanno fatto irruzione in uno dei sei stabili occupati nella Capitale durante la tarda mattinata di oggi e nonostante la resistenza degli occupanti, che si erano barricati sul tetto, lo hanno sgomberato. Secondo diverse testimonianze i celerini hanno fatto irruzione nell’edificio ed hanno manganellato i presenti. Le prime notizie parlano di due attivisti arrestati e portati via e di uno studente ferito. Di seguito il comunicato che era stato diffuso immediatamente dopo la nuova occupazione dai promotori:
“Oggi, 7 Aprile, abbiamo occupato uno stabile abbandonato in via Andrea Cesalpino 12/14. Lo abbiamo fatto dopo un percorso durato mesi, all’interno e ai margini dell’università di Roma La Sapienza. In un periodo di crisi, con la disoccupazione giovanile al 42,3 per cento, in un contesto in cui l’esclusione sociale cresce a vista d’occhio e la politica e le istituzioni parlano quotidianamente dei problemi dei “giovani”, è facile notare come, quando dalle parole si passa ai fatti, l’unica soluzione messa in campo per queste problematiche è l’aumento della precarietà lavorativa e la diminuzione di tutele per i soggetti sociali più deboli, come dimostrano il “Job’s Act” e il “piano casa” di Renzi.
Noi siamo partiti da un bisogno semplice quanto essenziale, quello di avere una casa. In pochi mesi abbiamo aggregato un gruppo di studenti, precari e giovani lavoratori, tutti abituati a vivere sulla propria pelle la fatica di pagare un affitto, l’impossibilità di lavorare e insieme mantenere i ritmi di studio richiesti dall’unversità del merito, o la difficoltà ad uscire dalla casa dei propri genitori.
L’assurdo è che mentre il prezzo delle case tocca cifre irragiungibili ai più, relegando in periferie isolate e sprovviste di servizi vaste fasce di popolazione e aumentando il numero di senza casa, la presenza di palazzi inutilizzati, sfitti e lasciati al degrado, soprattutto nel centro città, è aumentata! A Roma ci sono 245,000 case vuote, di cui 86,000 possedute da privati o da grandi società, dedite all’accumulo di capitali e alla speculazione.
In questo contesto abbiamo scelto di lottare, creando un percorso composto per lo più da giovani, studenti e lavoratori precari, che si è mosso insieme a quello dei movimenti di lotta per la casa contro chi punta a dividere e a creare contrapposizione fra gli sfruttati. Noi crediamo sia fondamentale capire che la riappropriazione dei nostri bisogni va di pari passo con quella degli altri, poichè individua nelle stesse persone i responsabili di questa crisi.
Come dicevamo abbiamo iniziato a lavorare dall’ università, rendendoci conto da subito che le riforme degli anni passati hanno inciso profondamente sul mondo della formazione, lasciando sempre più persone nell’impossibilità di intraprendere un percorso formativo, schiacciate dai ritmi forsennati di studio introdotti in nome del “merito”, o dall’ aumento del costo di tasse e libri di testo. Per questo non ci siamo accontentati dell’etichetta di studenti, volgendo la nostra attenzione anche a chi già è inserito in un mondo del lavoro fatto di bassi salari e precarietà.
Siamo stati parte attiva nella vertenza dello studentato di via De Lollis, la cui ala C, dotata di 110 posti letto destinati ai vincitori di borse di studio e mai assegnati, è stata occupata da novembre fino ad oggi, contro la gestione della Lazio Adisu, l’ente per il diritto allo studio nel lazio. Ogni anno migliaia di richiedenti, pur essendo ritenuti idonei, non vincono la borsa di studio, mentre l’ente sopracitato continua a non assegnare centinaia di posti che rimangono vuoti. La protesta, partita proprio dagli studenti idonei non vincitori, ha dimostrato sia la capacità di ottenere dei risultati quando ci si muove con determinazione, infatti l’ occupazione è terminata solo dopo aver ottenuto un tavolo con la regione e l’impegno del vicepresidente della Regione Lazio Smeriglio ad aprire quella ala dello studentato entro il prossimo settembre, sia la gravità del problema del posto alloggio nel lazio. Lo studentato è stato infatti popolato da decine di studenti stanieri, fuorisede e pendolari che per vari motivi non rientravano negli strettissimi criteri del bando ma che avevano un’esigenza reale di ottenere un’ alloggio.
Oggi siamo arrivati ad occupare questo stabile in zona universitaria, di proprietà di una società privata, comprato e rivenduto più volte, poi sequestrato e attualmente in stato di abbandono da più di cinque anni, in forte risposta alla non curanza di privati e istituzioni nel non voler distribuire e condividere gli spazi vuoti, sfitti o abbandonati di cui questa città è piena e di cui la popolazione ha bisogno.
Ci riprendiamo la citta’ di Roma, consapevoli che un percorso di occupazione parte da bisogni individuali ma non si ferma ad essi. Nella scelta di riprenderci direttamente qualcosa che ci viene tolto, senza mediazioni istituzionali, crediamo sia già chiara l’idea di una società dove non siano i profitti di pochi a decidere l’infelicità di molti. Nell’occupare un palazzo al centro di Roma, a due passi dall’università, crediamo sia notevole la voglia di rompere gli schemi di una metropoli che ci vorrebbe relegati nelle perfierie.
Non c’è piu’ nulla da aspettare, Godot è arrivato.
Lanciamo da oggi alle 16:00 un’assemblea pubblica all’interno di questo spazio e domani mattina sempre qui invitiamo tutti alla colazione resistente; seguiranno poi nei prossimi giorni una serie di appuntamenti per una settimana di mobilitazioni verso il corteo nazionale del 12 aprile a Roma.
Inoltre facciamo presente che la nostra azione di oggi non è un rado focolaio di dissenso bensi’ un’ azione di lotta e riappropriazione dal basso consapevole, non una questione di ordine pubblico bensi’ una scelta politica decisa”.
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Il comunicato dopo lo sgombero:
SGOMBERATO STUDENTATO OCCUPATO GODOT: NON CI FERMERETE MAI!
Questa mattina a Roma abbiamo occupato uno stabile abbandonato in via Cesalpino; una palazzina sequestata alla mafia e abbandonata da anni avrebbe ricominciato a vivere, dando un tetto a più di 50 tra studenti e precari. La risposta delle “istituzioni democratiche” di questo paese e di questa città non si è fatta attendere; dopo meno di 1 ora ben 3 camionette hanno chiuso la via e senza la possibilità di avere alcun’interlocuzione e 4 reparti celere hanno indossato i caschi, scavalcato il muretto del giardino e iniziato a pestare selvaggiamente tutti coloro che provavano a raggiungere il tetto, dove ci stavamo radunando per opporre una resistenza passiva. Sono venuti a prenderci direttamente dal tetto , identificandoci uno per uno telecamera e documenti alla mano. 2 compagni sono in stato di fermo, portati via con la testa spaccata; altri hanno riportato ferite lievi.
Contemporaneamente a noi altre 3 occupazioni sono nate negli altri quadranti della città; alcune di queste si trovano al momento assediate dalle forze dell’ordine.
Dopo essere stati costretti ad uscire, ci siamo uniti ai solidali accorsi a sostegno dell’occupazione e ci siamo mossi in corteo verso il lucernario, dove abbiamo convocato un’assemblea pubblica.
Gli eventi a cui stiamo assistendo sono una dimostrazione emblematica di come gli organi di governo cercano di risolvere l’emergenza abitativa e la crisi sociale: sgomberi, violenze e repressione. Le occupazioni di oggi sono una risposta materiale alle grandi manovre del pianocasa e del jobs act, e sappiano bene lorsignori che non siamo disposti ad arretrare di un passo; che abbiamo tutta la voglia e la determinazione per ribaltare dal basso questo governo, a partire dalla grande giornata di mobilitazione del prossimo 12 aprile. Come in tutta Italia anche nelle strade di roma risuona forte il grido CASA, REDDITO, DIGNITÀ!
Non ci fermerete mai, OGNI SGOMBERO SARÀ UNA BARRICATA!
GODOT-DEGAGE-SAPIENZA CLANDESTINA
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