I lavoratori dell’Electrolux interessati all’accordo siglati dai sindacati con la multinazionale svedese sono 4.775. Ma i votanti nelle assemblee svoltesi sono stati solo 3.366, di cui 2.660 si sono pronunciati per il si all’accordo, per il no hanno votato in 651 (con 3.311 voti validi, bianche e nulle 55).
Durante la trattativa tra sindacati e azienda – che ha minacciato di delocalizzare gli impianti in Polonia – la situazione si era sbloccata con lo scambio tra la richiesta dell’azienda di eliminare la pausa di dieci minuti nello stabilimento di Porcia ridimensionata a un taglio di cinque minuti, in cambio di una riduzione dei permessi sindacali del 60%. Che però non incidono sulle ore di assemblea. L’accordo prevede poi la decontribuzione dei contratti di solidarietà, finanziamenti per la ricerca e più flessibilità, per esempio sulle ferie. L’obiettivo dell’Electrolux è quello abbattere subito di 3 euro l’ora il costo degli impianti, per renderli “competitivi” con quelli polacchi, che è stato sin dall’inizio il tasto suonato dall’azienda per non delocalizzare. Nei quattro stabilimenti dell’Electrolux si è votato sull’accordo: Il sì in quello di Forlì sono stati il 74%, a Solaro l’84%, a Susegana l’81% a Porcia l’79%, ma queste percentuali – come abbiamo visto – traggono in inganno rispetto al numero dei lavoratori interessati.
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