C’è chi può vederla come gossip. c’è chi ci può fare dietrologia. La notizia del resto è stuzzicante: la famiglia Bin Laden è in trattativa per comprare il marmo di Carrara. Intendiamo dire la Marmi Carrara (colosso quasi monopolistico nella’escavazione e commercializzazione di marmi apuani, con un terzo un terzo delle concessioni relative alle cave carraresi). Il gruppo Cpc dei Bin Laden ha una solida fama imprenditoriale, è stato da sempre vicino alla famiglia Bush (nonostante due dei propri componenti siano morti in incidenti aerei nel Texas alquanto sospetti) ed è riuscito a salvarsi persino dall’imbarazzante figlio (uno dei 53, comunque) dall’imbarazzante nome di Osama.
I Bin Laden corrono per prendersi il 50% e diventare così gli azionisti di riferimento, i veri padroni della Marmi Carrara. Quel marmo, d’altro canto, è ben noto in Arabia Saudita e non solo, visto che gli sceicchi sono da sempre i primi clienti nella speciale classifica del settore. Nulla di starno, dunque, nel vederli pronti a comprarselo in toto, montagne comprese.
I concessionari delle cave locali sono però sempre stati carraresi. E questo ingresso è – non solo secondo noi – un esempio classico della svendita dell'”eccellenza italiana” messo in moto dalla crisi e dalla sua gestione sotto l’egida dell’Unione Europea. Qui non stiamo parlando di aziende in crisi (anzi…), né di eccessivo costo del lavoro,né di contrazione del mercato. Semplicemente, dato il declino generale del paese e soprattutto della sua classe dirigente (imprenditori in prima fila), ci si trova davanti a “un’offerta che non si può rifiutare”. Soldi in bocca, pronto cash… e l’italico manager alza subito le braccia al cielo sognando di buttarsi nella finanza speculativa oppure nei mari dei Caraibi.
L’operazione di compravendita si aggira intorno ai 40-45 milioni di euro. Il presidente di Marmi Carrara, Luigi Piacentini, si schermisce precisando che «ci sono ancora dettagli da definire», ma la decisione è ormai presa. Lettere di intenti con condizioni specifiche, e verifiche tecniche in atto. «C’è la massima riservatezza. Ma penso che entro la fine di agosto si arriverà ad un esito».
Gli amministratori locali, sindaco in testa, sono arcifelici e non vedono nulla di strano in questa operazione. Per loro, eveidentemente, un padrone vale l’altro.
Anche per noi, naturalmente. Ma in un senso decisamente opposto.
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