Gli animi sembrano leggermente più distesi dopo il sì al disegno di legge sblocca-stipendi della Regione Sardegna, arrivato nella tarda serata di ieri, ma le 37 lavoratrici dell’Igea barricate per protesta nella galleria di Monteponi non escono dal cancello chiuso alle loro spalle ormai da venerdì scorso.
Probabilmente si aspetta di avere il risultato definitivamente con l’approvazione in Consiglio regionale con procedura d’urgenza. È così le 37 donne hanno trascorso la quinta notte tra sacchi a pelo, stuoie e coperte all’interno delle gallerie occupate.
Ieri i rappresentanti della Regione Sardegna, proprietaria al 100% della società in house, ha cercato di spiegare che non è tutta colpa loro se lavoratrici e lavoratori sono rimasti senza stipendio. Anzi, si vantano gli amministratori locali, sono stati pagati gli stipendi di luglio, agosto, settembre e un acconto di 500 euro a testa per ottobre. E ieri la Giunta regionale ha approvato una delibera che permette entro il 2014 il prepensionamento di tutti coloro che ne hanno diritto.
Ma, si chiedono le lavoratrici, la situazione si sarebbe anche solo in parte sbloccata se non ci fosse stata l’occupazione della miniera?
Inoltre le lavoratrici vogliono sapere se la Regione ha intenzione di puntare ancora su Igea. Dall’assessorato all’Industria sono arrivate alcune rassicurazioni: rilancio sì, ma a patto che i conti siano e restino sempre a posto.
Per ora, quindi, la lotta prosegue, come hanno scritto le stesse lavoratrici nel loro diario nei giorni scorsi:
“Noi non abbiamo paura del tempo che dovremo passare lontano dai nostri figli, dai nostri compagni, dalle nostre case.
Noi non abbiamo paura del freddo della miniera, della sua umidità e di tutti i disagi che starci dentro implica.
Noi non abbiamo paura perché la nostra lotta è una lotta per difendere il destino della nostra società e del suo ruolo all’interno del territorio, e con lei il futuro di tanti lavoratori…
Quando usciremo di qui saremo più forti, ne siamo certe!
E sarà solo così perché noi non abbiamo avuto paura di fronteggiare le nostre paure”.
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