Con una grande partecipazione al referendum, le lavoratrici e i lavoratori del Caring di Telecom Italia hanno respinto con quasi il 56% di NO l’ipotesi di accordo che li vuole precari, controllati, demansionati, ulteriormente ricattabili e sottopagati, sottoscritto il 18 dicembre da Telecom Italia e FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, SLC-CGIL, UGL.
Al referendum, che si è tenuto il 21 e 22 gennaio scorsi, hanno partecipato 8.700 lavoratori su 9.000. In tutte le assemblee l’Unione Sindacale di Base ha sostenuto in maniera convinta l’esigenza di respingere questo accordo, che nei SUOI contenuti ricalca le tesi del Jobs Act.
Nel clima pesante che si respira in azienda e nel Paese, risalta con forza il coraggio e la determinazione dei lavoratori, che in tanti hanno deciso di votare NO.
La vittoria del NO è quindi un segnale importante, che rompe con l’idea dei lavoratori piegati e rassegnati. È un NO consapevole, che chiede una risposta sindacale adeguata e conseguente.
L’USB Telecomunicazioni, che si è da poco costituito nel gruppo Telecom Italia, dice chiaramente che questo accordo è morto e sepolto e invita i lavoratori e le lavoratrici alla mobilitazione e alla massima vigilanza per essere soggetti attivi della riapertura della discussione di una nuova ipotesi d’accordo, da cui riparta una stagione di diritti e dignità per tutti e tutte a partire da chi lavora in cuffia.
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