Nei giorni scorsi sono stati emessi nella versione definitiva gli ultimi decreti attuativi del Jobs Act , ennesimo e feroce attacco contro i lavoratori e le future generazioni, che più di tutti subiranno la precarizzazione selvaggia, ad uso e consumo dei profitti padronali, e lo smantellamento progressivo del Diritto del Lavoro favorevole ai lavoratori.
Proprio a Milano, sede di Expo e laboratorio di sperimentazione ed uso del lavoro gratuito, consentito dagli accordi firmati da CGIL/CISL/UIL, e contro al quale in sede congressuale la nostra area richiese alla CGIL ed alla Camera del Lavoro di Milano il ritiro della firma, ancora nessuna risposta concreta è stata messa in campo per contrastare la ferocia dei decreti attuativi.
Nella assenza totale delle iniziative, il Coordinamento Regionale de “Il Sindacato è un’altra cosa- Opposizione Cgil”, assume sia la decisione di partecipare alla prima di manifestazioni ed iniziative convocate finora, quelle per il 28 Febbraio a Milano, proseguendo il percorso dello sciopero sociale del 14 novembre e dello sciopero generale del 12 dicembre, sia di interloquire con tutti i percorsi del sindacalismo conflittuale e dei movimenti che vogliano convergere nell’’opposizione al Jobs Act e alle politiche di precarietà, attivando campagne di informazione nei posti di lavoro preparando le mobilitazioni previste per l’avvio di expo e per il 1° maggio.
Come sindacalisti esprimiamo l’urgenza di rispondere alle dichiarazioni, rilasciate pubblicamente il 7 febbraio in Bicocca dal primo ministro Renzi che pur, di non inceppare la macchina Expo, ha paventato il ricorso a provvedimenti normativi speciali contro i lavoratori della Scala e la loro decisione di non lavorare il primo maggio ed ha così delineato l’attacco successivo e la repressione contro tutti i soggetti che rivendicano la necessità del conflitto sociale.
Consapevoli della portata dell’attacco, siamo convinti che l’unica risposta possibile sia quella dell’ampliamento delle lotte e dell’allargamento a tutti i soggetti conflittuali della nostra regione, in primis quelli milanesi, coinvolgendo lavoratori, disoccupati, precari e studenti.
Ribadiamo il sostegno ai lavoratori della Scala e l’importanza del Primo maggio come festa dei lavoratori, giornata di mobilitazione e riflessione sulle lotte passate, sui diritti conquistati e sulle lotte necessarie per riconquistare i diritti perduti, sosteniamo che la festa dei lavoratori è un diritto che non è nella disponibilità di nessuna dirigenza sindacale o trattativa e la che la scelta di questa data sia tutt’altro che casuale ed abbia l’obiettivo di consegnare al mondo del capitale ed alle politiche del lavoro da esso auspicate uno scalpo fortemente simbolico. Lavoro gratuito e rinuncia alla festa del lavoro sono un binomio pericolosissimo in termini di debolezza del mondo del lavoro e di chi lo dovrebbe difendere.
La iniziative in atto, a partire da quelle promosse per il 28 febbraio, possono e devono gettare le basi per una ripresa condivisa capace di affrontare i diversi livelli d’aggressione attraverso la convergenza di tutti i soggetti conflittuali, a partire dai movimenti e dagli studenti, le vere cavie su cui si sperimenterà la precarizzazione selvaggia dei rapporti di lavoro.
Tale sforzo comune deve spingerci ad organizzarci e a convergere in una lotta che sappia convogliare tutto il mondo del lavoro, dal lavoratore precario al migrante, una lotta che denunci le ruberie di Expo e la pericolosità insita in un modello cronicamente in deroga a leggi e contratti , consapevoli anche della grave emergenza abitativa pronta a trasformarsi in una vera e propria questione sociale contro la quale giustificare forme sempre più manifeste di repressione.
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