Quasi 40 consecutive di sciopero, con un presidio permanente nella notte tra martedì 7 e mercoledì 8 aprile, hanno permesso agli operai della fonderia ATTI e della fabbrica ATLA di stanare i padroni e trascinarli ad un tavolo per ridiscutere il licenziamento di Abdelkarim, da diversi anni operaio all’interno dello stabilimento, il quale era stato cacciato venerdì scorso dopo avere espresso contrarietà ad eseguire lavorazioni pesanti non compatibili con il rientro appena avvenuto da un infortunio sul lavoro, per di più su due macchine contemporaneamente. Dalle 4.30 di mattina di martedì 7 decine di operai iscritti al S.I.COBAS hanno sostenuto i compagni operai dello stabilimento fermando il camion che trasportava alla fonderia il cuore della produzione, e successivamente controllando uno per uno i bilici che transitavano lungo Via Romagnoli, dove hanno sede le imprese del gruppo.
La prima giornata è proseguita così senza alcuna risposta dalla controparte, chiusa dentro ai suoi cancelli con dirigenti ed operai all’interno che facevano capolino ad osservare la situazione; intorno alle 17.30 il copione ha previsto l’intervento della signora sindaco di Bentivoglio, in un malriuscito e farsesco tentativo di mediazione realizzato con una generica disponibilità del padrone a “dialogare”. Gli operai nel frattempo non sono rimasti con le mani in mano, leggendo con occhi disillusi la situazione e preparandosi ad affrontare la nottata davanti ai cancelli.
Dall’alba di mercoledì 8 sono tornate decine di operai di altri COBAS più solidali, tra cui i compagni e le compagne sempre solidali nelle lotte sul lavoro del Laboratorio Crash, per affrontare una nuova giornata di lotta. Questa volta, come già ampiamente previsto, erano presenti anche le forze dell’ordine schierate in assetto anti-sommossa; nella mattinata il padrone ha buttato nella mischia i crumiri, piazzandoli frontalmente agli operai in lotta, divisi solo dal cordone di celere. Anche quest’ultima provocazione non ha sortito l’effetto sperato di allentare il blocco proletario, costringendo anzi la controparte, ormai in ginocchio per le oltre 30 ore di blocco totale di merci in entrata ed uscita, ad addivenire a più miti comportamenti accettando nel primo pomeriggio un incontro presso la Prefettura di Bologna da tenersi il prossimo martedì.
Il grande esempio della strenua resistenza e solidarietà intercategoriale operaia e proletaria già visto davanti ai cancelli di centinaia di logistiche da nord a sud è stato in questi due giorni riproposto fattivamente in fabbrica, luogo della produzione delle merci. I rapporti di forza anche nel contesto metalmeccanico ne escono così positivamente testati e rafforzati in maniera inedita all’interno del S.I.COBAS, già presente da mesi al fianco della lotta del Comitato di Lotta Cassintegrati e Licenziati Fiat a Pomigliano d’Arco e Nola.
Un altro passo concreto in avanti per l’unità della classe operaia è stato fatto, anche in questo caso con la prassi. Ora anche i padroni delle ferriere ed i suoi sindacati complici dalla penna rovente possono cominciare seriamente a preoccuparsi di chi promuove con la teoria e con la prassi l’unità della classe operaia, per la sua emancipazione.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa