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Napoli. Accordo-bidone all’Alenia. Firma anche la Fiom

Dopo mesi di mobilitazione operaia, non solo a Capodichino ma anche negli altri siti del gruppo Alenia in Campania, è stata siglata da Fim, Uilm e Fiom l’intesa che accetta il passaggio dello stabilimento di Alenia/Capodichino alla new/co dell’industriale Gianni Lettieri già patron di Atitech.

Da lunedì 1 giugno uomini e mezzi dello stabilimento Alenia faranno parte della nuova joint venture tra Atitech Manufactoring (75%) e la società di Finmeccanica (25%) creata per mantenere il contratto di metalmeccanici a quelli che, da ora in poi, sono ex lavoratori dell’Alenia e di Finmeccanica.
 Un accordo che è stato fortemente voluto da Matteo Renzi il quale, da quando è presidente del consiglio, non ha mai nascosto le sue simpatie pubbliche per Lettieri il quale, a dire il vero, è meglio noto come uomo d’affari nonchè capo dell’opposizione di destra nel consiglio comunale di Napoli.
 Certo colpisce l’atteggiamento della Fiom la quale – almeno a parole – aveva, nelle settimane scorse, sostenuto gli scioperi che, dal basso ed in maniera autorganizzata, avevano fortemente contestato il piano di Finmeccanica e l’azione collaborazionista di Uilm e Fim.
 Sul tavolo, si apprende dalle prime indiscrezioni stampa, ci sarebbero promesse di nuovi investimenti per i vari siti del gruppo ma l’esperienza di questi anni dovrebbe essere  foriera di insegnamenti per i lavoratori e dovrebbe raffreddare gli ipocriti entusiasmi di Cgil, Cisl e Uil che, in queste ore, si stanno spendendo per far digerire l’accordo ai lavoratori. Il bilancio delle vertenze sindacali degli ultimi anni, in Campania e non solo, ci dice che tutte le promesse di investimenti e di nuove produzioni sono sempre state disattese sia dal padronato “privato” e sia da quello “pubblico”.
E’ tempo che i delegati onesti – quelli che nelle scorse settimane hanno fatto i blocchi delle merci a Capodichino, gli scioperi a Pomigliano e Nola – si organizzino per denunciare le mistificazioni di questo accordo. E’ tempo di costruire la resistenza operaia nei prossimi mesi sapendo, però, anche alla luce di questo ultimo bidone ai danni dei lavoratori, che l’organizzazione operaia o si lega ad una prospettiva autonoma ed indipendente oppure sarà sempre succube delle burocrazie sindacali e del loro comportamento di collaborazione con il padronato.
 

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